Aziende e regioni

ANTEPRIMA Calabria, piano di rientro: pungolo ai commissari

di Sara Todaro

Oltre 200 milioni di euro di debiti pregressi certificati e ancora da sanare a partire dal 2008, un disavanzo 2013 prima delle coperture di 76 milioni di euro e tanti - forse troppi - adempimenti ancora da verificare. Un bilancio tra luci e ombre quello delineato dal tavolo di monitoraggio dei Lea per la Regione Calabria nella seduta del 4 dicembre.Con un deciso richiamo a commissario e sub commissari a far marciare di più il Piano di rientro.

L'indicazione vale ad esempio nel caso della mancata elaborazione del bilancio consolidato del Ssr. "Non è colpa degli uffici regionali, bensì del mancato invio dei bilanci d'esercizio da parte di lcune aziende sanitarie" - riconosce il documento conclusivo redatto dal Tavolo di monitoraggio. - Ma accompagna l'ammissione alla richiesta di conoscere «i provvedimenti che la struttura commissariale intende assumere nei confronti dei Direttori generali che non si adoperano per assicurare il puntuale assolvimento delle funzioni dirigenziali connesse agli adempimenti in tema di bilancio d'esercizio, sia in termini di retribuzione di risultato, sia, eventualmente, in termini di verifica della capacità di adempiere alle proprie funzioni di governo». Un invito ineludibile, insomma, ad utilizzare la frusta con i manager inadempienti.

Suona allo stesso modo pressante la richiesta a commissario e sub commissari di considerare come «specifico obiettivo» della loro azione l'attuazione del Piano di rientro, provvedendo ad aggiornare a strettissimo giro il Programma operativo 2013-2015 ritenuto carente sotto più punti vista e tutt'ora pieno di incredibili zone d'ombra. Nell'ordine - stando al documento - restano da chiarire le procedure di definizione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e lo stato dell'arte della sottoscrizione dei contratti da parte degli erogatori privati; manca un cruscotto di sintesi con il numero dei posti letto attuali (ordinari e DH) suddivisi per struttura pubblica e privata, per disciplina e con indicazione delle unità operative semplici e complesse; servono informazioni dettagliate sulla rete delle attività trasfusionali e sul ritardo degli interventi necessari per prevenire il ripetersi di eventi avversi quali quelli verificatisi nella AO di Cosenza; tarda ad apparire un piano di riorganizazione delle attività distrettuali e della rete dell'emergenza-urgenza.

E anche là dove qualcosa faticosamente si sta muovendo, gli spazi di miglioramento paiono praterie. E' il caso delle criticità sui Lea: «nonostante le condizioni ambientali difficili, anche in termini di coordinamento con le strutture regionali, e considerando la situazione in cui la regione Calabria versava prima del Piano di rientro» - si legge nel documento - qualche risultato positivo c'è stato, ma «necessita di essere consolidato, poiché alcuni livelli di assistenza sono ancora erogati in maniera difforme sul territorio e con margini miglioramento in termini di efficienza e appropriatezza».

Il bilancio finale: per la verifica degli adempimenti per gli anni fino al 2011 serve un supplemento d'indagine; per qurlla relativa al 2012 mancano ancora "le carte".

E sul tappeto resta ancora quella stima di 224,820 milioni di euro di debito non coperto al 31 dicembre 2012, scontando l'accesso alle risorse Fas per 578 milioni che al momento «non sono ancora disponibili e sono vincolate alla riprogrammazione del "Piano Sud", ancora non documentata». Senza dimenticare che la cifra è al netto degli ulteriori oneri oneri relativi agli ammortamenti non sterilizzati degli anni pregressi e non ingloba l'effetto della stima del gettito dell'ulteriore maggiorazione delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all'Irpef per l'anno d'imposta 2013, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30. Come dire che al prossimo appuntamento il conto potrebbe risultare ancora più salato.