Aziende e regioni

La Campania resta la Regione dove si consumano meno antidepressivi ma è quella con la maggiore quota di bambini e ragazzi sovrappeso e obesi

La Campania è la Regione dove anche quest'anno si consumano meno antidepressivi: vi è un consumo pari a 29,1 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2012, il minore in Italia. A livello nazionale il consumo medio è di 36,8 DDD/1.000 ab die.
Ma la Campania è la Regione con la quota maggiore di bambini e ragazzi sovrappeso e obesi. Infatti non solo in Campania ben il 40,6% (percentuale maggiore in Italia) dei minori di 6-17 anni è in eccesso di peso (sovrappeso o obesi) contro un valore medio nazionale di 26,9%. Ma la Campania detiene anche il primato negativo dei bambini di 8-9 anni che sono in condizione di obesità: sono il 21,5% dei bimbi in questa fascia di età, contro un valore medio nazionale del 10,6%.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla undicesima edizione del Rapporto Osservasalute (2013), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata oggi all'Università Cattolica. Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio e del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario "Agostino Gemelli", il Rapporto è frutto del lavoro di 165 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).
Quest'anno il Rapporto osserva la struttura della popolazione con alcuni nuovi indicatori per osservare come è composta, quanti anziani ci sono e qual è il rapporto tra popolazione attiva (in età da lavoro) e popolazione dipendente (bambini e anziani).
Di seguito i nuovi indicatori proposti:
L'indice di vecchiaia (IV) che rappresenta un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione e si ottiene rapportando l'ammontare della popolazione "anziana" (65 anni e oltre) e quello dei bambini (0-14 anni). Per questo indicatore la Campania presenta un valore di 101,9%, a fronte di un valore medio nazionale di 148,7%.
L'indice di dipendenza (ID) che rapporta la quota delle persone teoricamente dipendenti da un punto di vista economico (ossia i più giovani e i più anziani) alle persone in età da lavoro, che si presume debbano sostenerle. Per questo indicatore la Campania presenta un valore di 48,5%, a fronte di un valore medio nazionale di 53,5%.
L'Indice di Struttura della popolazione attiva (IS) esprime, invece, il grado di invecchiamento di uno specifico settore della popolazione, ossia la popolazione in età da lavoro. Esso si ottiene rapportando le venticinque generazioni più anziane (cioè il segmento di popolazione 40-64 anni) alle venticinque più giovani (15-39 anni) che si suppone nel tempo si debbano sostituire alle più invecchiate. Per questo indicatore la Campania presenta un valore di 102% - percentuale minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 120,7%.
L'Indice di Ricambio, infine, ha al numeratore la quota di popolazione che sta per uscire dalla popolazione attiva (60-64 anni) e al denominatore la parte di popolazione (15-19 anni) che si sta per affacciare al mondo del lavoro. Per questo indicatore la Campania presenta un valore del 93% - percentuale minore in Italia, a fronte di un valore medio nazionale di 130,3%.
SALUTE E DISABILITÀ DELLE PERSONE ANZIANE
La Campania si conferma Regione più giovane. Infatti in Campania (dati XV Censimento – 2011) l'8,7% - percentuale minore in Italia - dei cittadini ha tra 65 e 74 anni, a fronte di una media nazionale del 10,5%, mentre le persone tra 75 e 84 anni sono il 5,9% - percentuale minore in Italia - della popolazione regionale, a fronte di una media nazionale del 7,5%. Gli anziani di 85 anni o più sono l'1,9% - percentuale minore in Italia, della popolazione regionale, a fronte di una media nazionale del 2,8%.
Quest'anno il Rapporto esamina la percentuale di maschi e femmine di età 65 anni e oltre che vivono soli, in presenza o assenza di gravi limitazioni fisiche che rendono complicate le attività quotidiane anche più semplici come lavarsi o cucinare (Anno 2011): in Campania il 19,87% della popolazione maschile in questa fascia di età vive sola in presenza di limitazioni, e il 42,08% delle femmine (valori medi nazionali: il 19,93% dei maschi e 45,17% delle femmine); il 15,57% dei maschi in regione vive solo in assenza di limitazioni e il 30,47% delle femmine (valori medi nazionali: 16,02% dei maschi e il 35,39% delle femmine).
