Aziende e Regioni

Arrestato padre Decaminada: «Quattro milioni sottratti dalle casse dell'Idi di Roma»

Si aggira intorno ai 4 milioni di euro la somma che padre Franco Decaminada avrebbe distratto dalle casse dell'Idi. È quanto accertato dagli uomini del nucleo di polizia di Tributaria della Guardia di Finanza di Roma nell'ambito dell'operazione "Todo Modo" che ha portato anche all'arresto di altri due imprenditori, Domenico Temperini e Antonio Nicolella.

«Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di denaro contante dalle casse dell'Idi - scrive in una nota la Gdf -, presso il cui ufficio economato confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell'intero comparto Idi-Sanità». A titolo «di asseriti e non documentati rimborsi spese o, più frequentemente, addirittura senza alcuna formale giustificazione: Padre Decaminada risulta essersi appropriato di oltre 2,1 milioni di euro», mentre Temperini ha effettuato prelievi non giustificati per oltre 250 mila euro.

Decaminada, in totale, avrebbe circa 4 milioni di euro: almeno 2,1 milioni dalle casse della Provincia Italiana ed altri 1,8 milioni gli sarebbero giunti da una serie di società «che ne hanno schermato la reale destinazione con una serie di fatture false emesse da un'altra società, rappresentata dal responsabile pro tempore del settore commerciale dell'Idi».

Le accuse ipotizzate dal Gip Capri per le tre persone colpite dall'ordine di arresto sono diverse, a seconda della loro posizione processuale. In particolare a Decaminada e Temperini si contestano l'appropriazione indebita, la bancarotta fraudolenta con riferimento al fallimento della società Elea-Formazioni Professionali dichiarato il 26 febbraio scorso dal tribunale di Roma, l'emissione di fatture false per operazioni inesistenti.

Al solo Temperini poi si contesta l'occultamento e distruzione di documenti mentre Antonio Nicolella chiamato a rispondere, soltanto di bancarotta fraudolenta per distrazione sempre con riferimento al dissesto della Elea-Formazioni Professionali.

Nell'ordinanza il magistrato sottolinea fra l'altro che l'Ente Ecclesiastico Provincia Italiana della Congregazione e Figli dell'Immacolata proprietario anche dell'Idi, di San Carlo di Nancy e Villa Paola ha subito una sistematica spogliazione dei suoi beni. Sottolinea inoltre lo stato di grave dissesto in cui si trova la Provincia Italiana tanto che il 24 ottobre scorso è stata presentata al Tribunale la richiesta di ammissione a concordato preventivo.