Aziende e regioni

Sicilia: minor consumo di alcolici ma pochi sportivi

La Sicilia si conferma la Regione di Italia dove si consumano meno alcolici: infatti, nel 2011, presenta la più elevata quota di non consumatori, pari al 40,8% contro un valore medio nazionale del 33,6%. I consumatori sono il 56,3%, percentuale minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale del 65%.
In negativo, invece, si segnala come la Sicilia sia la Regione del Paese con la minore percentuale di sportivi: nel 2011, infatti, appena il 13,5% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, contro il valore medio nazionale del 21,9%, mentre soltanto il 22% fa qualche attività fisica a fronte del valore medio nazionale pari al 29,2%.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla undicesima edizione del Rapporto Osservasalute (2013), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata oggi all'Università Cattolica. Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio e del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario "Agostino Gemelli", il Rapporto è frutto del lavoro di 165 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).
Quest'anno il Rapporto osserva la struttura della popolazione con alcuni nuovi indicatori per osservare come è composta, quanti anziani ci sono e qual è il rapporto tra popolazione attiva (in età da lavoro) e popolazione dipendente (bambini e anziani).
Di seguito i nuovi indicatori proposti:
L'indice di vecchiaia (IV) che rappresenta un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione e si ottiene rapportando l'ammontare della popolazione "anziana" (65 anni e oltre) e quello dei bambini (0-14 anni). Per questo indicatore la Sicilia presenta un valore di 126,2%, a fronte di un valore medio nazionale di 148,7%.
L'indice di dipendenza (ID) che rapporta la quota delle persone teoricamente dipendenti da un punto di vista economico (ossia i più giovani e i più anziani) alle persone in età da lavoro, che si presume debbano sostenerle. Per questo indicatore la Sicilia presenta un valore di 51%, a fronte di un valore medio nazionale di 53,5%.
L'Indice di Struttura della popolazione attiva (IS) esprime, invece, il grado di invecchiamento di uno specifico settore della popolazione, ossia la popolazione in età da lavoro. Esso si ottiene rapportando le venticinque generazioni più anziane (cioè il segmento di popolazione 40-64 anni) alle venticinque più giovani (15-39 anni) che si suppone nel tempo si debbano sostituire alle più invecchiate. Per questo indicatore la Sicilia presenta un valore di 106,1%, a fronte di un valore medio nazionale di 120,7%.
L'Indice di Ricambio, infine, ha al numeratore la quota di popolazione che sta per uscire dalla popolazione attiva (60-64 anni) e al denominatore la parte di popolazione (15-19 anni) che si sta per affacciare al mondo del lavoro. Per questo indicatore la Sicilia presenta un valore di 104,9%, a fronte di un valore medio nazionale di 130,3%.
SALUTE E DISABILITÀ DELLE PERSONE ANZIANE
In Sicilia (dati XV Censimento – 2011) il 9,5% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni, a fronte di una media nazionale del 10,5%, mentre le persone tra 75 e 84 anni sono il 7% della popolazione regionale, contro una media nazionale del 7,5%. Gli anziani di 85 anni o più sono il 2,4% della popolazione regionale, a confronto di una media nazionale del 2,8%. Se con riferimento alla popolazione anziana, dunque, la Sicilia documenta dei valori mediamente inferiori alla media nazionale, il quadro, invece, si presenta più critico, esaminando la percentuale di maschi e femmine di età 65 anni e oltre che vivono soli, in presenza o assenza di gravi limitazioni fisiche che rendono complicate le attività quotidiane anche più semplici, come lavarsi o cucinare (Anno 2011): infatti, in Sicilia il 23,73% della popolazione maschile in questa fascia di età vive sola in presenza di limitazioni (valori medi nazionali dei maschi: 19,93%) e il dato, pari al 49,64%, è più pronunciato per le femmine (valori medi nazionali delle femmine: 45,17%). Inoltre, nella Regione il 15,71% dei maschi vive da solo, in assenza di limitazioni (valori medi nazionali dei maschi: 16,02%), mentre il dato si attesta sul 37,71% per le femmine (valori medi nazionali delle femmine: 35,39%). L'insieme di tali indicatori, che rappresentano dei preziosi strumenti di programmazione dei servizi territoriali, evidenzia un bisogno di salute specifico in termini di assistenza socio-sanitaria per quanti, in preponderanza nel sesso femminile, presentino delle limitazioni nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana.
