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Aprile mese della prevenzione dell'ictus cerebrale

Alice Italia Onlus (Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale) e le quasi 70 Associazioni che la compongono saranno impegnate in occasione di Aprile mese della prevenzione dell'ictus cerebrale, nell'organizzazione di iniziative di sensibilizzazione, prevenzione ed informazione in diverse piazze ed ospedali italiani. Quest'anno Alice Italia Onlus può contare su una testimonial d'eccezione: Valentina Vezzali.
«Ringrazio tantissimo la campionessa olimpica Valentina Vezzali – dichiara Paolo Binelli, Presidente A.L.I.Ce. Italia Onlus – che ha deciso di schierarsi al fianco della nostra Associazione, aiutandoci così a promuovere presso l'opinione pubblica l'importanza fondamentale della prevenzione e del riconoscimento tempestivo dei sintomi».

L'APP "ICTUS 3R"
Ictus 3R è un'applicazione disponibile per smartphone, scaricabile da PC e da smartphone, (www.ictus3r.it), pensata allo scopo di aumentare la consapevolezza del problema ictus tra i cittadini. L'APP è stata ideata e realizzata da ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Firenze, Domenico Inzitari e Benedetta Piccardi, e dal Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr), Antonio Di Carlo e Marzia Baldereschi.
Ictus 3R si articola secondo la strategia delle 3 parole chiave – Riconoscere, Reagire, Ridurre, le 3 R appunto - ed è rivolta a tutti i cittadini che vogliano conoscere, riconoscere e prevenire questa malattia.
"Ictus 3R è stata ideata per favorire la conoscenza della malattia – dichiara il Prof. Domenico Inzitari, Responsabile Stroke Unit Ospedale Careggi di Firenze e Professore in Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'Università di Firenze -. Attraverso questa app si può comprendere come si manifesta, si cura e si previene un ictus, quali possono essere le conseguenze e in che modo intervenire tempestivamente ai primi sintomi. Abbiamo realizzato i contenuti scientifici e divulgativi che aiutano a riconoscere i possibili segnali dell'ictus, grazie ai quali è possibile comprendere una potenziale emergenza per la propria salute. Ogni utente, inoltre, potrà conoscere il proprio livello di rischio in qualsiasi momento".

LA TROMBECTOMIA MECCANICA
Altra importante novità è la trombectomia meccanica, in grado di rimuovere fisicamente il trombo, responsabile dell'occlusione dell'arteria cerebrale. L'intervento mini-invasivo si avvale di uno stent e viene eseguito da un neuroradiologo interventista, presente negli ospedali dotati di Stroke Unit di III livello. L'accesso del dispositivo, di solito, è femorale con un sistema di guide e microcatateri che permettono di arrivare alle arterie intracraniche, navigando attraverso le arterie fino al raggiungimento della arteria occlusa. Lo stent viene aperto in corrispondenza del coagulo e, quando viene ritirato, ne provoca la rimozione. In genere, se il paziente migliora, dopo qualche giorno (5-7) viene dimesso dalla Stroke Unit e torna a casa.
"Circa il 50% dei casi di ictus – ha dichiarato il Dottor Salvatore Mangiafico, Neuroradiologo Interventista dell'Ospedale Carreggi di Firenze – può essere trattato con la trombectomia meccanica. Alcuni pazienti infatti non possono ricevere la terapia endovenosa trombolitica, perché controindicati oppure fuori dalla finestra terapeutica (entro le 4,5 ore), mentre la trombectomia meccanica è indicata anche oltre le 4,5 ore e nel caso la trombolisi farmacologica non abbia funzionato. Questo è anche indicato nelle linee guida ISO-SPREAD (linee guida nazionali) e uno dei primi centri al mondo a praticarlo è stato proprio qui in Italia (a Firenze)".

PAROLA D'ORDINE: CURE UGUALI PER TUTTI
Il messaggio centrale che A.L.I.Ce. Italia Onlus ribadisce anche in occasione di Aprile Mese della prevenzione è la necessità di garantire parità di accesso alle cure appropriate a tutti i cittadini italiani. Purtroppo, un paziente italiano, dal momento in cui viene colpito da un ictus fino alla riabilitazione, deve sperare di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Considerando che la terapia trombolitica può essere praticata soltanto da personale esperto e durante una finestra terapeutica di 4,5 ore, è necessario essere assistiti in un Ospedale all'interno del quale ci sia un reparto dedicato. E' di fondamentale importanza, quindi, non solo saper riconoscere immediatamente i segnali della malattia per poi chiamare il 118, ma anche essere indirizzati negli Ospedali in cui sia presente una Stroke Unit (Unità Emergenza Ictus). Purtroppo, solo in pochissime regioni è attivo il cosiddetto Codice Ictus, uno specifico protocollo di emergenza che prevede il trasferimento del paziente con ictus presso la Stroke Unit più vicina, evitando il Pronto Soccorso di strutture che ne sono sprovviste. Ancora peggiore è invece la situazione in quelle Regioni in cui le Stroke Unit non sono neanche presenti e i pazienti ricevono cure assolutamente non adeguate con gravi conseguenze.
A.L.I.Ce. Italia Onlus combatte da anni affinché le Istituzioni si impegnino a migliorare ed arginare queste forti disuguaglianze e intende ora far luce anche sulla disparità di accesso ai nuovi farmaci anticoaugulanti orali per i pazienti affetti da fibrillazione atriale. "Ogni Regione ha una propria regolamentazione sulla prescrivibilità di questi trattamenti – ha dichiarato la Dott.ssa Francesca Romana Pezzella, neurologa presso la Stroke Unit dell'Ospedale San Camillo – Forlanini di Roma -. Le differenze, talvolta minime, hanno però delle conseguenze importanti sull'accesso, da parte dei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale, a molecole che hanno dimostrato di proteggere maggiormente dall'ictus cerebrale ischemico. Dispiace che nel Piano Sanitario Nazionale, la patologia cerebrovascolare non venga sufficientemente considerata".

LA RIABILITAZIONE POST ICTUS IN ITALIA. UNA GRANDE CONFUSIONE A DANNO DEI PAZIENTI
La riabilitazione rappresenta un'ulteriore fase del percorso ed è fondamentale per favorire non solo il recupero delle funzioni perse a causa dell'ictus ma anche per facilitare il reinserimento del paziente nella famiglia e nella società. Purtroppo, questo percorso, in Italia, risulta essere estremamente frammentato ed affidato a procedure, strutture e personale molto diversi. La possibilità di accesso alle cure migliori varia molto da Regione a Regione e molto spesso i costi ricadono sulle famiglie. A.L.I.Ce. Italia Onlus intende realizzare nei prossimi mesi una campagna a livello nazionale per verificare in primis come vengono trattati i pazienti.
L'elenco di tutte le iniziative del Mese della Prevenzione saranno disponibili sul sito: www.aliceitalia.org