Aziende e Regioni

Lazio, Zingaretti: «Nel 2016, dopo 9 anni, vogliamo portare la Regione fuori dal commissariamento»

«L'obiettivo finale della legislatura è quello di restituire alla Regione una sana e ordinaria capacità di governo. Già nel 2016, dopo 9 anni, vogliamo portare la regione fuori dal commissariamento, riaffermare il ruolo di una leadership politica legittimata dai risultati raggiunti, e un governo della sanità fondato su una nuova programmazione autonoma, trasparente, affidabile, condivisa», ha detto il presidente della Regione Lazio e commissario ad acta della sanità Nicola Zingaretti, durante il suo intervento in consiglio regionale per una seduta dedicata proprio alla sanità della Regione.
«Abbiamo un indirizzo chiaro: non ci interessa chi eroga i servizi, se pubblico o privato - ha aggiunto - ci interessa la qualità dei servizi in rapporto ai costi, in un sistema che tende verso di più verso un modello di costi standard».

Disavanzo in calo
«Possiamo certificare un dato molto positivo - ha speigato Zingaretti - che vede il disavanzo 2012 attestarsi a 605 milioni, e il disavanzo 2013, nonostante il taglio di 97 milioni ricevuto sul fondo sanitario nazionale, in ulteriore calo a 540 milioni. Il ministero ha approvato il cronoprogramma che abbiamo presentato per la certificazione dei bilanci e su cui stiamo andando avanti».

Posti letto e ospedali
«Stiamo lavorando sui programmi operativi, necessari ad allineare il numero di posti letto per abitante agli standard nazionali, obiettivo fondamentale per lo svincolo dell'extragettito derivante dall'abbattimento del deficit, pari, sulla base delle proiezioni attuali del gettito Irpef e Irap, a 100 milioni per il 2013 con una proiezione a 280 milioni per il 2014 - ha aggiunto - escludo che questo significhi la chiusura di 5 ospedali romani (Oftalmico, Eastman, Cto, Nuovo Regina Margherita e Forlanini). Molti sono anzi oggetto di rilancio e individuazione di nuove missioni: cito per tutti il protocollo Cto-Inail».

Rapporto ospedale-territorio
«Vogliamo costruire un modello equo e sostenibile perché capace di offrire risposte strutturali a quelle che io ritengo le tre grandi emergenze che oggi caratterizzano la sanità del Lazio», ha prooseguito Zingaretti.
«Lo squilibrio geografico tra centro e periferia, impoverita dalla chiusura di molte strutture, dall'assenza di un'offerta alternativa agli ospedali, dall'errore e dall'inefficacia del sistema delle macroaree che ha prodotto una desertificazione dei servizi nelle province - ha spiegato - la fragilità o inesistenza della sanità nel territorio, prigioniera di un modello ospedale-centrico; oggi la spesa sanitaria del Lazio é dedicata per il 52% alla sanità ospedaliera, per il 48% al territorio e alla prevenzione. Entro tre anni vogliamo invertire questa proporzione, avvicinandoci alla ripartizione di spesa delle esperienze più virtuose oggi presenti in italia. La marginalizzazione di una nuova generazione di professionalità, e l'assenza di un ricambio di competenze e di esperienze a causa dalla rigidità del blocco del turnover. Un blocco del turnover che da troppi anni sta tenendo fuori dal sistema un'intera generazione di medici e operatori sanitari. A questa nuova generazione dobbiamo dare risposte forti e inclusive: dentro il patto per una nuova sanità, deve esserci anche un patto generazionale».

La mobilità
«Dobbiamo passare dalla stagione dei tagli alla stagione della trasformazione. Solo così possiamo superare il paradosso di una regione dove si forma il 25% dei medici italiani e che ha un saldo della mobilità sanitaria passivo, con i propri cittadini che vanno a chiedere servizi e prestazioni ad altre regioni. Su questo siamo pronti a costruire accordi con le Regioni confinanti per gestire insieme i flussi della mobilità sanitaria», ha aggiunto il presidente della Regione. «E vogliamo sbloccare gli investimenti in tecnologie e strutture che vede il Lazio incredibilmente fermo al 51% di utilizzo dei fondi disponibili: investimenti vitali per innalzare l'offerta di servizi in risposta a bisogni più variegati e complessi».

