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Andi: Gianfranco Prada presidente. Ecco i sette punti per riportare gli italiani dal dentista

Gianfranco Prada è stato eletto, per la seconda volta consecutiva, presidente di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), la maggiore e più autorevole associazione di odontoiatri, con oltre 23 mila soci (il 60% dei dentisti liberi professionisti).

Lo ha eletto a stragrande maggioranza l'Assemblea nazionale dei delegati, che si è riunita all'hotel Parco dei Principi a Roma. I delegati, provenienti da tutta Italia, hanno pure confermato in pieno l'Esecutivo uscente: Mauro Rocchetti quale vicepresidente vicario, Massimo Gaggero, Aldo Nobili e Stefano Mirenghi quali vicepresidenti, Nicola Esposito segretario, Gerardo Ghetti tesoriere, Alberto Libero segretario sindacale e Carlo Ghirlanda segretario culturale.

«Mai nella storia di ANDI – ha sottolineato Prada – abbiamo visto tanta compattezza e tanto riconoscimento verso l'operato di tutto l'Esecutivo che si è ripresentato al suo secondo mandato invariato e senza una squadra alternativa o avversaria. Questo Esecutivo opererà complessivamente per ben otto anni: è un chiaro segnale di gradimento da parte dei soci». Per una volta, dunque, l'assise dei dentisti si è conclusa senza spaccature o polemiche interne.

Sette i punti messi in risalto nella relazione di Prada. Il primo è come acquisire nuovi pazienti e recuperare quelli che, a causa della crisi economica, preferiscono acquistare un iPhone piuttosto che prendersi cura della propria bocca e dei propri denti (come emerso al recente convegno di ANDI a Cernobbio).

Una strada sarà quella dei fondi sanitari integrativi in odontoiatria, in cui ANDI - ha spiegato Prada - «dovrà rendersi protagonista di un'innovativa ed incisiva azione sul mercato, con un intervento attivo che porti a ideare progetti che consentano la gestione diretta di ANDI del ruolo ora svolto da altri intermediari, alla creazione in prospettiva di un Fondo Sanitario Integrativo ANDI e ad accordi basati su condizioni e regole elaborate dall'associazione. ANDI potrà così costituire l'elemento di garanzia verso i pazienti e di tutela verso i soci, che attualmente sono in balia dei fondi e non hanno alcun reale potere contrattuale».

Il secondo riguarda l'invecchiamento della popolazione: ANDI dovrà intercettare le nuove necessità terapeutiche di cura, che vanno dall'implantologia all'estetica.

Terzo punto la "medicalizzazione dell'odontoiatria". «Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo di medici – ha detto Prada – fare "da sentinella" nel diagnosticare, noi per primi, quelle malattie della bocca (e non solo) che altrimenti verrebbero trascurate o non individuate in tempo. Ad esempio, l'odontoiatra in molti casi può intervenire positivamente sui disturbi del sonno riposizionando la mandibola con apposite apparecchiature».

Al quarto punto gli stili di vita: «ANDI vuole fornire indicazioni utili sulla corretta alimentazione e per questo – ha annunciato il presidente – saremo presenti ad Expo 2015 a Milano».

Il quinto punto è rivolto essenzialmente ai soci ANDI ai quali saranno distribuite, in collaborazione col ministero della Salute, le "Raccomandazioni cliniche in Odontostomatologia" a difesa della qualità delle prestazioni contro low-cost e catene commerciali.

Sesto punto: con la maggior parte dei sindacati che sono in crisi e hanno difficoltà ad intercettare le nuove forme di lavoro ANDI è in controtendenza e cresce: nel 2013 solo col progetto Andi Young si sono iscritti all'associazione ben nuovi 540 under 35 per un totale di 4500 giovani.

Infine (settimo punto) l'impegno per una costante moralizzazione della professione, che significa: lotta all'abusivismo e al prestanomismo, una più corretta "compliance" fiscale contro tassazione e burocrazia, piena applicazione del Codice Etico.

Nelle sue conclusioni il presidente ha rimarcato la perdurante crisi economica che tanto incide sulle prestazioni odontoiatriche e quindi sul lavoro dei dentisti liberi professionisti: «Gli anni che ci aspettano non sono certo facili, gli impegni che tutti insieme oggi prendiamo nei confronti dei soci e della professione sono pesanti e gravosi, ma il ruolo che ANDI ricopre non può permetterci di essere deboli o titubanti. La strada da percorrere è irta di difficoltà, molto lavoro lo dovremo fare da soli, ma dobbiamo essere certamente ottimisti perché il nostro passato ci ha dimostrato quanto abbiamo saputo crescere e quanto ANDI ci è stata vicina. Ecco perché abbiamo voluto assumerci questo ulteriore impegno futuro - ha concluso Prada - perché sappiamo che il socio crede in noi e ci vuole accanto e noi crediamo fino in fondo allo slogan di questa Assemblea e di questa ANDI: Diamo forza alle
scelte che ti fanno crescere perché "ANDI c'è" per la professione».