SPERANZA DI VITA
In Campania la speranza di vita alla nascita è per i maschi pari a 77,8 anni – dato peggiore in Italia (media italiana 79,4). Per le femmine la speranza di vita alla nascita è pari a 82,8 anni – dato peggiore in Italia (valore medio italiano 84,5). Per i maschi di 0-84 anni in regione si registra un guadagno di 42 giorni per la speranza di vita ottenuto grazie alla riduzione della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 116 giorni); un guadagno di 140 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 133 giorni); i maschi hanno inoltre guadagnato 18 giorni per ridotta mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (guadagno medio italiano 6 giorni). Per le donne in regione la speranza di vita si è ridotta di 9 giorni per l'aumento della mortalità per tumori (guadagno medio nazionale è di 31 giorni); di 110 giorni per ridotta mortalità per malattie del sistema circolatorio (guadagno medio italiano 117 giorni); e una perdita di 22 giorni per aumentata mortalità per disturbi psichici, malattie del sistema nervoso ed organi di senso (perdita medio italiano 11 giorni).
MORTALITÀ
In Campania la mortalità (dati 2010) è pari a 118,3 per 10.000 abitanti tra i maschi – dato peggiore in Italia, contro una media nazionale di 105,9 per 10.000, mentre è pari a 77,9 per 10.000 tra le donne – dato peggiore in Italia (contro una media nazionale di 66,8 per 10.000).
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause (2010) la Campania presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 8,2 per 10.000 – tasso minore in Italia (vs un valore medio nazionale di 10,2 per 10.000) e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 6,8 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 5,2 per 10.000). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 6,6 per 10.000 – tasso minore in Italia (vs un valore medio nazionale di 7,7 per 10.000) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio di 2,4 per 10.000 (vs un valore medio nazionale di 1,8 per 10.000).
STILI DI VITA
Fumo - La Campania presenta una quota di fumatori pari al 24,6% – dato peggiore in Italia (anno 2012) della popolazione regionale di 14 anni e oltre (media nazionale 21,9%). In Campania vi è una quota di ex-fumatori del 18,1% - percentuale minore in Italia (22,6% valore italiano), mentre i non fumatori sono il 56,7% della popolazione regionale di 14 anni e oltre (valore medio nazionale 54,2%).
Consumo di alcol – La Campania fa registrare i seguenti valori: nel 2011 presenta una quota di non consumatori pari al 38,6% a fronte di un valore medio nazionale del 33,6%. I consumatori sono il 60,4%, a fronte di un valore medio nazionale del 65%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l'eccedenza quotidiana o il binge drinking) è pari al 11,1% dei maschi (valore medio italiano 14,1%), al 3,7% per le femmine - percentuale minore in Italia (valore medio italiano 8,4%), per un totale del 7,5% dei giovani in questa fascia d'età (valore medio italiano 11,4%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 14,4% dei maschi (valore medio italiano 19,8%) e al 2,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è 8,5% degli individui in questa fascia d'età (valore medio italiano 12,5%).
DIETA, PESO E SPORT
Obesità e sovrappeso
Adulti - La Campania presenta una percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso pari al 41,1% - percentuale maggiore in Italia; il valore medio nazionale è il 35,6%. E una percentuale di obesi pari all'11% dei cittadini, a fronte di un valore medio italiano del 10,4%.
Minori – In Campania ben il 40,6% (percentuale maggiore in Italia) dei minori di 6-17 anni è in eccesso di peso (sovrappeso o obesi) contro un valore medio nazionale di 26,9%.
La Campania detiene anche il primato negativo dei bambini di 8-9 anni che sono in condizione di obesità: sono il 21,5% dei bimbi in questa fascia di età, contro un valore medio nazionale del 10,6%.
Per quanto riguarda la pratica di sport in Campania il 13,6% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo (valore medio italiano 21,9%); il 22,9% fa qualche attività fisica (valore medio nazionale 29,2%). In Campania coloro che non svolgono alcuno sport sono il 57,3% della popolazione - percentuale maggiore in Italia, (media nazionale 39,2%).
SALUTE MENTALE
In Campania si registra un consumo di antidepressivi pari a 29,1 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2012, anche quest'anno come nei precedenti si tratta del consumo minore in Italia. A livello nazionale il consumo medio è di 36,8 DDD/1.000 ab die.
In Campania il tasso standardizzato di suicidio è pari al 4,82 per 100.000, a fronte di un valore medio nazionale di 7,21 per 100.000 fra i soggetti con 15 anni e oltre.
