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Tumori ovarici: ricerca del Negri apre nuove prospettive

Su Cancer Research, rivista leader nel campo della oncologia sperimentale, sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta dall'Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, che ha utilizzato 35 tumori ovarici umani, "Pdx" in gergo, trapiantati in topi immunodepressi al fine di riprodurre fedelmente le caratteristiche genomiche e biologiche del singolo tumore ovarico e, soprattutto, di verificarne la sensibilità ai farmaci antitumorali.
Il carcinoma ovarico, infatti, è una neoplasia molto complessa con distinte caratteristiche isto-patologiche e genetiche per cui non può più essere considerato una singola patologia, ma una serie di malattie differenti". Lo studio è stato condotto dai laboratori dell'Istituto Mario Negri di Biologia e Terapia delle Metastasi, diretto da Raffaella Giavazzi e dell'Unità di Riparazione del DNA (Laboratorio di Farmacologia Molecolare) diretta da Giovanna Damia, col contributo di finanziamenti dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) ed è frutto di una collaborazione con i reparti di Ginecologia e Ostetricia e Anatomia Patologica dell'Ospedale San Gerardo di Monza-Università Milano Bicocca, diretti rispettivamente dal Prof. Milani e Prof. Cattoretti e con il Laboratorio di Genomica del Cancro della Fondazione Tempia-Valente di Biella diretto dalla Dott.ssa Chiorino.
Si tratta di un bell'esempio di ricerca translazionale grazie alla collaborazione tra ricercatori preclinici e clinici. «Questi sono attualmente i nostri pazienti - spiegano con soddisfazione Raffaella Giavazzi e Giovanna Damia -. La possibilità che questi tumori umani siano trapiantabili in altri topi ci permette di continuare a studiare quel particolare tumore anche dopo la terapia e perciò stabilire in seguito altri tipi di trattamento. Si aprono, in tal modo, nuove prospettive per migliorare il trattamento del tumore ovarico». «Altri ricercatori – concludono le due ricercatrici dell'Istituto Mario Negri - hanno usato modelli di questo tipo per altri tipi di tumore per esplorare le diversità del cancro e studiare nuove terapie. Il nostro è uno dei pochi studi che è riuscito a collezionare così tanti modelli di carcinoma ovarico e studiarli da un punto di vista molecolare, istologico e farmacologico confrontandoli col tumore della paziente da cui originano».