SPERANZA DI VITA
In Sicilia la speranza di vita alla nascita è per i maschi pari a 78,8 anni (media italiana 79,4), mentre per le femmine è pari a 83,3 anni (valore medio italiano 84,5), non discostandosi il dato in maniera consistente rispetto al precedente rapporto (maschi: 78,7; femmine: 83,4). Nella Regione per i maschi di 0-84 anni si registra, invece, un guadagno di 36 giorni, sebbene esso sia il guadagno minore in Italia in termini di speranza di vita. In particolare si rileva una riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 116 giorni) e un guadagno di 117 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 133 giorni); i maschi hanno inoltre guadagnato 15 giorni per ridotta mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso e organi di senso (guadagno medio italiano 6 giorni). Per le donne la speranza di vita ha beneficiato di un guadagno di un giorno, ottenuto grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 31 giorni), di 106 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 117 giorni), nonché una perdita di cinque giorni per aumentata mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso e organi di senso (perdita medio italiano 11 giorni).
MORTALITÀ
In Sicilia la mortalità (dati 2010) è pari a 109,8 per 10.000 abitanti tra i maschi, contro una media nazionale di 105,9 per 10.000, mentre è pari a 74,1 per 10.000 tra le donne, a fronte di una media nazionale di 66,8 per 10.000. Rispetto alla precedente rilevazione (dati 2009) la mortalità complessiva (per tutte le cause) risulta essere diminuita per entrambi i sessi, in linea con il trend nazionale, ma il dato permane superiore alla media nazionale.
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (2010) la Sicilia presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 8,8 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 10,2 per 10.000), dato che documenta un miglioramento rispetto precedente Rapporto (10,49 per 10.000), e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 5,3 per 10.000, dato che si allinea al valore medio nazionale di 5,2 per 10.000, facendo registrare un miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (6,98 per 10.000). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 7,8 per 10.000, (vs un valore medio nazionale di 7,7 per 10.000) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio è di 1,4 per 10.000, anche quest'ultimo dato in miglioramento rispetto al passato Rapporto (2,52 per 10.000), posizionandosi in linea col valore medio nazionale, pari a 1,8 per 10.000.
STILI DI VITA
Fumo - La Sicilia presenta una quota di fumatori pari al 24,5% (anno 2012) della popolazione regionale di 14 anni e oltre (media nazionale 21,9%). Nella Regione vi è una quota di ex-fumatori del 21,2% (22,6% valore italiano), mentre i non fumatori sono il 53% della popolazione regionale di 14 anni e oltre (valore medio nazionale 54,2%). I dati pertanto dimostrano che si fuma di più rispetto ai valori medi del Paese, incrementandosi peraltro il differenziale anche rispetto all'anno 2011 (fumatori 2011: +0,4; fumatori 2012: +2,6).
Consumo di alcol – La Sicilia, nel 2011, con una quota di non consumatori pari al 40,8%, a fronte di un valore medio nazionale del 33,6%, si pone al primo posto in Italia. Per converso, i consumatori sono il 56,3%, percentuale minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale del 65%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l'eccedenza quotidiana o il binge drinking) è pari al 6,7% dei maschi (valore medio italiano 14,1%), al 6,5% per le femmine (valore medio italiano 8,4%), per un totale del 6,7% dei giovani in questa fascia d'età (valore medio italiano 11,4%), con un netto miglioramento anche in riferimento a tale indicatore rispetto al 2010 (totale consumatori giovani pari all'11%). Anche in termini di prevalenza di consumatori a rischio di età compresa tra i 19 e i 64 anni la Sicilia conserva il primato di Regione più virtuosa: il totale dei consumatori a rischio è il 7,8% (percentuale minore in Italia) degli individui in questa fascia d'età (valore medio italiano 12,5%), 13,4% per i maschi (valore medio italiano 19,8%) e 2,6% (percentuale minore in Italia) per le femmine (valore medio italiano 5,3%).
DIETA, PESO E SPORT
Obesità e sovrappeso
La Sicilia conferma di avere molti problemi di linea: presenta una percentuale di obesi tanto nella popolazione adulta (persone di 18 anni e oltre) quanto nei minori. Infatti, la Regione presenta una percentuale di individui adulti in sovrappeso pari al 38,3%, contro il valore medio nazionale del 35,6%, nonché una percentuale di obesi pari al 10,8% dei cittadini, a fronte di un valore medio italiano del 10,4%. Per quanto concerne i minori di età compresa tra i 6 e i17 anni la Sicilia documenta che il 33,3% è in eccesso di peso (sovrappeso o obesi) contro un valore medio nazionale di 26,9%.
