Aziende e Regioni

Legge salva-Ilva domani sotto la lente della Corte costituzionale. Il Wwf presenta due memorie

Domani mattina intorno alle 10 verranno trattati dalla Corte Costituzionale i due ricorsi presentati dal gip di Taranto Patrizia Todisco e dal tribunale dell'appello cautelare sulla legittimità della legge 231/2012 detta "salva-Ilva", con cui a fine dicembre il Parlamento convertì in norma il decreto legge varato dal governo circa venti giorni prima. Col decreto legge il governo autorizzò l'Ilva, ritenuta azienda di "priorità strategica nazionale", a rientrare in possesso degli impianti sequestrati nel luglio 2012 e riprendere la produzione di acciaio con lôimpegno di adeguare gli impianti alle prescrizioni dellôautorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero per l'Ambiente, contenute nella legge stessa. La legge consentiva anche all'Ilva di rientrare in possesso dell'acciaio sequestrato dalla magistratura perché ritenuto provento di reato (disastro ambientale ed avvelenamento di sostanze alimentari).
Secondo il gip Todisco la legge, votata dal Parlamento a fine dicembre 2012, vìola ben 17 articoli della Costituzione riguardanti principi come il diritto alla salute (piegato in favore delle ragioni della produzione), l'indipendenza della magistratura e l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge oltre che la convenzione dei diritti dell'uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Nell'ordinanza di 39 pagine con cui la gip rimise alla Consulta la valutazione della legge, il magistrato scrisse che "l'attività inquinante viene autorizzata per 36 mesi nonostante sia dannosa per la salute e l'ambiente" e che la legge "permette al potere esecutivo di bloccare e neutralizzare la doverosa iniziativa della magistratura, funzionale alla repressione e prevenzione di reati".

L'udienza è la seconda delle cinque a ruolo domani. Il verdetto potrebbe arrivare in serata o mercoledì. Relatore sarà il giudice Gaetano Silvestri. Si è costituito Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, rappresentato dagli avvocati Luisa Torchia, Francesco Mucciarelli ed Adriano Raffaelli. Alcuni allevatori, costretti ad abbattere centinaia di ovini avvelenati dalla diossina, si sono costituiti con l'avvocato Sergio Torsella. Nella stessa giornata è prevista una manifestazione di cittadini e ambientalisti di Taranto davanti a Montecitorio per sensibilizzare il Parlamento sull'emergenza ambientale che si vive a Taranto a causa dell'inquinamento.

L'azione del Wwf. Sempre domani il Wwf chiederà di intervenire nel giudizio presentando due memorie sul tema della tutela della salute e dell'ambiente.
"Non corrisponde al vero -n sostiene il Wwf - che il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alla salubrità dell'ambiente, riconosciuti dalla Costituzione e dalla carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, siano adeguatamente tutelati dal decreto Ilva".
Il Wwf ha presentato alla Consulta due memorie con le quali, "aderendo pienamente alle argomentazioni sollevate dai giudici di Taranto contro il decreto legge del Governo, ha voluto rendere ancor più forti le ragioni di netta contrarieta' ad un provvedimento che nega il diritto alla salute dei cittadini tarantini e degli stessi lavoratori attraverso procedure autorizzatorie ambientali poco incisive che possono costituire un grave precedente per future, analoghe vicende".
Secondo il Wwf nel decreto fortemente voluto dal Governo la tutela della salute - da intendersi anche come salubrità dell'ambiente - "è posta in secondo piano rispetto alle ragioni legate alla produzione e all'occupazione, non prevedendosi nessun blocco dell'attività produttiva inquinante e quindi delle emissioni nocive. In questo modo le norme impugnate non provvedono ad un bilanciamento dei diversi interessi in gioco".

"Al contrario si annienta completamente la salvaguardia della salubrità ambientale a favore degli interessi economici e produttivi, - continua il Wwf - ponendosi in contrasto con la consolidata giurisprudenza costituzionale che ha riconosciuto la tutela ambientale come diritto 'primario', 'assoluto' e 'inderogabile'".
Inoltre, il decreto Ilva, a giudizio del Wwf, "confligge con la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea sia con riferimento all'integrità fisica e psichica, sia al diritto alla salute, sia al principio di precauzione. Si sottolinea come quest'ultimo principio, che costituisce uno dei cardini della tutela ambientale europea, impone di adottare tutte le misure idonee a prevenire il pericolo, anche potenziale, di danni alla salute e all'ambiente.Tutti profili questi che il decreto Ilva non prende in considerazione, secondo il Wwf, e anche per questo in palese contrasto con la Costituzione".