Aziende e Regioni

Corte dei conti: nel Lazio ancora troppi sprechi

Luci e ombre sulla sanità laziale, con indefficenze e sprechi ma anche un tangibile miglioramento della gestione ospedaliera. Lo dice la procura generale della Corte dei conti in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario. Mentre la relazione del Presidente Ivan De Musso snocciola le sentenze più significative che hanno coinvolto la sanità regionale.

La procura. «Sulla sanità nel Lazio - scrive il procuratore regionale Angelo Raffaele De Dominicis - sono noti i motivi di preoccupazione evidenziati anche dalla Sezione regionale di controllo: ospedali troppo piccoli, troppi posti letto, qualità delle cure non all'altezza dei costi, disfunzioni organizzative ed inidoneità degli organi di controllo interno». E aggiunge: «Sul versante giudiziario si segnala tra le fattispecie illecite la prassi contra legem di sopperire alle assenze di personale medico facendo ricorso a prestazioni aggiuntive rese dai medici in servizio, con anomalo incremento delle loro retribuzioni. Si tratta di un vero e proprio aggiramento dei divieti imposti dalla legge, al punto che l'effetto del blocco delle assunzioni è risultato del tutto inutile sul piano economico ed, altresì, deleterio sotto il profilo amministrativo ed organizzativo».
Ma per la procura ci sono stati nel 2012 anche aspetti positivi nella gestione sanitaria laziale:
« Si sono colti - spiega - aspetti positivi e di miglioramento del servizio rispetto agli anni precedenti. In questa prospettiva di moderato ottimismo va detto che la nuova dirigenza del policlinico universitario umberto i si é mostrata particolarmente sensibile ed efficiente nell'affrontare e risolvere alcune questioni legate all'abbandono delle gallerie ipogee e dei padiglioni che ospitano le cliniche universitarie. Si può dire con compiacimento che il complesso ospedaliero più prestigioso di roma capitale vada assumendo un volto efficiente, più adeguato e attento alle sfide dei tempi nuovi, come ad esempio la nuova sistemazione del pronto soccorso e più incisivi provvedimenti organizzativi portati a conoscenza di questa procura regionale».

La relazione. E' il presidente Ivan De Musso a entrare nel vivo delle decisioni della Corte in materia sanitaria. E lo fa ricordando alcune sentenze significative depositate nel corso dell'anno scorso. La n.1058 che ha riguardato un'operazione di cooperazione internazionale in Darfur per la costruzione e il ripristino di strutture sanitarie, nonchè la consegna di medicinali urgenti. «C'è poi chi ha lucrato anche sui farmaci salvavita - ha detto De Musso -. La titolare di una farmacia, approfittando della dicitura "urgente" apposta sulla prescrizione dal medico di base su sollecitazione della stessa farmacista e dei genitori di un bambino emofiliaco, preoccupati di avere a disposizione il farmaco in tempo utile per la sua somministrazione, ha attivato la procedura ordinaria (invece della semplice richiesta di messa a disposizione) per la fornitura del farmaco da parte dei Centri del Servizio sanitario nazionale, procedura che prevede il rimborso a favore della farmacia del prezzo pieno dello stesso farmaco anziché del solo costo della sua distribuzione (sent. n. 1213)».
De Musso ha anche ricordato il «rapporto di servizio in senso lato», principio in base al quale nella sentenza n.348/2012 è stata riconosciuta l'assoggettabilità alla giursidizione della Corte delle case di cura private accreditate nel Ssn «in quanto inserite nell'attuazione della attività di assistenza sanitaria di pertinenza pubblica (ex art. 43, l.n. 833/1978 ed 8, d.lgs. n. 502/1992)».

La denuncia. «Nonostante il ruolo insostituibile svolto a favore dello Stato-ordinamento ma, soprattutto, dello Stato-comunità - ha detto il Presidente - la giurisdizione della Corte dei conti sembra sempre in bilico, invisa sia alla minoranza dei cattivi amministratori pubblici, che vedono in essa un pericolo costante all'impunità delle loro azioni illecite e che, di conseguenza, sono sempre alla ricerca di sponde protettive, sia a chi quella sponda è pronto a offrire». E' questo l'amaro bilancio al quale si è abbandonato infine il presidente. Secondo De Musso «il legislatore ha inopinatamente e irragionevolmente compresso il potere di iniziativa del pm subordinandolo alla ricezione di una specifica e concreta notizia di danno e sottraendo così alla sua azione aree di illiceità amministrative che rimangono sconosciute perché dolosamente nascoste, e in particolare limitando la perseguibilità del danno all'immagine ad alcuni reati contro la pubblica amministrazione escludendone altri di più grave riprorevolezza morale e di impatto sociale»
Il presidente della sezione ha poi «formulato l'auspiscio che il legislatore, riacquistando una maggiore serenità di intenti, abbandoni definitivamente lo spirito di reazione - avverso in particolare alcune iniziative accusatorie delle procure della Corte - che ha ultimamente caratterizzato la frammentaria e inadeguata normativa emanata in materia di giurisdizione
contabile, adoperandosi invece per una sistemazione coerente e organica degli istituti costitutivi delle varie figure di responsabilità gestoria e finanziaria».