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Si preannuncia un sabato caldo a Milano sul fronte della sperimentazione animale. A partire da Largo Cairoli infatti è previsto un corteo nazionale contro la vivisezione promosso dall'organizzazione Animal Amnesty. Nella stessa giornata, il mondo della scienza si mobilita contro quello che viene definito un nuovo attacco alla libertà della ricerca italiana e alla sua competitività a livello internazionale: i paletti alla sperimentazione sugli animali che potrebbero essere introdotti nella legge di recepimento della direttiva Ue in materia.

Da un lato, quindi, il fronte animalista, che ha preso di mira il "vivisettore" Silvio Garattini come simbolo del partito pro-test. Dall'altro c'è la comunità scientifica italiana, compatta nel fare muro in difesa del farmacologo direttore dell'Istituto Mario Negri. Sono già più di 1.100 le firme 'vip' della ricerca, della cultura e delle Istituzioni che hanno sottoscritto un appello alla mobilitazione lanciato dal rettore dell'università degli Studi di Milano, il medico Gianluca Vago.


Contemporaneamente al corteo animalista, l'Irccs Mario Negri ospiterà il convegno «Io sto con la ricerca». Al fianco di Garattini sono attesi, tra gli altri, il rettore Vago; la ricercatrice esperta di staminali e senatrice a vita, Elena Cattaneo; Emilia Grazia De Biasi, presidente Commissione Sanità del Senato; Francesca Pasinelli, direttore generale Telethon; Agnese Collino dell'associazione Pro-Test Italia; Massenzio Fornasier, presidente Sival (Società italiana veterinari animali da laboratorio).

L'obiettivo iniziale della manifestazione di Animal Amnesty era quello di concludere il corteo davanti all'Irccs Mario Negri. "Il percorso è stato poi modificato dalla Questura - spiegano dal centro via La Masa - ma non possiamo escludere l'arrivo di gruppi di manifestanti davanti all'Istituto".

Già ieri, di fronte alla sede bergamasca del Mario Negri, gli attivisti di Animal Amnesty hanno allestito una sorta di cimitero in ricordo degli animali morti in laboratorio. "Ogni croce riporta la fotografia di un animale. Ogni anno solo in Italia sono poco meno di un milione gli animali vittime della vivisezione - ricordano gli animalisti - mentre nel mondo sono quasi un miliardo".

"L'offensiva animalista - sottolineano dal Mario Negri - ha preso a bersaglio Garattini per il suo impegno a difesa dell'utilizzo degli animali nella ricerca biomedica all'interno di regole certe e severe, e il conseguente sostegno al recepimento della Direttiva europea approvata nel 2010, che ha definito le regole per l'utilizzo degli animali nella sperimentazione valide in tutti i 28 Paesi aderenti. Direttiva che in 22 Paesi, tra cui Germania, Francia, Gran Bretagna e i Paesi scandinavi all'avanguardia nella ricerca, è stata recepita nella lettera e nello spirito". L'Italia invece ha preso tempo, e ora sembra andare verso il recepimento della direttiva reinterpretata in chiave restrittiva.

Una linea bocciata in questi giorni anche da un duro editoriale pubblicato su Nature Neuroscience: le restrizioni ai test sugli animali, se passeranno in via definitiva, potrebbero avere "conseguenze catastrofiche per la ricerca biomedica italiana", si legge. "Misure draconiane", le chiama la rivista scientifica americana, che se ratificate "avranno anche l'effetto di compromettere la capacità dei ricercatori italiani di competere per i finanziamenti internazionali. Obbligati di fatto a eliminare i protocolli sperimentali 'in vivo', per gli scienziati italiani sarà difficile - se non impossibile - aggiudicarsi grant internazionali". La posizione della scienza ufficiale è ferma: "Ad oggi - ribadiscono dal Mario Negri - la sperimentazione animale resta una necessità per lo sviluppo di nuovi farmaci e di nuove cure nell'interesse in primo luogo dei malati. Per la stragrande maggioranza della comunità scientifica internazionale il ricorso agli animali nella sperimentazione scientifica rimane a tutt'oggi necessaria. Ma sono proprio gli scienziati e i ricercatori, grazie anche allo sviluppo delle tecnologie, i primi ad essere impegnati nella riduzione del numero di animali utilizzati nella ricerca".