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Prevenzione cardiovascolare: dal 17 al 19 marzo a Napoli il XIV Congresso Siprec

Sono le malattie cardiovascolari la principale causa di morte in Italia, con 75.098 decessi nel 2012. Seguono le patologie cerebrovascolari (61.255), altre malattie del cuore (48.384) e i tumori maligni a trachea, bronchi e polmoni (33.538). Lo rivela l'Istat. Per questo motivo, in occasione della XIV edizione del Congresso della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare) in programma a Napoli dal 17 al 19 marzo, sarà presentato il Documento 2016 sulla Prevenzione Cardiovascolare Personalizzata, a cura di Massimo Volpe, professore presso il Dipartimento di Cardiologia dell'ospedale Sant'Andrea di Roma e all'Università La Sapienza - II Facoltà di Medicina e Chirurgia.
«L'Organizzazione mondiale della sanità – ricorda Volpe – prevede che il numero di pazienti ad alto rischio cardiovascolare, dagli attuali 300 milioni supererà i 600 milioni nel 2020. L'aumento dell'aspettativa di vita, così come l'incremento della sopravvivenza dopo eventi cardiovascolari acuti, come infarto miocardico e ictus cerebrale, contribuiscono ad accrescere il numero di persone a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato. Da qui la necessità di puntare sulla medicina preventiva personalizzata, un approccio in grado di offrire la strategia più efficace a ogni singolo individuo, evitando trattamenti o diagnosi inutili. Con un beneficio per la salute e un risparmio in termini di spesa per i pazienti e per il Servizio Sanitario Nazionale».

Nella tre giorni di Napoli ampio spazio ai “soggetti a basso rischio”
Le persone che non hanno valori particolarmente elevati di pressione arteriosa, colesterolo LDL e obesità, pagano il contributo più alto agli eventi cardiovascolari di una popolazione perché ne costituiscono la componente più numerosa.
Ma anche più della metà dei pazienti oncologici si trova a fare i conti con problemi di cuore. Circa il 40% dei malati di tumore, infatti, soffre di patologie cardiovascolari legate soprattutto all'età. A questi si aggiunge un 15% che, nelle fasi più avanzate della malattia, ha una metastasi al cuore o alla sottile membrana che lo riveste, il pericardio. Un numero piuttosto elevato, dovuto al fatto che le cellule cancerose arrivano al cuore attraverso il flusso sanguigno (abbondantissimo nel muscolo cardiaco) grazie ai vasi linfatici o direttamente dagli organi vicini (come accade in genere con le neoplasie del polmone e della mammella).
E alcuni farmaci antitumorali possono talvolta nuocere al muscolo cardiaco: un fenomeno più frequente di quanto si pensi (può arrivare a interessare il 30% dei casi) che condiziona gli oncologi nelle scelte terapeutiche.
Bruno Trimarco, presidente della Siprec e Direttore del Dipartimento di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze Cardiovascolari Università Federico II di Napoli, sottolinea: «Se è vero che i tumori oggi sono in aumento è anche vero che, grazie a cure nuove e più efficaci, cresce il numero di chi guarisce o sopravvive lunghi periodi. Inoltre, la stragrande maggioranza della popolazione, che ha un'aspettativa di vita sempre più lunga, va incontro più frequentemente a patologie cardiache. L'effetto combinato di questi tre fattori farà sì che nei prossimi anni si verifichi un incremento notevole di persone contemporaneamente affette da problemi cardiaci e tumore».

Per queste ragioni il malato oncologico con patologie cardiache deve essere gestito da medici cardiologi e oncologi. «La chemioterapia, infatti - prosegue ancora Trimarco - causa una percentuale ancora troppo elevata di danni a un cuore sano o deteriora ulteriormente un cuore già malato. Prima di scegliere la terapia è bene individuare e trattare eventuali fattori di rischio cardiovascolari (ipertensione, colesterolo alto, diabete) e valutare alterazioni subcliniche della funzione cardiaca. La prevenzione cardiovascolare personalizzata per i pazienti oncologici è destinata a migliorarne l'aspettativa di vita, permettendo cure più efficaci e un migliore decorso della malattia a tanti pazienti sottoposti a chemioterapia».


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