La Regione conserva il proprio primato negativo in Italia per pratica di sport, infatti, soltanto il 13,5% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, a fronte di una valore medio italiano pari al 21,9%, e soltanto il 22% fa qualche attività fisica (percentuale minore in Italia), contro il valore medio nazionale del 29,2%. Inoltre, in Sicilia coloro che non svolgono alcuno sport sono il 55,2% della popolazione (media nazionale 39,2%).
SALUTE MENTALE
In Sicilia nel 2012 si registra un consumo di antidepressivi pari a 31,2 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti, a fronte di un consumo medio a livello nazionale di 36,8 DDD/1.000 ab die. Il dato rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2011 anche in riferimento al tasso standardizzato di suicidio, che è pari al 6,28 per 100.000, contro un valore medio nazionale di 7,21 per 100.000 fra i soggetti con 15 anni e oltre.
SALUTE MATERNO INFANTILE
Gestione dei parti con Taglio Cesareo (TC): per quanto la Sicilia documenti ancora una quota troppo elevata di TC, pari al 44,71% sul totale dei parti nel 2012, rispetto alla media nazionale di 36,62%, i raffronto alla precedente rilevazione del 2010 si registra una riduzione del ricorso al TC (differenziale -7,47%) maggiore di quella rilevata su base nazionale (differenziale -2,39%). Si tratta di una riduzione consistente, ma non ancora sufficiente, che potrebbe essere spiegata in ragione di specifiche direttive emanate dal decisore regionale per governare il fenomeno dell'eccesso di ricorso al TC.
SISTEMA SANITARIO REGIONALE
Passando all'analisi sulla "salute" del Sistema Sanitario Regionale, emerge tra le performance economico-finanziarie che, nel 2012, in Sicilia il rapporto spesa/PIL è pari al 10,3%, valore in leggero incremento rispetto alla precedente rilevazione del 2009 (10,15%), e quindi in senso peggiorativo, in controtendenza rispetto al valore medio italiano, pari al 7,04%, in leggero decremento rispetto alla precedente rilevazione (7,22%).
CONSUMO DI FARMACI
Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di "DDD/1.000 ab die", cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), anche nel 2012 la Sicilia conferma il suo primato negativo con un consumo di 1.110 DDD/1.000 ab die (quota maggiore in Italia come anche nella precedente edizione del Rapporto), sebbene a fronte di un valore medio nazionale di 985 DDD/1.000 ab die, che documenta un trend in leggero aumento.
Anche nel 2012, come nelle precedenti edizioni del Rapporto, la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN pone la Sicilia al primo posto per spesa maggiore, pari a 245,2 euro, contro una la media nazionale di 193 euro. In Sicilia, come in Italia, comunque, si registra una riduzione di tale parametro di spesa a differenza della voce consumo territoriale di farmaci.
Complessivamente, i cittadini siciliani spendono non poco di tasca propria per acquistare farmaci forniti dal Ssn: infatti, se si osserva l'indicatore Spesa farmaceutica pro capite per ticket e compartecipazione, che esprime la spesa che il cittadino deve sostenere per accedere all'assistenza farmaceutica erogata dal servizio sanitario pubblico, si vede che in Sicilia ogni cittadino spende di tasca propria il 14% della spesa pro capite totale (valore medio italiano 12,2%). I cittadini siciliani spendono più che nel resto d'Italia, in termini assoluti, e precisamente 34,4€ l'anno contro i 23,7 euro della media nazionale. Il sistema dei ticket può influire su un accesso equo all'assistenza farmaceutica, potenzialmente penalizzando i soggetti a più basso reddito e quelli con polipatologie croniche.
ASSISTENZA OSPEDALIERA
Gestione dell'assistenza ospedaliera: la Regione presenta un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario pari a 116,8 per 1.000 (2012), a fronte di un valore medio italiano pari a 120,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital è pari a 54,2 per 1.000, mentre la media nazionale è di 43,2 per 1.000.
Il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in Day Hospital) è pari a 171 per 1.000, contro un valore medio nazionale pari a 163,5 per 1.000, documentando una tendenza alla diminuzione delle dimissioni ospedaliere più marcato rispetto al dato nazionale, se comparato all'anno 2012 (differenziale 2012 vs 2011: -19 per 1000 per la Sicilia e -8,9 per 1000 in Italia)
Nel 2012 la Sicilia presenta una Degenza Media Preoperatoria standardizzata pari a 1,96 giorni, in riduzione rispetto alla precedente rilevazione del 2010 (2,11 giorni), a fronte di una media nazionale di 1,81, indicando un miglioramento dell'efficienza organizzativa e di appropriato utilizzo dei servizi diagnostici e dei reparti di degenza chirurgici.
