Aziende e Regioni

Rapporto Onda: la medicina di genere per ridurre i costi sanitari

Aumenta, seppure di poco, l'aspettativa di vita per le donne italiane che nel 2011 era mediamente 84,5 anni contro i 79,4 anni per gli uomini: si mantiene il vantaggio femminile in termini di sopravvivenza, anche se il divario tra generi continua a ridursi. Dalla comparazione dei tassi di ospedalizzazione non emergono differenze significative tra uomini e donne, mentre i livelli di consumo di farmaci risultano più elevati per la popolazione femminile (42,92% vs. 34,31%), registrandosi tuttavia una modesta contrazione rispetto al 2009 (44,62%).

Questi alcuni dati sullo stato di salute delle donne italiane "fotografato" nella IV edizione del Libro bianco di O.N.Da, realizzato grazie al contributo di Farmindustria e presentato oggi a Roma in occasione di una conferenza stampa.

L'analisi degli indicatori di salute e malattia nelle diverse regioni italiane evidenzia le aree più critiche della salute femminile. Si registra un incremento dell'incidenza e della prevalenza di tutti i tumori maligni nelle donne con una differenza Nord-Sud a svantaggio del Settentrione, anche se il tasso standardizzato di mortalità è quasi doppio per gli uomini (35,60 vs 19,39 per 100.000 abitanti).

La prevenzione oncologica si è molto sviluppata nell'ambito degli screening organizzati ed è migliorata su tutto il territorio nazionale, anche se persiste una differenza tra macro-aree geografiche. In particolare, per quanto riguarda la vaccinazione anti-Papilloma virus, la copertura raggiunta risulta ancora disomogenea e ben lontana dagli obiettivi prefissati. I dati sulle malattie ischemiche confermano le marcate differenze di genere, con tassi di ospedalizzazione più che doppi negli uomini rispetto alle donne (961,7 vs 341,1 per 100.000 abitanti).

Nell'ambito della salute mentale, il tasso di ospedalizzazione per i disturbi psichici da abuso di droghe è maggiore per gli uomini ma si registra un aumento tra il genere femminile, in particolare nella fascia di età 45-54 anni.

In tema di salute materno-infantile, permane un'alta percentuale di tagli cesarei (38,71%), con un range che varia da un minimo del 23,99% in Friuli Venezia Giulia a un massimo del 61,72% in Campania, mentre i punti nascita sono diminuiti, così come il numero di strutture con TIN (Terapia Intensiva Neonatale), che eseguono meno di 800 parti /anno; rimane ancora molto lavoro da fare per riorganizzare la rete assistenziale secondo le linee di azione tracciate dal Programma Nazionale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni del 2011. Necessario promuovere un'ottica di genere in materia di salute, per migliorare l'appropriatezza preventiva e prescrittiva, garantendo la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

Le considerazioni che emergono sulla base dei dati epidemiologici e degli indicatori presentati nel volume evidenziano come le differenze di genere nella salute siano ancora un punto cruciale da affrontare per la Sanità Pubblica. C'è quindi bisogno di adottare sempre più strategie d'intervento nella programmazione sanitaria orientate alle differenze di genere, così da realizzare un'offerta di servizi sanitari omogenea sul territorio e campagne di prevenzione "a misura di donna" che siano di alta qualità e accessibili a tutte.

«Questa quarta edizione del Libro bianco -dichiara Francesca Merzagora, Presidente dell'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da)- prosegue l'approfondimento sullo stato di salute della popolazione femminile avviato nel 2007. Nell'ottica di promuovere una medicina gender oriented è, infatti, prioritario conoscere lo stato di salute delle donne, evidenziare le criticità, individuare le differenze regionali nonché identificare le necessità di carattere sanitario-assistenziale, aspetti questi che vengono analiticamente presentati all'interno del volume.
L'analisi trasversale degli indicatori "al femminile" documenta che lo stato di salute delle donne è complessivamente buono, anche se permangono tra macroaree geografiche e singole regioni marcate differenze in termini di distribuzione del benessere, accessibilità e appropriatezza dei servizi offerti, con il Meridione e le Isole in posizione nettamente più svantaggiata rispetto al Centro e al Nord. Il volume mantiene l'impostazione tradizionale, dando anche spazio a nuove tematiche di grande attualità, quali la sostenibilità del SSN e l'accessibilità ai farmaci innovativi.
Per la sezione dedicata agli approfondimenti sono state scelte tematiche di rilevanza clinico-epidemiologica e socio-economica, tra cui: le malattie a trasmissione sessuale, che registrano anche nel nostro Paese un preoccupante trend di crescita; la sclerosi multipla, patologia tipicamente declinata al femminile ad elevato impatto invalidante; il dolore cronico, che nella sua declinazione al femminile presenta peculiarità cliniche e terapeutiche ad oggi ancora sottovalutate e poco conosciute; la salute materno-infantile, con particolare rifermento alla depressione perinatale, alla riorganizzazione della rete dei punti nascita e alla nascita pretermine».

