Aziende e regioni

Lombardia a caccia di alta specialità, 17 chiusure entro maggio

Per 17 reparti superspecialistici lombardi - 7 pubblici e 10 privati - scatta l'ora della riconversione che dovrà concludersi entro maggio, completando il riordino della rete dell'alta specialità già avviato dalla Giunta Formigoni. A prevederlo è la delibera approvata su proposta del vicepresidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani, nella seduta del 20 dicembre, che ha varato anche le Regole di sistema per il 2014.

L'intervento - che riguarda 5 unità di emodinamica, 2 di cardiochirurgia, 5 di chirurgia vascolare, 3 di chirurgia toracica e 2 di neuriochirurgia - punta a migliorare qualità e sicurezza per i pazienti concentrando le unità operative di alta specialità nelle strutture in grado di garantire una casistica adeguata ma dovrebbe consentire anche risparmi fino a 25 milioni di euro completando il percorso di razionalizzzazione previsto co la L. 135/2012 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, art. 15). L'intervento in tema di strutture non riguarderà solo l'alta specialità ma anche la rete dei punti nascita - avviando alla chiusura quelli con meno di 500 parti l'anno - dei laboratori analisi e dei centri trasfusionali, destinati a scendere da 37 a 9.

La riorganizzazione rientra nel quadro delle nuove Regole del sistema sanitario per il 2014 varate dalla Giunta all'insegna dei criteri di appropriatezza, qualità e standard avendo chiaro - spiega la delibera X/1185 - che «la prima sfida da affrontare per il sistema sanitario regionale sarà il tema della cronicità», da declinare affrontando una «revisione del modello di governance complessivo che incida sui meccanmismi di programmazione, finanziamento, committenza e produzione».

Caposaldo della riorganizzazione, oltre al completamento del sistema a rete per l'assistenza ospedaliera che passa anche per gli interventi in materia di alta specialità, la definizione di un assetto organizzativo in grado di spostare l'asse di cura dall'ospedale al territorio prevedendo anche in questo ambito la piena separazione tra fuzioni di erogazione e funzioni di programmazione e controllo e l'aggregazione di diverse strutture e funzioni (acquisti, edilizia sanitaria, concorsi ecc.) per una maggiore efficienza amministrativa. Decisiva in quest'ottica la creazione di un "polo territoriale" riconoscibile attraverso il quale garantire al cittadino l'erogazione di tutte le prerstazioni di base comprese le cure primarie, anche urgenti, e la valutazione multidimensionale del bisogno.

A garantire più forza alla programmazione territoriale sarà proprio una delle principali misure contenute nelle Regole 2014: le Asl potranno definire quali prestazioni si attendono dalla rete dell'offerta e i direttori generali avranno più libertà e responsabilità. E scenderà in pista anche la revisione dei contratti con gli erogatori privati nonché l'apertura "governata" a soggetti accreditati ma non a contratto, prevedendo il riparto dell'8% del budget ambulatoriale con procedure di selezione definite dalla Asl, in base alle necessità del territorio.