Il personale
«Sul personale posso annunciare che siamo finalmente rientrati nelle prescrizioni del piano di rientro che prevedono una spesa pari a quella del 2004 ridotta dell'1,4%. Un risultato che ci consentirà di porre con maggiore forza e credibilità il tema del precariato e dello sblocco del turnover», ha spiegato Zingaretti. «Entro novembre, come annunciato, prorogheremo i contratti a tempo determinato per dare certezze a tanti lavoratori e lavoratrici che vivono da anni nel precariato e che non possono rimanere appesi fino all'ultimo giorno a una decisione che determinerà il loro futuro annuncio inoltre che è nostra intenzione porre già al prossimo tavolo nazionale, e quindi al Governo, un piano per l'avvio della stabilizzazione dei precari che riteniamo a questo punto credibile».

Riorganizzazione della rete
«Posso annunciare che nei programmi operativi saranno contenute tutte le iniziative volte a potenziare i grandi bacini di Lazio Sud e Lazio Nord e che avvieremo una riorganizzazione delle Asl cominciando dall'area romana con l'organizzazione di servizi di Area Vasta che non saranno più lasciati all'autonomia di ogni singola azienda ma gestiti unitariamente per il personale, per l'informatica, per la logistica, per l'amministrazione. Su questo é importante che anche in consiglio si sviluppi un confronto aperto e senza pregiudizi».
«Qualità significa sicurezza degli utenti. Promuovere la qualità della rete ospedaliera significa anche attuare una riorganizzazione che tenga conto di una verità empirica: l'esito della qualità delle prestazioni é direttamente proporzionale al volume delle prestazioni erogate - ha aggiunto - pertanto chi ha scarsi volumi, come alcuni piccoli ospedali, rischia in forma trutturale di non fornire un'assistenzaadeguata».
«Abbiamo bisogno di grandi ospedali, strutture complete e ad alta intensità di cure in grado di curare davvero chi si presenta a un pronto soccorso- ha concluso zingaretti- e non di lasciarlo su una barella o doverlo trasferire altrove perché mancano i reparti, i medici specializzati, le strutture per intervenire su patologie complesse».

Piani di rientro, si cambia
«In accordo con le altre Regioni, e con il lavoro che si sta portando avanti sul nuovo Patto della salute, riteniamo fondamentale rivedere la logica che ha guidato fin a oggi l'impostazione dei piani di rientro. E' necessario che il governo regionale della salute risponda non solo dell'applicazione delle disposizioni di razionalizzazione dei costi, ma anche degli sforzi che compirà per costruire un sistema di assistenza territoriale efficace. Perché solo da una riorganizzazione del sistema, e partendo da un'analisi dei fabbisogni, si producono risparmi strutturali e sostenibili».
«Non credo questa sia una battaglia di una maggioranza ma può esserlo di tutto il Consiglio. D'altronde non ho affatto problemi ad ammettere che su questi punti già in campagna elettorale si è rilevata una convergenza tra programmi diversi a cominciare dal collega Storace - ha aggiunto - ciò non significa allentare la pressione del governo sul rispetto degli obiettivi e del loro timing. Noi vogliamo azzerare il deficit sanitario del Lazio che oggi viene pagato con una insostenibile pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese. E su questo obiettivo andremo fino in fondo, ma vogliamo perseguire questo obiettivo cambiando e non solo tagliando».

Integrazione sociosanitaria
«La nostra stella polare è la costruzione di una vera integrazione socio-sanitaria e di un nuova rete di cure sul territorio. Questo processo ha due atti fondanti. Il primo é l'approvazione della legge quadro sui servizi sociali, approvata dalla Giunta all'inizio di ottobre, che recepisce dopo un vuoto di 13 anni le indicazioni della legge 328 del 2000 sui servizi sociali e pone le basi dell'integrazione socio-sanitaria. L'altro atto fondante é il decreto sulle case della salute che traduce l'obiettivo dell'integrazione socio-sanitaria nell'innovazione del sistema sanitario».
Nella fase iniziale, saranno aperte almeno 5 case della salute e i territori interessati saranno sia le province che l'area metropolitana di roma. Gradualmente si procederà con l'attivazione negli altri territori - ha aggiunto - il lavoro per arrivare alle prime aperture é già in una fase avanzata. Nei prossimi giorni sarà stipulato un protocollo con i direttori generali i cui territori saranno coinvolti nell'avvio delle prime case della salute, per la stesura di un piano esecutivo con l'indicazione dei tempi di realizzazione, delle risorse economiche egdel personale. Siamo cioé già nel pieno della fase di ricostruzione della nostra sanità».