Aziende e Regioni

Nuovo Isee: spese sociosanitarie più selettive

di Barbara Gobbi, Paolo Del Bufalo (da Il Sole-24 Ore del Lunedì)

Dagli asili al diritto alla maternità di base, dal sostegno al nucleo familiare all'assistenza domiciliare. Il nuovo Isee deciderà sull'accesso a molte prestazioni sociali, comprese quelle relative a disabilità e non autosufficienza che si propongono come due capitoli-chiave nella riscrittura dell'indicatore economico. In effetti, nella bozza di testo del ministero del Welfare, le «prestazioni agevolate di natura sociosanitaria» rivolte a persone con limitazione dell'autonomia sono addirittura oggetto di una trattazione a parte.


Due le principali novità rispetto all'Isee oggi in vigore: la considerazione, per la stima della condizione reddituale, del nucleo familiare del beneficiario - compresi per determinate condizioni i figli non conviventi, che "valgono" una componente aggiuntiva - e il conteggio nel patrimonio dell'interessato delle donazioni recenti (fatte nei tre anni precedenti) di immobili a favore di persone tenute agli alimenti nei suoi confronti. Misure che sintetizzano l'obiettivo del ministero: mettere a punto strategie mirate di selezione dei beneficiari delle prestazioni, in un'ottica di equità e in un quadro di scarsità delle risorse disponibli. E, inoltre, porre un argine alle "furbizie" che oggi azzerano il reddito del potenziale beneficiario alla vigilia della richiesta di prestazioni.


Più in generale, la condizione di disabilità incide sul calcolo del reddito: all'ammontare complessivo andranno sottratte le spese sanitarie fino a 6mila euro e le spese o franchigie riferite al nucleo familiare e modulate per le differenti ipotesi in cui esso comprenda persone con disabilità media, grave o non autosufficienti.
Le perplessità. Tutto bene, quindi? Non proprio, almeno stando alle simulazioni realizzate a caldo dagli esperti della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap. Simulazioni che puntano il dito contro la «madre di tutte le iniquità»: e cioè la decisione di includere nell'indicatore della situazione reddituale anche «trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito e buoni spendibili per l'acquisto di servizi se denominati in euro, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche». Una scelta che, combinata con l'eliminazione dalla scala di equivalenza del parametro aggiuntivo di 0,50, attualmente previsto nel caso di presenza nel nucleo di una persona con disabilità grave o non autosufficiente, comporterebbe effetti distorsivi, a svantaggio proprio dei disabili più gravi e dei non autosufficienti.


Gli enti locali. L'inclusione di prestazioni "monetarie" nel calcolo del reddito mette in allerta anche i Comuni, posti di fatto davanti a un bivio: penalizzare famiglie oggi incluse - paradossalmente le più bisognose - oppure alzare la soglia di accesso ai servizi ampliando la platea dei beneficiari e accollandosi, in definitiva, maggiori esborsi.
Regioni, municipi, sindacati confederali e associazioni di tutela promuovono il nuovo decreto su due aspetti: il meccanismo di controlli co-gestito per via telematica da Inps e agenzia delle Entrate e l'introduzione dell 'Isee "corrente" che consente aggiornamenti in caso di variazioni superiori al 25% dell'indicatore del reddito.
Le partite aperte. In ballo c'è l'equità, da declinare in modo omogeneo da Nord a Sud Italia. Per questo, malgrado le Regioni siano contrarie, il ministero tiene duro sulla scelta di "blindare" l'applicazione dell'Isee che diventa il livello essenziale delle prestazioni sociali.


Più diretto al settore sanitario c'è poi l'eventuale impiego dell'indicatore per pesare la ripartizione dei ticket. Una misura che dal Welfare escludono per ora categoricamente, ma che fa gola a Regioni e Governo, indaffarati a trovare nuovi meccanismi di equità per mettere insieme i due miliardi in più di compartecipazioni previsti a partire dal 2014.
Nelle prime bozze del nuovo Patto per la salute circolate a inizio anno, infatti, le Regioni avevano inserito l'ipotesi di forme specifiche di contribuzione legate all'erogazione di protesi, ausili per diabetici, alimenti per celiaci, in relazione alla fascia di appartenenza Isee. Per il momento la partita del "patto" resta in sospeso fino a ottobre, quando con tutta probabilità il nuovo Isee avrà già visto la luce.