Aziende e Regioni

Agenas, sinistri sanitari: nel 2012 oltre 12mila denunce nel pubblico. Modelli di gestione solo in sette Regioni

«Negli ultimi anni si è registrato un allarmante incremento del numero di contenziosi in ambito medico perché da un lato le innovazioni scientifiche terapeutiche e diagnostiche hanno accresciuto l'aspettativa di sicurezza e di buona performance della cura, dall'altro la maggiore presa di coscienza dei propri diritti da parte del cittadino ha contribuito ad un incremento della litigiosità in questo settore». A dirlo è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel messaggio di saluto inviato in occasione del convegno "Sinistri, buone pratiche e responsabilità professionale in sanità" organizzato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

«Sul tema della responsabilità professionale medica - ha proseguito il ministro - è intervenuto il decreto legge 158 del 2012, che ha dato una prima risposta alle criticità. Ma le disposizione introdotte non hanno certamente la pretesa di risolvere tutti i problemi connessi a questo tema ma, sicuramente, hanno gettato un sasso nello stagno riproponendo un argomento che deve essere affrontato e disciplinato al fine di garantire ai professionisti la giusta serenità nell'esercizio della propria attività e di restituire fiducia ai cittadini incorsi in casi di malpractice, a tutela del buon funzionamento del Ssn».

Bissoni (Agenas): 12mila denunce nel 2012
Per quanto riguarda la situazione dei sinistri sanitari si sono registrate «oltre 12.000 denunce nel 2.012 nelle sole strutture sanitarie pubbliche. Numeri provvisori, che non includono i dati di 3 Regioni e che vanno correlati all'impressionante numero prestazioni sanitarie forniti, pari a oltre nove milioni di ricoveri e circa un miliardo di prestazioni specialistiche», ha spiegato Giovanni Bissoni, presidente Agenas, al convegno.

«Il sistema assicurativo, solo per il pubblico vale intorno al miliardo di euro», a cui aggiungere assicurazione diretta, costi amministrativi gestionali e costi indiretti, come la medicina difensiva, ha spiegato Bissoni.

Insoddisfazione dell'utenza, preoccupazione dei professionisti e insostenibilità finanziaria sono i nodi principali. A ciò si aggiunge, ha detto Bissoni «un quadro normativo insufficiente e percorsi formativi inadeguati».

Montaldo (comitato di settore): un tema non più rimandabile
Al netto degli «scarsissimi risultati dati dallo strumento della conciliazione anche in sanità», molti restano i margini di intervento: in primo luogo è urgente introdurre «tabelle uniformi per l'indennizzo dei danni». Quello della responsabilità professionale è «un tema su cui ci si è a più riprese confrontati in Parlamento e non più rimandabile, ha detto nel saluto introduttivo Claudio Montaldo, presidente del comitato di settore Regioni-Sanità, che ha aggiunto «bisogna individuare le modalità con cui affrontarlo».

Indagine Agenas: in regola solo sette Regioni
Sui sinistri in sanità l'Agenas ha anche pubblicato i risultati dell'indagine sui modelli regionali di gestione sinistri e polizze da cui emerge che sette Regioni, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, e Trento hanno un sistema di gestione di sinistri a regime , altre due, Sicilia e Veneto, in fase sperimentale e dodici Regioni, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d'Aosta e Bolzano, in fase di avvio.

Il costo dei sinistri
Il costo medio del risarcimento liquidato in caso di danni dovuti a responsabilità medica è di circa 40 mila euro e la grande maggioranza dei sinistri denunciati, circa il 63%, riguarda casi di lesioni personali, mentre i decessi ne rappresentano l'11%. È quanto emerge dai dati presentati al convegno. L'importo varia a livello regionale ed è lievemente superiore
rispetto a quanto emerge dai dati dell'Ania, l'associazione che riunisce le imprese assicurative, che parla di un importo medio liquidato a livello nazionale pari a 35 mila euro per sinistro.

Secondo il rapporto, realizzato in collaborazione con il Comitato tecnico delle Regioni per la Sicurezza del Paziente, l'indice di sinistrosità, ovvero la frequenza con cui si verificano malpratice che vengono denunciate, è pari a 13 su 10 mila casi.