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Lazio, Cosips: prevenzione e sicurezza alimentare a rischio grazie ai tagli

Prevenzione a rischio nel Lazio a causa dei tagli operati dalla Regione. E' l'allarme lanciato dal Cosips (Coordinamento sindacale professionisti della sanità) questa mattina presso la sala convegni dell'Ordine dei medici, a Roma, nel corso di una conferenza in cui sono stati elencati i dati sulla sicurezza alimentare. Dall'arsenico nell'acqua ai pesticidi in frutta e verdura e al piombo nei cartoni delle pizze. Tutta una serie di irregolarità rilevate dalle strutture del dipartimento di prevenzione, grazie a cui è possibile effettuare controlli relativi alla sicurezza alimentare e quindi salvaguardare la salute dei cittadini.

Tali controlli e rilevamenti, però, sono messi a rischio dai tagli al settore ad opera della regione. Secondo il sindacato la prevenzione nel comparto alimentare rischia di esser messa a dura prova dalla spending review, dal
blocco del turnover e più in generale dalla forte riduzione degli organici a causa dei pensionamenti.

«La prevenzione- spiega il coordinatore del sindacato, nonché presidente della commissione prevenzione dell'ordine dei medici, Ernesto Cappellano- è la cenerentola della sanità. Se si deve tagliare si taglia lì, dato che andare a toccare altri settori ha un impatto più immediato nell'opinione pubblica. Tuttavia andando a toccare questo settore, oltre a mettere seriamente a rischio la salute di milioni di cittadini si va incontro a livello regionale a un risparmio davvero minimo, perché parliamo di circa 25mila euro mensili».

Questi alcuni dati relativi ai controlli del 2013: nel Lazio sono circa 70mila le attività alimentari censite, tra cui produttori primari, venditori all'ingrosso e al dettaglio, ristorazioni, mense scolastiche e mense ospedaliere. Nell'ultimo
anno quindi 9.860 Sono state le attività del settore alimentare sottoposte a controllo, in 2.195 Di esse (circa il 20%) sono state rilevate irregolarità. Trecentoventisei di queste sono state sospese, alcune a titolo definitivo, 2.626 Sono state invece le prescrizioni (ossia é stato dato loro un tempo
limitato per potersi rimettere in regola).

Milleottocentoventinove i campioni prelevati da bevande e/o alimenti, 47 quelli risultati non regolamentari («potrebbe sembrare un numero basso ma così non é dato che il numero dovrebbe tendere allo zero»). Altro dato molto
importante è quello riguardante i sopralluoghi su impianti idrici (pozzi, serbatoi, e impianti di trattamento di acque potabili) che sono stati 4.334, Mentre 12.443 sono stati i campioni di acqua per il consumo umano prelevati. A tal proposito il totale delle richieste/comunicazioni di non potabilità sono state 853 e la parte del leone l'hanno fatta le altre province
della Regione e non Roma con 586 richieste (in prevalenza provenienti dal comune di viterbo). Appena 43 quelle provenienti dalla capitale e 267 dalla provincia.

«Roma- spiega ancora Cappellano- è servita dall'acquedotto Acea che è ben controllato. I fatti di questi ultimi mesi - relativi alla presenza di arsenico nell'acqua in alcune zone di Roma nord - sono riconducibili a un errato utilizzo del servizio idrico.Quell'acqua era destinata a un uso agricolo e non doveva arrivare nelle case».

E ancora, sono state 23 le attivazioni del sistema di allerta, per quanto riguarda i campioni di alimenti e bevande (con tonnellate di merci ritirate in tutta italia), e 1.645 Icontrolli per quel che riguarda queste comunicazioni. Tali allerte hanno riguardato ad esempio il nichel nelle forchette d'acciaio, il cromo liquido nei coltelli da bistecca e la presenza di piombo nei cartoni per la pizza. Infine, i sistemi di allerta hanno riguardato anche l'acqua minerale: in alcuni casi é stato rilevato un superamento della carica microbiotica, la presenza di cloroformio e dello streptococco fecale.

Dati «allarmanti» quindi «che pongono l'accento sulla poca sicurezza per quel che riguarda ciò che troviamo nelle nostre tavole e che, in mancanza di controlli, potrebbero peggiorare ulteriormente in futuro». Il Cosips intende quindi mettere in atto ogni strumento per scongiurare un ulteriore ridimensionamento della prevenzione in materia: «se i tagli diverranno effettivi - conclude Cappellano - non escludiamo azioni importanti come lo sciopero dei controlli nei mercati generali, che comporterebbe il blocco delle attività dei mercati stessi».