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Giornata della ricerca all’Istituto nazionale tumori

Si celebra oggi la Giornata della Ricerca dell'Istituto nazionale dei tumori (Int), un vero e proprio festival, intitolato “La ricerca che verrà”, con il quale l'Istituto vuole comunicare l'importanza della ricerca scientifica per l'avanzamento della battaglia contro il cancro e presentare le numerose linee di ricerca che vedono impegnati oltre 540 persone nei 27 laboratori di via Venezian e Giovanni Antonio Amedeo a Milano.
«La Giornata della Ricerca è un momento molto importante perché rappresenta un'occasione di incontro e di confronto fra illustri esperti ma anche giovani ricercatori che stanno lavorando intensamente nella battaglia contro il cancro - afferma Enzo Lucchini, Presidente Istituto Nazionale dei Tumori - L'oncologia italiana è nata all'INT oltre un secolo fa e l'Istituto continua ad affermarsi come centro di eccellenza tanto che ora è in fase di ingresso nella rete «Cancer Core Europe» dei 6 principali European Cancer Center: questi sono riconoscimenti significativi che testimoniano la qualità del nostro lavoro e del nostro impegno verso i pazienti».
«Chi ama la ricerca - ha detto Luca Del Gobbo, Assessore all'Università, Ricerca e Open Innovation, Regione Lombardia - si scontra, talvolta, con uno scetticismo e una mentalità che si adagiano sul già saputo. Ostacoli che, spesso, riescono a frenare la voglia di migliorarsi attraverso nuove scoperte. I tanti, ottimi ricercatori lombardi hanno bisogno di spazi dove allenare curiosità, creatività e intraprendenza, oltre che acquisire nuove conoscenze ed esperienze. Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) ne hanno tutti i requisiti. Per questo Regione Lombardia ne valorizza il ruolo e le attività, sempre all'interno di una collaborazione che mira a trovare soluzioni sempre più efficaci a beneficio dei cittadini».
«La ricerca connota e qualifica l'attività clinica e l'offerta assistenziale dell'Istituto - continua Luigi Cajazzo, Direttore Generale Istituto Nazionale dei Tumori - In questi anni, nonostante le emergenti criticità anche in termini di risorse economiche, molto è stato fatto sul piano strategico e organizzativo con l'obiettivo di rendere INT il riferimento nazionale e internazionale in campo oncologico».
L'Int è un Comprehensive Cancer Centre, cioè una struttura interamente dedicata alla cura e alla ricerca oncologica, della quale include tutte le componenti specialistiche. Nel 2016 queste attività hanno portato alla pubblicazione di 693 articoli apparsi su importanti riviste scientifiche internazionali, numero in continua e costante crescita negli anni, e sono stati condotti più di 640 studi clinici di cui 246 osservazionali e 394 sperimentali, permettendo a oltre venticinque mila pazienti di entrare nei protocolli di ricerca.
«Le attività di ricerca pre-clinica, traslazionale e clinica, e di assistenza sono alla base della nostra aumentata capacità di curare molte forme tumorali: ora guariamo il 65% dei nuovi tumori, in certi casi l'80-90% - spiega Giovanni Apolone, Direttore Scientifico Istituto Nazionale dei Tumori - A breve medio termine, ci aspettiamo avanzamenti importanti per quanto riguarda risultati della ricerca che possano rendere possibili screening del polmone e della prostata e quello che noi definiamo “algoritmi decisionali” per identificare pazienti con un profilo genetico-molecolare specifico in modo da personalizzare la terapia, individuando i pazienti che più di altri sono sensibili, o non eleggibili, alle terapie disponibili».
Con l'ampia disponibilità di tecnologie innovative per la profilazione degli aspetti biologico-genetici e molecolari l'Istituto è presente con importanti laboratori, tecnologie, ricercatori e studi negli ambiti più avanzati della ricerca biologico-traslazionale; ha all'attivo 16 brevetti e ben 5 sono i Registri di Patologia Istituzionali per determinare la prevalenza delle patologie e valutare i loro fattori prognostici e gli esiti delle scelte terapeutiche.

Medicina personalizzata e terapie. «Oggi si parla molto di medicina personalizzata – continua Apolone – ma vorrei precisare che questo, almeno per noi, non vuol dire solo scegliere la terapia ad hoc (farmacologica, radioterapica o chirurgica) per il singolo paziente ma significa anche offrire al paziente percorsi di screening, diagnosi differenziale e programmi di sorveglianza mirati al profilo e al rischio individualizzato».
Quanto alle cure, grandi aspettative sono riposte in un migliore uso dei nuovi farmaci immunoterapici che potenziano o “restaurano” l'azione del nostro sistema immunocompetente a livello del tumore o del micro-ambiente tumorale, ma anche le nuove radioterapie.
Di una nuova opportunità terapeutica ne parla Ugo Amaldi di Fondazione Tera nella sua Lectio Magistralis “La fisica è utile e bella”. Proprio Amaldi ha coniato il termine adroterapia per riferirsi alla radioterapia che usa particelle fatte di quark, protoni o ioni carbonio, al posto dei raggi X. «L'adroterapia oggi è diventata una realtà tanto da essere offerta in caso di resistenza alla radioterapia classica e essere oggetto di studi e programmi per migliorare le tecnologie ed ampliare le indicazioni - precisa Giovanni Apolone - Offre infatti ancora una maggiore efficacia e sicurezza della radioterapia classica colpendo con la stessa dose dei raggi X le cellule tumorali ma dando una minor dose ai tessuti, sani, circostanti».

La ricerca e i giovani. La giornata proseguirà con un programma in linea con il patrimonio su cui si basa l'INT - la sua natura pubblica, i giovani ricercatori e il rapporto con i cittadini. Nel corso della mattinata, sono anche presentati i cinque più importanti lavori condotti da giovani ricercatori e verranno consegnati i Premi Giovani Ricercatori 2016 e il Premio intitolato alla signora Maria Bambina Besana. Nell'atrio dell'Istituto, sarà possibile percorrere un viaggio virtuale alla scoperta della ricerca accompagnati dal personale medico attraverso sei tappe (prevenzione, ricerca preclinica, nuovi farmaci e nuove terapie, cure palliative e supporto al paziente, progetti recenti finanziati col 5x1000) per capire cosa vuol dire essere ricercatore. Inoltre, nei giorni 22 e 24 maggio alcuni gruppi di studenti provenienti da 6 scuole secondarie milanesi, circa 400 studenti, potranno visitare i Laboratori di ricerca e interagire con i ricercatori che saranno disponibili per informazioni e dimostrazioni.


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