Aziende e Regioni

Ricerca Cerismas: pubblico e privato in cerca di efficienza con i tagli ai servizi «no core»

Le aziende sanitarie pubbliche concentrano la loro spesa sui servizi sanitari, le aziende sanitarie private, invece, su quelli non sanitari. Ma per entrambi l'obiettivo è tagliare la spesa per i servizi no core con l'efficientamento del processo di gestione e la riduzione del prezzo di acquisto. Mentre il 30% delle aziende pubbliche, infatti, spende oltre 40 milioni l'anno per l'acquisto di servizi sanitari e per quelli non sanitari la maggior parte è tra i 20-30 milioni annui, il 64% delle aziende private spende meno di 5 milioni l'anno per l'acquisto dei servizi sanitari, mentre per l'acquisto dei servizi non sanitari il 34% delle aziende spende tra 5 e 20 milioni annui.

L'analisi della spesa per l'acquisto dei servizi "no core" nelle aziende private e pubbliche del settore sanitario l'ha fatta il Centro di ricerca e studi per il management sanitario (Cerismas), in collaborazione con Bravosolutions. All'indagine hanno partecipato 20 aziende sanitarie di cui il 20% Irccs e aziende ospedaliere. La natura giuridica delle aziende è per il 40% pubblica e il 60% privata e considerando i posti letto, il campione è di dimensioni medio/grandi con il 45% di chi ha risposto tra 100 e 300 posti letto compresi tra 100 e 500 e il 50% più di 500.

Cosa acquistano le aziende sanitarie
Tutte le aziende che hanno partecipato all'indagine spendono di più per l'acquisto di servizi alle persone (pulizie, servizi di ristorazione, smaltimento rifiuti, gestione documentale, vigilanza e guardiania, sportello informazioni, Ced, servizio postale interno ed esterno, lavanderia) e all'edificio (manutenzioni edili, conduzione e manutenzione impianti, gestione del verde, gestione delle utenze). E questa spesa è maggiore nelle pubbliche rispetto alle private. Dato confermato dal fatto che il 63% delle aziende pubbliche spende oltre 10 milioni l'anno per l'acquisto dei servizi alle persone e circa il 60% spende oltre 5 milioni per l'acquisto dei servizi all'edificio.

Le modalità di erogazione
Secondo la ricerca la spesa per manutenzione impianti, utility/energia, progettazione degli spazi, sicurezza, pulizie ambientali, smaltimento rifiuti, reception, vigilanza e ristorazione, avviene in outsourcing soprattutto nelle aziende pubbliche. Per le aziende private, c'è un lieve grado d'internalizzazione per il servizio di sicurezza (83%), di reception (75%) e di progettazione degli spazi (50%).

La spesa
L'indagine ha poi analizzato la spesa sostenuta dalle aziende sanitarie per l'acquisto da fornitori esterni dei servizi ritenuti più importanti. Per i servizi di utility ed energia e manutenzione impianti la spesa è maggiore nelle pubbliche rispetto alle private che hanno speso meno di 2 milioni nel 44% dei casi per il servizio di utility ed energia e nel 56% per il servizio di manutenzioni impianti.
I servizi di progettazione degli spazi e di sicurezza sono quasi tutti internalizzati. Nei pochi casi in cui le aziende hanno dichiarato di esternalizzarli, la spesa è comparabile.
La spesa per i servizi di pulizia ambientale, di smaltimento rifiuti, di reception, di vigilanza e di ristorazione, è maggiore nelle aziende pubbliche e solo per il servizio di smaltimento rifiuti è come nelle private: l'86% delle aziende pubbliche e il 75% delle aziende private spendono meno di e milioni l'anno.

Considerando la spesa sostenuta per posto letto dalle aziende sanitarie per l'acquisto da fornitore esterno del servizio di ristorazione, gli autori sottolineano che mentre ci si aspetterebbe che all'aumentare dei posti letto aumenti anche la spesa, le aziende di piccole dimensioni (0-300 posti letto) spendono tra i 4mila e i 13.500 euro per posto letto, una spesa mediamente maggiore di quella delle aziende di medio/grandi dimensioni che spendono tra i 1.400 e i 6.300 euro l'anno.

I processi di acquisto
Nelle aziende sanitarie private, la fase negoziale è gestita soprattutto dall'ufficio acquisti. Inoltre, l'ufficio di gestione e l'ufficio contratti svolgono un ruolo decisionale solo in alcuni casi, e raramente le aziende utilizzano consulenti esterni nella definizione dei requisiti tecnici e nella fase di monitoraggio.
L'utilizzo degli strumenti messi a disposizione da Mepa (il mercato elettronico della Pa), Consip e le Centrali regionali d'acquisto per le aziende pubbliche è molto "rarefatto", a eccezione delle gare bandite dalle Centrali regionali d'acquisto e soprattutto per i servizi all'edificio e allo spazio. Per il servizio di utility ed energia e per quello di sicurezza il 50% delle gare è stato svolto tramite Centrale regionale d'acquisto.


Anche l'utilizzo degli strumenti IT a supporto del processo di acquisto sembra poco diffuso. In particolare nessuna azienda utilizza il sistema dinamico d'acquisizione, ma l'IT è usata soprattutto per l'albo fornitori e la definizione dei fabbisogni (62,5%) e le gare telematiche (50%). E le aziende pubbliche dichiarano di non utilizzare l'IT per il costo di adozione elevato e la mancanza di competenze interne/conoscenze adeguate, mentre le private non li usano per l'assenza di strumenti tecnologici adeguati alle loro esigenze.


Le prospettive future
Secondo l'indagine le aziende private percepiscono l'importanza di modificare/migliorare tutte le macrofasi del processo di acquisizione, mentre quelle pubbliche apporterebbero modifiche e/o migliorie soprattutto nell'analisi del fabbisogno (65%) e nel monitoraggio delle performance (75%).
In generale, gli obiettivi strategici delle aziende sono la diminuzione della spesa per l'acquisto di servizi non sanitari e, quindi, l'efficientamento del processo di gestione con la conseguente riduzione del prezzo di acquisto.

Perché la ricerca
«Il Cerismas, con questa ricerca - spiega Americo Cicchetti, Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Economia Centro di Ricerca e Studi in Management sanitario - ha voluto attirare l'attenzione sull'importanza che lo sviluppo delle competenze e degli strumenti per gestire i servizi "non-centrali" (no-core), possono avere sull'intera gestione aziendale. La corretta gestione non solo può fornire un serio contributo all'efficientamento del sistema sanitario ma, ed è bene non dimenticarlo, è una chiave per migliorare la qualità delle cure e l'esperienza che ogni persona malata matura all'interno di una struttura sanitaria».

«Dalla ricerca sviluppata in collaborazione con Cerismas emerge l'urgenza, sentita sia dalle aziende private che dalle organizzazioni pubbliche interrogate - aggiunge Ezio Melzi, direttore generale BravoSolution Spa - di rivedere nel suo complesso il processo di acquisto e di gestione dei servizi non sanitari, con obiettivi sì di riduzione dei costi, ma senza rinunciare alla qualità desiderata. Le aziende capiscono l'importanza di spostare l'attenzione dal puro momento negoziale alle fasi pre e post gara, quali a esempio la definizione dei fabbisogni. Questo diverso approccio permetterebbe di attivare nuove leve di efficientamento e di riduzione dei costi garantendo però una qualità della prestazione coerente con quanto definito a capitolato, in particolare attraverso il forte presidio della fase di monitoraggio post gara».