Aziende e regioni

Bissoni (Agenas) e Montaldo (commissione Salute): no a un ministero della Salute di serie B e avanti tutta sul Patto

No all'ipotesi di un ministero della Salute debole, di serie B, inglobato in un maxi dicastero del Welfare. L'altolà è arrivato dall'Agenas ed è stato ribadito dalle Regioni e dai medici di medicina generale , a margine del convegno "Cure primarie h24. Chronic care model e medicina di iniziativa", organizzato oggi a Roma. L'occasione, anche, per rilanciare l'emergenza Patto per la salute.

«In questi mesi - ha spiegato il presidente dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) Giovanni Bissoni - abbiamo lavorato bene, ma chiunque ricoprirà l'incarico, l'importante è che sia a capo di un ministero della Salute forte e che riprenda quanto prima il tavolo per il Patto». «Nel ministro Lorenzin abbiamo avuto un buon interlocutore, mi auguro ci sia continuità - ha aggiunto Claudio Montaldo, assessore alla Sanità della Regione Liguria e presidente del Comitato di settore che ha appena messo a punto il nuovo atto di indirizzo sulla medicina convenzionata - ma quel che conta ancor di più, è mantenere il ministero della Salute autonomo. Sottrarre il ministero della Salute equivale a perdere qualità e significherebbe perdere peso nel processo di riorganizzazione della sanità che stiamo mettendo a punto con il Patto per la salute».

Sul tema già si era espresso Luca Coletto, assessore veneto e coordinatore degli assessori regionali alla Sanità: «sicuramente con la Lorenzin abbiamo proceduto bene», ma «più che le persone contano gli obiettivi».