Gestione delle fratture del collo del femore - La frattura del collo del femore (evento frequente nella popolazione anziana) è un ottimo modo per valutare la qualità dell'assistenza ospedaliera in quanto, se non trattata a dovere, ed è spesso causa di peggioramento della qualità di vita, di disabilità e/o di mortalità. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che lunghe attese per l'intervento per questa frattura corrispondono a un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente, aumento delle complicanze legate all'intervento e minore efficacia della fase riabilitativa. Di conseguenza, molte delle Linee Guida più recenti raccomandano che il paziente con frattura del collo del femore venga operato entro 48 o addirittura 24-36 ore dall'ingresso in ospedale. In Sicilia il 55,6% dei pazienti che hanno riportato tale frattura (dato 2012) è operato entro 2 giorni (valore medio italiano di 44,7%), documentando un netto miglioramento delle performance assistenziali rispetto alla precedente rilevazione del 2010, che poneva la regione all'ultimo posto in Italia con una percentuale pari a 16,1.
Asl e ospedali, ecco come usano il web per incontrare il cittadino-utente – Quest'anno il Rapporto è andato a indagare quanto le nostre Asl e ospedali si connettono online col cittadino e comunicano attraverso canali web e social. In Sicilia il 33% delle Asl utilizza almeno un canale web (Twitter, Youtube, Facebook etc) per comunicare coi cittadini, a fronte di una media nazionale del 34% delle Asl.
In Sicilia il 40% delle Aziende Ospedaliere (AO), Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Policlinici Universitari (PU) utilizzano il web 2.0 per la comunicazione con il cittadino (valore medio nazionale 44%).
I "viaggi per la salute" – Il Rapporto analizza la mobilità ospedaliera, ovvero gli spostamenti interregionali dei pazienti per essere sottoposti a cure e interventi chirurgici che richiedono un ricovero. Il fenomeno della mobilità ospedaliera di una regione esprime la capacità di attrarre pazienti che risiedono in altre regioni. In tal caso si parla di mobilità attiva, mentre si parla di mobilità passiva quando la tendenza dei pazienti e di emigrare fuori regione. Per la Sicilia questo indicatore mostra che la regione ha una capacità attrattiva per acuti in regime di ricovero ordinario dell'1,8%, una percentuale di fuga del 6,3% e un saldo negativo di 4,5 punti percentuali. Significa che la Sicilia attira meno pazienti da altre regioni di quanti residenti in regione escono dai confini regionali per ricevere assistenza sanitaria.
CONCLUSIONI
I dati del Rapporto Osservasalute 2013 descrivono una realtà sanitaria regionale con delle criticità persistenti, ma con segnali di ripresa nel senso di un percorso di progressivo, seppur lento, allineamento della Sicilia ai dati nazionali.
In un contesto caratterizzato da luci e ombre, la Sicilia è la Regione più virtuosa per consumo di alcolici, ma, di contro, essa conserva il primato negativo per la pratica di attività sportiva, registrandosi inoltre un ulteriore incremento dei fumatori.
Anche i dati sanitari della Sicilia mostrano un trend in costante ma lento miglioramento nel tempo, sia relativamente agli indicatori di efficienza organizzativa che di appropriatezza di erogazione delle prestazioni, si veda ad esempio la consistente riduzione, per quanto non ancora sufficiente, del ricorso al taglio cesareo. Pur tuttavia, se, da una parte, gli indicatori di assistenza ospedaliera continuano ad avvicinarsi alle medie nazionali, dall'altra, permangono importanti criticità in termini di consumo territoriale e spesa pro capite di farmaci, ponendo la Sicilia al primo posto in assoluto a livello nazionale per tale voce di costo.
Si rileva, altresì, come la spesa sanitaria pro capite in Sicilia resti tra le più basse a livello nazionale, richiamando l'attenzione sulla necessità di sostenere la Salute dei cittadini siciliani non soltanto attraverso una migliore appropriatezza nell'uso delle risorse sanitarie, ma, soprattutto, sostenendo l'adozione di politiche orientate all'incremento di ricchezza in tutti i settori produttivi, oltre che in ambito sanitario.
Infine, il bisogno di salute specifico ascrivibile alla popolazione anziana affetta da limitazioni nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana impone un'accelerazione nell'implementazione dei servizi territoriali, provvedendo al potenzialmente dei livelli di assistenza socio-sanitaria.