Aziende e Regioni

Trasfusioni, rete più snella e sicura in Lombardia

Più addetti nelle sedi di lavorazione; riqualificazione del personale delle sedi dismesse; processi di lavorazione del sangue in linea con i più avanzati standard europei; nove centri altamente specializzati che garantiranno la fornitura di sangue e derivati in tempi certi; risparmi su tempi spazi e risorse umane; nessun taglio nelle attività di raccolta sangue; più sicurezza per i cittadini e ottimizzazione delle risorse. Sono queste le novità annunciate dal vice presidente e assessore lombardo alla Salute Mario Mantovani, che questa mattina ha presentato la delibera di riorganizzazione delle attività trasfusionali regionali (v. allegato).

Una vera e propria dieta dimagrante nell'ottica dell'appropriatezza, della sicurezza e del risparmio: passano da 37 a 9 i centri altamente specializzati. Le sedi saranno a Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Niguarda, Macchi Varese, Policlinico, San Matteo di Pavia; e tra pochi giorni si deciderà, spiegano dalla Regione, tra Ao Salvini di Garbagnate e Ao Legnano. «Puntiamo a maggior sicurezza, maggior efficienza e naturalmente anche ai risparmi. Maggiore sicurezza perché stiamo parlando di sangue, della sua validazione, delle trasfusioni e della raccolta da vena a vena dal donatore al paziente», ha spiegato Mantovani. La stretta sul numero dei centri risponde innanzitutto all'esigenza di garantire la tutela delle operazioni in tutte le procedure. Le 9 strutture accreditate vedranno il potenziamento degli standard organizzativi e strutturali nel rispetto dei parametri qualitativi imposti dall'Europa, mentre nelle strutture periferiche rimarranno le risorse necessarie all'attività di raccolta e a quelle inerenti la medicina trasfusionale.

Queste le prospettive sul fronte dei possibili risparmi: 30-40% sul personale tecnico-infermieristico; 12% sulle risorse tecnologiche; 35% sulle risorse tecnologiche di stoccaggio; 30-40% sull'occupazione degli spazi.