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Amsi, aprire i concorsi anche ai medici stranieri

«In Italia operano circa 16.500 medici di origine straniera. Tanti problemi - grazie alle politiche di integrazione del ministero della Salute e degli Ordini provinciali dei medici - sono stati risolti, ma rimane un ostacolo grande: l'accesso di questi camici bianchi ai concorsi pubblici, ora concesso solo a chi ha la cittadinanza». Lo spiega il presidente dell'Amsi (Associazione medici di origini straniera in Italia), Foad Aodi, intervenuto oggi a Roma alla Conferenza sulla salute nell'area del Mediterraneo.
L'evento, organizzato dal ministero della Salute in collaborazione con la Commissione europea, affronta in particolare quattro tematiche di sanità pubblica: lo stato d'implementazione del nuovo regolamento sanitario internazionale; la problematica della resistenza agli antimicrobici; le ricadute sulla sanità pubblica dei nuovi modelli comportamentali (stili di vita); le ricadute derivanti dai flussi migratori che interessano il bacino del Mediterraneo. Riguardo alla questione dell'accesso ai concorsi pubblici, la proposta del presidente dell'Amsi è di concedere questa possibilità ai medici stranieri «con permesso di soggiorno valido da almeno 5 anni».