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Piemonte, percorso Doc per la sclerosi multipla

Avviato presso l'AoU San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino) il primo percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) strutturato sulla sclerosi multipla, basato su una ricerca realizzata da SDA Bocconi, che ha fotografato l'iter del paziente e misurato la qualità dell'assistenza erogata dalla struttura. Prossimo obiettivo l'estensione del Pdta - premiato dal Presidente della Repubblica - a tutti i centri regionali.

La messa a punto del PDTA presso l'A.O.U. San Luigi Gonzaga di Orbassano - centro di riferimento regionale per la patologia - ha visto una fase iniziale di studio durata un anno e mezzo, realizzata da SDA Bocconi con il contributo incondizionato di Biogen Idec, che ha analizzato le implicazioni gestionali della presa in carico delle persone affette da sclerosi multipla. Oltre al team di neurologi del CReSM, la ricerca ha coinvolto la Direzione generale e quella Sanitaria e diverse altre strutture manageriali ospedaliere, al fine di mettere clinici e manager a confronto per migliorare la qualità dell'assistenza. Obiettivo di questa prima fase: fotografare il percorso del paziente dal suo primo contatto con la struttura ospedaliera e lungo tutto l'iter di diagnosi, terapia e follow-up, per mettere a fuoco gli snodi critici e misurare l'efficacia e la qualità dell'assistenza fornita, evitando ritardi nel trattamento o duplicazioni di esami e favorendo quindi un utilizzo ottimale delle risorse.

Lo studio dello SDA Bocconi ha evidenziato come il fabbisogno clinico e assistenziale cambi radicalmente al crescere della disabilità motoria; la figura del neurologo riveste quindi un ruolo molto diverso nelle varie fasi della malattia: prima unico decisore dell'approccio terapeutico più adeguato, nelle fasi più avanzate il neurologo si trova a gestire complicanze che richiedono il coinvolgimento di altre competenze, svolgendo così una funzione di coordinamento con il territorio e con altre figure socio-assistenziali.Nell'ambito della ricerca, i pazienti sono stati suddivisi in classi omogenee, sulla base del progressivo grado di disabilità, e attraverso una serie di indicatori condivisi è stato possibile valutare le loro esigenze e la qualità dell'assistenza attualmente fornita. Per ogni classe sono stati rilevati, ad esempio, il numero di quanti usufruiscono di terapie, RMN, ricoveri e visite ambulatoriali, permettendo così di individuare i macro percorsi che il paziente può seguire a seconda delle conseguenze che la malattia produce sull'abilità motoria.

E' risultato evidente che esistono due principali modelli di riferimento per la presa in carico dei pazienti con sclerosi multipla: nelle fasi meno avanzate della malattia sono più numerose le prestazioni relative ai trattamenti farmacologici (dall'assistenza ambulatoriale, al numero di pazienti in terapia). Per i pazienti con livello di disabilità superiore a 7,5 [misurata sulla scala EDSS: il punteggio da 0 a 10 indica valori crescenti di disabilità] i ricoveri diurni risultano ampiamente ridotti mentre aumentano i ricoveri non in ambito neurologico e si azzerano i trattamenti farmacologici per la sclerosi multipla, in linea con le evidenze scientifiche riguardo le attuali possibilità di cura per questa patologia. Gli indicatori individuati nella ricerca, utili per rilevare il mix di prestazioni erogate e per favorire una corretta allocazione nella pianificazione sanitaria, risultano anche validi indici di efficienza e appropriatezza terapeutica: è stato possibile, infatti, definire un indicatore che costituisse per i pazienti in ogni classe un appropriato criterio di eleggibilità alle terapie di prima e seconda linea.
L'applicazione del PDTA presso il CReSM di Orbassano ha già consentito alcuni miglioramenti concreti: è stato ad esempio notevolmente ridotto il numero di esami del sangue periodici, evitando ridondanze, con un minore disagio per il paziente e un risparmio per il Servizio Sanitario, ed è stata razionalizzata la procedura di RMN, modulandone la frequenza in base alle fasi della malattia e riducendo la durata dell'esame. Aver codificato le modalità di interazione con gli altri specialisti semplifica anche il lavoro del neurologo e riduce le attese per il paziente.

E' stata infine avviata la distribuzione di farmaci - prima reperibili solo in ospedale - anche presso le farmacie del territorio, agevolando il paziente e la logistica interna del Centro; e nella gestione delle telefonate dei pazienti è stata adottata una sorta di valutazione automatica della natura e dell'eventuale urgenza delle richieste per assicurare un riscontro in tempi adeguati a ogni necessità.L'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ha ora incaricato il CReSM e la Commissione Regionale per la Sclerosi Multipla di creare, in collaborazione con tutti i neurologi piemontesi, un PTDA regionale sulla sclerosi multipla.