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Chirurgia robotica in urologia, 35 centri e 20mila specialisti «connessi» con Roma

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Oltre cento interventi chirurgici eseguiti in diretta in 35 centri italiani ed internazionali collegati in streaming tra loro, 75 chirurghi di tutto il mondo, in contemporanea e trasmessi su 9 maxischermi. Coinvolte tutte le procedure endourologiche, laparoscopiche e robotiche che permettono una esperienza unica di aggiornamento e un fondamentale confronto professionale per gli specialisti in urologia. Sono i numeri di ‘SIU Live', creato dalla Società Italiana di Urologia (Siu) che quest'anno vede la collaborazione delle Società scientifiche Americana (AUA, American UrologicalAssociation) ed Europea (EAU, European Association of Urology) di urologia. Si attendono, collegati da remoto, oltre ventimila accessi da parte di altri specialisti, sia dall'Europa che dal resto del mondo, Stati Uniti in testa. Con oltre 400 presenze in sala. Una terza edizione con molte novità rispetto alle precedenti: non solo gli interventi verranno eseguiti dai chirurghi nei loro ospedali di appartenenza, sia italiani che europei che statunitensi, con importanti vantaggi di qualità di sicurezza per il paziente, oltre che di garanzia per il chirurgo che potrà operare con il proprio staff, ma soprattutto avranno un'altissima qualità visiva, fondamentale in questi eventi, garantita da connessioni in fibra sempre più veloci. In questo modo nella sala ‘base' di Roma sarà possibile per i partecipanti approfondire nel dettaglio i vari punti di interessee porre domande agli operatori in tempo reale.

«L'urologia in generale e in particolare quella italiana – spiega Giuseppe Carrieri, coordinatore e responsabile scientifico di SIU Live e professore ordinario di urologia all'Università di Foggia – resta leader nel campo della robotica. Possiamo serenamente affermare che nel giro di dieci anni ogni intervento sarà quasi completamente effettuato con robot: comandati dall'uomo, ma con una precisione infinitamente superiore. Ormai quasi tutti i centri principali, sua al nord che al sud, sono dotati della strumentazione tecnica necessaria, ma soprattutto sono collegabili con i centri che ancora non ne sono dotati. Dunque,sono già possibili interventi a distanza, senza cosi dover spostare chirurgo, staff e paziente da un ospedale all'altro. Perché deve essere chiaro che ogni passo avanti nella medicina e nella chirurgia deve essere a vantaggio esclusivo del paziente e della sua sicurezza».

Anche quest'anno viene garantita la 'residenzialità' dei chirurghi, un passo fondamentale a tutela del paziente. «Gli urologi –prosegue Carrieri – opereranno 'a casa loro', con i loro strumenti, i loro staff, e questo significa più serenità per il paziente, più qualità, più sicurezza: qualsiasi possibile problema, anche minimo, nel decorso post operatorio, potrà essere risolto in modo più semplice e immediato».

Si va insomma verso una telechirurgia strutturale, che ‘avvicina' i pazienti alla struttura in grado di operare, lontana o vicina che sia, senza spostarli dall'ospedale in cui sono ricoverati.
«Siamo molto orgogliosi per questa terza edizione di chirurgia in diretta – conclude Carrieri - perché ci fa restare primi in Italia e nel mondo in questo ambito. Tutto ciò avviene di fronte ad una platea 'reale', 'fisica' di oltre 400 esperti, che sono poi molti di più collegati in diretta dai loro studi o dai loro dipartimenti ospedalieri. Ognuno può inviare domande, opinioni, intervenire per chiedere precisazioni. Un evento molto importante per la comunità urologica italiana e internazionale».


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