«Il quadro che emerge da questo volume -dichiara il Professor Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma- evidenzia una condizione di benessere fisico complessivamente buona della popolazione femminile, ma rileva l'urgenza sia di promuovere campagne preventive più mirate e politiche socio-sanitarie in grado di assicurare il mantenimento e il miglioramento delle generali condizioni di salute, sia di favorire il potenziamento e/o l'adeguamento dell'offerta dei servizi, spesso insufficienti e poco rispondenti alle esigenze dell'utenza.
É indispensabile una programmazione che consenta di allineare l'offerta dei servizi sanitari e le modalità operative delle strutture e che operi a supporto delle scelte decisorie di razionalizzazione delle risorse in modo consapevole e ragionato. D'altro canto, la grave situazione in cui versa oggi il bilancio dello Stato italiano richiede rigore nei conti pubblici, ma induce a valutare, in un settore delicato e cruciale come quello sanitario, anche le possibili ripercussioni sulla salute pubblica».

«Sostenibilità del Servizio sanitario Nazionale e accessibilità ai farmaci innovativi – afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria – sono alcuni dei temi contenuti nel Libro bianco curato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna. Aspetti collegati fra loro. I farmaci innovativi sono un'opportunità per tutti i pazienti, non solo le donne, e un investimento per il Ssn perché rendono non necessari molti interventi chirurgici. Da parte sua, l'industria farmaceutica è sempre più impegnata per favorire la medicina di genere, correttamente intesa e promossa. Nel mondo oggi si contano più di 850 farmaci in sviluppo per le malattie che colpiscono il genere femminile. Anche in Italia cresce il numero degli studi clinici che coinvolgono solo donne, la maggior parte dei quali (oltre il 64%) nell'area oncologica. Dati che testimoniano l'impegno del settore, ma non ci inducono ad accontentarci. È una sfida che gli imprenditori del farmaco raccolgono volentieri facendo leva sul lavoro fondamentale delle tante donne che popolano le imprese farmaceutiche: oltre il 40% degli addetti e più del 50% dei ricercatori».

Questa la sintesi del volume

Popolazione femminile
Per inquadrare il contesto è stata analizzata, da un punto di vista demografico, la popolazione generale ed in particolare quella femminile.
Il quadro che emerge dal volume evidenzia una condizione di benessere fisico complessivamente buona della popolazione femminile, ma rileva l'urgenza sia di promuovere campagne preventive più mirate e politiche socio-sanitarie in grado di assicurare il mantenimento e il miglioramento delle generali condizioni di salute, sia di favorire il potenziamento e/o l'adeguamento dell'offerta dei servizi, spesso insufficienti e poco rispondenti alle esigenze dell'utenza.
Si confermano alcune situazioni di criticità quali:
- il tasso di fecondità totale resta inferiore al livello di sostituzione che garantirebbe il ricambio generazionale;
- l'incidenza della povertà assoluta riferita alle famiglie è in aumento;
- le condizioni di sovrappeso e obesità sono entrambe in aumento;
- le donne rappresentano la quota maggiore di "pigre";
- il tasso di ospedalizzazione per disturbi psichici da abuso di droghe è in aumento;
- per il ricorso al Taglio Cesareo non si è ancora evidenziata un'indicativa inversione di tendenza;
- la quota di consumo di farmaci è significativamente più alta.
Alla luce di tali evidenze, è indispensabile una programmazione che consenta di allineare l'offerta dei servizi sanitari e le modalità operative delle strutture e che operi a supporto delle scelte decisorie di razionalizzazione delle risorse in modo consapevole e ragionato.
D'altro canto, la grave situazione in cui versa oggi il bilancio dello Stato italiano richiede rigore nei conti pubblici, ma induce a valutare, in un settore delicato e cruciale come quello sanitario, anche le possibili ripercussioni sulla salute pubblica.

