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Giornata del bambino prematuro: ogni anno 50mila pretermine

«In Italia ogni anno nascono circa 50 mila bambini prematuri, esposti al rischio di complicanze a breve e lungo termine, soprattutto infettive, neurologiche e respiratorie e pertanto bisognosi, sin dai primi giorni, di cure altamente specializzate, coordinate da un team multidisciplinare». Francesca Merzagora, presidente dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna, presenta così l'iniziativa promossa da Onda in occasione della Giornata mondiale del neonato prematuro che si celebra il 17 novembre. Per l'occasione, con il patrocinio della Società italiana di neonatologia e dell'associazione Vivere onlus, gli oltre 70 ospedali italiani premiati con i bollini rosa di Onda apriranno le porte ai cittadini.
Nonostante il parto prematuro, quello cioè che si verifica prima delle 37 settimane di gestazione, sia la causa più comune di mortalità perinatale, negli ultimi 30 anni la scienza ha compiuto grandi passi in questo settore. Qualche anno fa i bambini nati a 27-30 settimane di gravidanza non avevano possibilità di vita molto elevate. Ora, grazie ai progressi compiuti dalla medicina, oltre il 90% dei neonati riesce a sopravvivere e a condurre una vita normale. «Mentre nei Paesi poveri le cause della nascita pre-termine sono da ricondurre più frequentemente a malattie infettive, alle carenze assistenziali e alle drammatiche condizioni igienico-sanitarie - sottolinea Merzagora - in quelli ad alto reddito all'origine del problema vi sono spesso l'aumento dell'età materna e il maggior ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, che in molti casi esitano in gravidanze plurigemellari».«L'iniziativa dell'H-Open Day - che coordiniamo quest'anno per la prima volta a livello nazionale - precisa Nicoletta Orthmann, referente medico-scientifico di Onda - ha come obiettivo quello di accompagnare le donne nei centri di riferimento della loro città, per ricevere un'assistenza appropriata. Una nascita prematura, infatti, coglie sempre impreparati i genitori e incide profondamente sulla vita personale, di coppia e familiare. Risulta allora fondamentale il coinvolgimento attivo della mamma, in particolare, e anche del papà nei processi di cura e assistenza del neonato, al fine di acquisire le competenze non solo di ordine pratico, ma anche emotive».