Aziende e Regioni

Caso Lombardia: appello Oisg-Simm-Asgi per l'assistenza sanitaria ai migranti e il diritto al pediatra di base per i figli di immigrati irregolari

di Barbara Gobbi e Rosanna Magnano

Una mobilitazione di associazioni professionali e di volontariato si attiva contro la bocciatura da parte del Consiglio regionale lombardo della mozione che chiedeva alla Giunta e al Presidente della Lombardia l'attribuzione del Pediatra di Libera scelta ai figli di stranieri senza permesso di soggiorno. Lo segnala una nota dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi).

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Le maggiori associazioni di pediatri e le organizzazioni che lottano per la tutela dei diritti dei cittadini, stranieri e italiani, ma anche singoli cittadini hanno subito reagito, come testimonia sul proprio sito la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni , con comunicati, dichiarazioni e lettere alle istituzioni preposte.

Quindi le organizzazioni sono passati ai fatti. Da un lato Asgi, Avvocati per Niente e Naga hanno intrapreso un'azione civile presso il Tribunale di Milano affinché venga accertata la condotta discriminatoria della Regione Lombardia. E a livello nazionale l'Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (Oisg) con Simm e Asgi hanno avviato una raccolta di adesioni di gruppi, associazioni, a un Appello per una pronta applicazione in tutto il territorio nazionale delle indicazioni contenute nell'Accordo – Stato Regioni, da consegnare alla stampa e ai parlamentari il 18 luglio in occasione della presentazione del V Rapporto OISG: "OMS e diritto alla salute: quale futuro" (Roma, Camera dei Deputati, Sala del Cenacolo).

Le Associazioni sono unanimi, si legge nella nota dell'Asgi, nel ricordare alla Regione Lombardia come tale rifiuto si ponga chiaramente in contrasto con norme nazionali e internazionali volte a garantire la non discriminazione nella tutela della salute dei minori. La mancata assegnazione di un pediatra ai bambini stranieri significa, infatti, non poter garantire il diritto alle cure primarie ai gruppi più vulnerabili, aumentando le diseguaglianze sociali. Significa anche non migliorare l'efficienza sanitaria, attraverso la prevenzione, cosi' come previsto dall‘Accordo che la Conferenza Stato-Regioni, recentemente elaborato proprio allo scopo di rendere uniforme ed efficace l'accesso dei migranti ai servizi sanitari .

«Tuttavia, ad oggi, sono solo sette le regioni italiane - sottolinea l'Asgi - che hanno di fatto recepito tale accordo, non introducendo, al momento, alcuna significativa novità. In particolare si evidenzia purtroppo proprio la lentezza e l'indecisione sull' aspetto dell'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale dei minori, figli di immigrati senza permesso di soggiorno. Da rilevare anche il silenzio di un Ministero della salute che ha gli strumenti per porre fine all' indecisione diffusa».

PER ADERIRE ALL'APPELLO sulla tutela sanitaria degli immigrati
a partire del diritto di ogni minore ad avere il suo pediatra, inviare una mail a aderiscoappello@simmweb.it specificando il nome dell'associazione, gruppo, ente entro mercoledì 17 luglio 2013.

Sulla questione è scesa in campo anche la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). La Federazione ricorda che La dichiarazione dei Diritti del Fanciullo - approvata nel 1959 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e revisionata nel 1989, quando ad essa ha fatto seguire la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia -, afferma che ogni bambino senza discriminazione alcuna deve godere degli stessi diritti, compreso il diritto alla tutela sanitaria, che in Italia si avvale della pediatria di famiglia come forma di assistenza primaria e continuativa fondata sul rapporto di fiducia. Questo documento, recepito nell'ordinamento giuridico italiano nel 1991, impegna i Paesi membri per la tutela dei diritti del bambino.

«Non è quindi giuridicamente e soprattutto eticamente possibile - sottolinea una nota della Fimp - consentire che i figli di immigrati irregolari, i c.d. "bambini invisibili", non possano essere iscritti negli elenchi dei pediatri di famiglia: è una situazione inaccettabile che crea una grave diseguaglianza potenzialmente rischiosa per la salute di questi piccoli migranti. L'accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 ha definito nuove modalità interpretative per l'assistenza ai migranti irregolari, compresa l'assistenza dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia. Alcune regioni hanno già legiferato in materia, mentre in Lombardia questo diritto è stato negato. Assicurare le condizioni perché i bambini migranti crescano e si sviluppino nel migliore dei modi è un imperativo etico, e l'assistenza pediatrica è parte integrante e irrinunciabile di questo processo che ci chiama tutti in causa. I pediatri di famiglia della FIMP si sentono chiamati in causa in prima persona per dare voce e rivendicare, aldilà di qualunque colore politico, il diritto dei piccoli migranti irregolari ad usufruire dell'assistenza pediatrica primaria».