Sostenibilità del Ssn
Il primo paragrafo illustra come un orientamento di genere nella Medicina non può che portare un risparmio nelle casse del SSN: a titolo di esempio, risulta che la maggior parte dei ricoveri delle donne è dovuta ad una reazione avversa ad alcuni farmaci e ai relativi dosaggi. In sintesi, un'ottica di genere permette la valutazione delle differenze di outcome terapeutici tra uomo e donna diminuendo gli errori nelle prescrizioni, aumenta la sicurezza dei trattamenti farmacologici e garantisce un'adeguata appropriatezza terapeutica, oltre ad avere un impatto positivo sui fattori socio-economici e culturali. Il secondo paragrafo è incentrato sulle difficoltà di realizzazione e mantenimento dell'assistenza universalistica proprie del SSN italiano, causate in primo luogo dalle divergenze tra potenzialità della scienza medica e risorse disponibili, l'inadeguatezza di elementi gestionali e i poco diffusi sistemi valutativi. Inoltre la "medicina difensiva", allo scopo di evitare contenziosi legali, comporta un eccessivo utilizzo di prestazioni sanitarie e prescrizioni mediche, gravando sulla spesa sanitaria per oltre 10 miliardi di euro. Il capitolo si chiude con un paragrafo dedicato all'importanza della diffusione di una cultura della prevenzione, in linea con le politiche dell'Unione Europea e dell'Agenzia Esecutiva per la Salute e i Consumatori, che porterebbe alla prevenzione delle malattie, alla promozione di uno stile di vita più sano ed infine alla protezione delle persone dal rischio di pandemie.

Accesso all'innovazione farmacologica
Questo capitolo inquadra prima di tutto lo stato dell'arte dell'innovazione farmacologica nel XXI secolo, individuando nella terapia genica, nel trattamento chemioterapico e nella riduzione dell'invasività in campo chirurgico i principali passi avanti. Pone anche un campanello d'allarme sul previsto incremento della spesa sanitaria pubblica a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell'introduzione di farmaci innovativi. Il secondo paragrafo affronta l'annosa questione delle diseguaglianze regionali nell'accesso alle terapie farmacologiche, individuabili nella scarsa omogeneità dell'applicazione del ticket, inteso più come strumento di finanziamento che di controllo della spesa, e nelle diverse modalità e tempistiche di adozione dei nuovi farmaci a causa dei Prontuari Farmaceutici Regionali. Il rischio, causato dalle criticità della finanza pubblica, è la riduzione dell'accesso alle cure da parte del cittadino. L'ultimo paragrafo è dedicato agli sviluppi della ricerca sulle patologie femminili con particolare riferimento al tumore al seno e al vaccino contro l'HPV.

Sclerosi Multipla (SM)
Questa patologia è stata selezionata tra le tematiche di approfondimento, in quanto tipicamente declinata al femminile; in particolare, si tratta di una malattia che colpisce soprattutto le giovani donne in età fertile, dunque nella fase più florida e produttiva della loro esistenza, e che ha un elevato impatto invalidante. In ragione della natura cronica, del decorso imprevedibile caratterizzato da riacutizzazioni, del quadro clinico progressivamente invalidante, nonché dell'insorgenza in giovane età, la sclerosi multipla è stata identificata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità tra le malattie socialmente più costose. Nel capitolo viene presentato il quadro clinico-diagnostico della patologia, che evidenzia la necessità di un approccio altamente specializzato e multidisciplinare. L'analisi degli aspetti terapeutici sottolinea come, dopo gli anni '90, la SM sia diventata non solo "attaccabile", intervenendo sui meccanismi alla base dell'infiammazione, ma anche "curabile", grazie all'introduzione dell'interferone beta che ha aperto le porte a nuove molecole in grado di rallentare il decorso della malattia.

Depressione perinatale
Dopo una breve descrizione epidemiologica del fenomeno sul territorio nazionale, si passa all'identificazione dei possibili fattori di rischio, trattandosi di patologia ad eziologia multifattoriale. Viene sottolineata la necessità di adottare percorsi di prevenzione, diagnosi e terapia altamente specializzati attraverso una sinergica collaborazione tra territorio e ospedale, per garantire adeguata assistenza a tutte le donne che affrontano il delicato periodo della gravidanza e del puerperio. Fondamentale è, infine, la promozione di iniziative di sensibilizzazione della popolazione e della classe medica, trattandosi di una problematica di estrema rilevanza e complessità, ancora oggi troppo sottovalutata e che troppo spesso non viene diagnosticata.