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Avellino sperimenta il pacemaker quadripolare con stimolazione MultiPoint

E' stato impiantato presso la Clinica Montevergine di Mercogliano un pacemaker quadripolare di nuovissima generazione con tecnologia di Stimolazione MultiPoint. Uno dei primi casi in Europa dove è stato utilizzato Quadra Allure Mp, questo il nome del dispositivo prodotto dalla multinazionale St. Jude Medical, un pacemaker quadripolare per la terapia di resincronizzazione cardiaca nei pazienti scompensati.

L'impianto è stato eseguito su un uomo di 65 anni affetto da cardiopatia ipertensiva da Francesco Solimene e la sua equipe composta da Francesco Urraro, Felice Nappi e Vincenzo Schillaci. Il paziente, già portatore di un pacemaker bicamerale impiantato per fibrillazione atriale parossistica ricorrente e refrattaria alla terapia farmacologica, è stato recentemente ricoverato per scompenso cardiaco. Solimene ha deciso di effettuare una procedura di sostituzione del pacemaker bicamerale con questo biventricolare di nuova generazione per trattare lo scompenso. La procedura di impianto si è conclusa con successo. Il paziente pertanto potrà beneficiare di una stimolazione che permetterà il rimodellamento del cuore permettendogli una potenziale ripresa della normale funzione di pompa.

«La nuova tecnologia di stimolazione MultiPoint offre particolare vantaggio ai pazienti con scompenso cardiaco che non rispondono in maniera soddisfacente alla terapia di resincronizzazione tradizionale biventricolare, approssimativamente quindi ad un terzo dei pazienti totali - afferma Solimene - con questo dispositvo è possibile trattare con maggiore possibilità di successo e quindi di risposta positiva alla terapia di resincronizzazione pazienti infartuati con cicatrici con frazione di eiezione inferiore al 35%. Questi pazienti necessitano di stimolazione permanente proprio per la capacità di ottenere una stimolazione del ventricolo sinistro più omogenea e più rapida per le caretteristiche dell'onda di propagazione con basse possibilità di stimolare il nervo frenico che rimane uno dei problemi tecnici più frequenti quando vengono utilizzati elettrocateteri bipolari».