Aziende e regioni

Prescrizioni dei Mmg, in Liguria scoppia il caso Milillo-Montaldo

di Barbara Gobbi

«Nell'Asl 3 genovese si impone al medico con un prestampato (VEDI CORRELATO) di rivedere la terapia e quindi i processi di cura dei pazienti solo sulla base di evidenze economiche. Forse qualcuno a livello aziendale sta già immaginando una medicina generale legata a ordini di servizio e non al rapporto fiduciario con i propri assistiti. Abbiamo il dovere di denunciare questo tentativo alla popolazione poiché se questo accade nel sistema libero professionale convenzionato, tipico del rapporto contrattuale della medicina generale, possiamo solo immaginare quale siano i sistemi adoperati per il controllo della spesa nelle altre professioni sanitarie, oltretutto subordinate contrattualmente».
E' durissimo l'attacco sferrato dal segretario nazionale della Fimmg Giacomo Milillo contro il giro di vite imposto dalla Asl 3 della Liguria ai medici prescrittori che "sforano" rispetto alle indicazioni prescrittive mirate all'appropriatezza. Tanto che Milillo arriva a ritenere «necessario» un intervento diretto sulla Asl 3 genovese di Claudio Montaldo, assessore alla Sanità ligure e presidente del Comitato di settore per il rinnovo dell'Acn della medicina generale, «per bloccare una tale degenerazione delle relazioni tra azienda e medici di famiglia, degenerazione che è giunta al limite intollerabile di ignorare i percorsi previsti dall'Acn per l'appropriatezza prescrittiva, sostituendoli con azioni intimidatorie al limite del mobbing. Valuti l'assessore – è la conclusione - se il direttore generale è ancora idoneo a garantire le cure dei cittadini del suo territorio».

Serra le fila la Regione Liguria, con l'assessore Montaldo che sottolinea «il danno economico prodotto da quel 10% di Mmg che continuano a fare di testa propria, in barba ai protocolli prescrittivi. Non si capisce - è la risposta a Milillo - come mai il principale sindacato di categoria debba schierarsi a favore di quanti non si attengono alle indicazioni fornite dalla Regione e dalla Asl». E proprio dalla Asl rincarano la dose: «Da anni - precisa la direttrice sanitaria Ida Grossi - l'Asl controlla gli scostamenti dei prescrittori rispetto alla media registrata dall'azienda sanitaria. La polemica scoppiata una decina di giorni fa, prima a livello regionale e ora su scala nazionale, fa probabilmente seguito a un incontro organizzato dalla Ucad, l'organismo che si occupa delle cure primarie con i medici prescittori che si erano scostati dalla media ponderata per paziente. Ciò che va sottolineato, ai Mmg ma soprattutto ai cittadini, è che soprattutto in un periodo di forte ristrettezza economica è preciso dovere dei medici e dei pazienti gestire al meglio le risorse, e dove possibile risparmiare per reinvestirle su percorsi di cura e farmaci innovativi».