Aziende e Regioni

In Veneto debuttano le schede ospedaliere e territoriali: sprint a ospedali di comunità e medicine di gruppo

Medicina territoriale potenziata con la nascita degli ospedali di comunità e delle medicine di gruppo integrate; nessun taglio dei posti letto ma riconversione di quelli per le acuzie in favore dei letti di comunità (che acquistano 36 unità); aumento dei primariati, da 727 a 754; potenziamento dell'emergenza-urgenza; mantenimento di tutte le eccellenze presenti negli ospedali per acuti suddivisi in hub di riferimento europeo (Ao di Padova e Verona), di riferimento provinciale (gli ospedali capoluogo) e in nosocomi di rete, tarati sull'assistenza di circa 200mila abitanti l'uno.

Sono i criteri cardine della riforma del Ssr che dà attuazione del Piano sociosanitario, definita «epocale» dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia che oggi ha presentato la delibera sulle schede di dotazione ospedaliera e territoriale. «Epocale - ha precisato il governatore - non solo perché arriva 17 anni dopo il precedente piano socio-sanitario, ma perché disegna un'organizzazione moderna e capace di essere efficiente per venti anni a venire. Il nostro tasso di ospedalizzazione è già oggi di 7 giorni contro i 30 di alcune Regioni, e con questa riforma manterremo la leadership nazionale». Tra le novità che Zaia ha definito «di civilità», le reti per la presa in carico del paziente dalla diagnosi alla guarigione, come le breast unit; gli hospice per i malati terminali; la scelta degli ospedali di comunità, dove un malato che non è più nella fase acuta e i pazienti cronici e anziani troveranno l'assistenza a loro più idonea; infine l'attivazione delle cure primarie h24, 7 giorni su 7. Settore, quest'ultimo, in cui sono già attivi 1.775 posti letto, ai quali se ne aggiungeranno 1.263 di nuovi, in coerenza con la revisione della rete ospedaliera.

«Questo è un lavoro lungimirante - ha aggiunto l'assessore alla Sanità Luca Coletto - anche per il forte rilancio della medicina del territorio, che porta la salute più vicina alle persone, l'80% delle quali non ha bisogno di un ospedale per acuti ma di cure e servizi diffusi sul territorio. Ora il tutto passa al vaglio della commissione Sanità del Consiglio regionale e siamo sin d'ora disponibili a valutare assieme ogni proposta diversa e migliorativa».

Per l'assessore al Sociale Remo Sernagiotto «l'ospedale di comunità» è una scelta innovativa e fondamentale, perché toglie ricoveri per acuti e garantisce maggiore assistenza e serenità alle persone e alle loro famiglie».

Nella stessa seduta la Giunta di oggi ha recepito e approvato le intese raggiunte il 31 maggio scorso con i medici di medicina convenzionata (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali) per lo sviluppo delle cure primarie nell'ambito del nuovo Piano sociosanitario. Il verbale d'intesa era stato sottoscritto dall'assessore Coletto e dal segretario regionale per la sanità Domenico Mantoan per la Regione e dai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei medici Fimmg, Snami, Smi, Intesa Sindacale, Cisl Medici, Sumai Assoprof, Federazione Medici Uil Fpl, Fimp.
Le parti concordano sugli obiettivi fissati per la riorganizzazione dell'assistenza territoriale, come precisato nel nuovo Piano sociosanitario, che individua le Aft e, a regime per la medicina generale e la specialistica ambulatoriale interna, le Medicine di gruppo integrate (MdGI), disciplinate dal contratto di esercizio.
Nell'accordo è specificato che la pianificazione aziendale per l'attuazione degli atti regionali di programmazione si realizza attraverso il Piano aziendale per lo sviluppo della medicina convenzionata, prevedendo per la medicina generale e la specialistica ambulatoriale interna un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2015, nel quale è possibile attivare le Medicine "in rete" e "in gruppo" come forme transitorie verso la medicina di gruppo integrata e a termine. Nel sistema veneto la Medicina di gruppo integrata si identifica con le Unità complesse cure primarie, di cui agli accordi sindacali nazionali e alle disposizioni della "legge Balduzzi".