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Cipomo, nasce l’era dell’oncologia sostenibile

Un’oncologia dei valori, all’insegna di una «slow medicine» attenta ai bisogni dei malati e alla sostenibilità del sistema sanitario, per vincere le sfide dell’era genomica. E' questa la filosofia che Cipomo, il Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri, vuole proporre con il XIX Congresso nazionale al via oggi all’Hotel Michelangelo di Milano, per chiudersi sabato 16 maggio con una sessione sulla 'Green oncology' ospitata all'Expo in Cascina Triulza. Il meeting 2015 prende infatti spunto dal tema chiave dell'Esposizione Universale - un'alimentazione sostenibile che garantisca a tutti il diritto al cibo e alla vita - traducendolo nel campo dei tumori: 'Cancer and Human Values' è il titolo del Congresso meneghino.

Una linea che piace al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «La lotta al cancro - scrive in un messaggio - costituisce una delle priorità del Servizio sanitario nazionale, per l'elevata incidenza della malattia e per il suo pesante impatto sociale ed economico. Non posso che esprimere tutto il mio apprezzamento per la vostra iniziativa, che si propone di promuovere una riflessione sulla necessità di una medicina efficace ma sostenibile, che riesca a conciliare l'aumento dei costi con la necessità delle cure, passando quindi da una “Evidence Based medicine” a una “Values Based Medicine”». L’oncologia, riflettono gli specialisti, sta attraversando «un’epoca di tumultuosa innovazione diagnostica e terapeutica: a fronte di una malattia ben lontana dal regredire (366 mila nuove diagnosi di tumore l’anno, più di 1.000 al giorno), aumentano considerevolmente i dati sulla sopravvivenza indotta dall’efficacia delle cure (3 milioni di italiani vivono oggi dopo una diagnosi di cancro)».

«E’ in questo scenario, e in presenza di una crisi economica generalizzata - afferma il presidente Cipomo, Gianpiero Fasola - che si iscrive la grande rivoluzione scientifica di questo tempo. L’era della genomica è potenzialmente in grado di moltiplicare lungo-sopravvivenze e forse guarigioni, ma a prezzo di un duplice rischio: un aumento incontrollato dei costi fino all'insostenibilità, e un eccesso di tecnicismo che rischia di offuscare il valore etico ed esistenziale della cura. Per salvaguardare il trend di migliore curabilità, occorrono scelte di politica sanitaria: non riusciremo a contenere la spirale dei costi se non puntiamo prima a ridefinire il valore delle cure oncologiche».


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