SALUTE MATERNO INFANTILE
Gestione dei parti con Taglio Cesareo (TC): la Campania presenta una quota di TC pari al 61,15% sul totale dei parti nel 2012 - percentuale maggiore in Italia, contro la media nazionale di 36,62%.
SISTEMA SANITARIO REGIONALE
Passando all'analisi sulla "salute" del Sistema Sanitario Regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2012 in Campania il rapporto spesa/PIL è pari al 10,31% - percentuale maggiore in Italia (valore medio italiano 7,04%).
CONSUMO DI FARMACI
Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di "DDD/1.000 ab die", cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti), nel 2012 la Campania presenta un consumo di 1.037 DDD/1.000 ab die, a fronte di un valore medio nazionale di 985.
In Campania si registra anche l'aumento percentuale maggiore in Italia del consumo territoriale per farmaci dal 2011 al 2012, pari al 5% contro 2,3% nazionale.
Sempre nel 2012 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN in Campania è pari a 231,2 euro (la media nazionale di 193 euro).
I cittadini spendono non poco di tasca propria per acquistare farmaci forniti dal Ssn: infatti se si osserva l'indicatore Spesa farmaceutica pro capite per ticket e compartecipazione, che esprime la spesa che il cittadino deve sostenere per accedere all'assistenza farmaceutica erogata dal servizio sanitario pubblico, si vede che in Campania ogni cittadino spende di tasca propria il 14,8% della spesa pro capite totale (valore medio italiano 12,2%). Il sistema dei ticket può influire su un accesso equo all'assistenza farmaceutica, potenzialmente penalizzando i soggetti a più basso reddito e quelli con polipatologie croniche.
ASSISTENZA OSPEDALIERA
Gestione dell'assistenza ospedaliera: la Regione presenta un tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario pari a 125,4 per 1.000 (2012), a fronte di un valore medio italiano pari a 120,3 per 1.000. Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital è pari a 71,2 per 1.000 – quota maggiore in Italia, mentre la media nazionale è di 43,2 per 1.000.
Il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in Day Hospital) è pari a 196,6 per 1.000– quota maggiore in Italia; il valore medio nazionale è pari a 163,5 per 1.000.
Nel 2012 la Campania presenta una Degenza Media Preoperatoria standardizzata pari a 2,36 giorni, a fronte di una media nazionale di 1,81. Questo parametro è indice di efficienza organizzativa e di appropriato utilizzo dei servizi diagnostici e dei reparti di degenza chirurgici.
Gestione delle fratture del collo del femore - La frattura del collo del femore (evento frequente nella popolazione anziana) è un ottimo modo per valutare la qualità dell'assistenza ospedaliera in quanto, se non trattata a dovere, ed è spesso causa di peggioramento della qualità di vita, di disabilità e/o di mortalità. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che lunghe attese per l'intervento per questa frattura corrispondono a un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente, aumento delle complicanze legate all'intervento e minore efficacia della fase riabilitativa. Di conseguenza, molte delle Linee Guida più recenti raccomandano che il paziente con frattura del collo del femore venga operato entro 48 o addirittura 24-36 ore dall'ingresso in ospedale. In Campania il 16,9% (dato 2012) dei pazienti che hanno riportato tale frattura è operato entro 2 giorni (valore medio italiano di 44,7%).
Asl e ospedali, ecco come usano il web per incontrare il cittadino-utente – Quest'anno il Rapporto è andato a indagare quanto le nostre Asl e ospedali si connettono online col cittadino e comunicano attraverso canali web e social. In Campania il 43% delle Asl utilizza almeno un canale web (Twitter, Youtube, Facebook etc) per comunicare coi cittadini, a fronte di una media nazionale del 34% delle Asl.
In Campania il 36% delle Aziende Ospedaliere (AO), Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Policlinici Universitari (PU) utilizzano il web 2.0 per la comunicazione con il cittadino (valore medio nazionale 44%).
I "viaggi per la salute" – Il Rapporto analizza la mobilità ospedaliera, ovvero gli spostamenti interregionali dei pazienti per essere sottoposti a cure e interventi chirurgici che richiedono un ricovero. Il fenomeno della mobilità ospedaliera di una regione esprime la capacità di attrarre pazienti che risiedono in altre regioni. In tal caso si parla di mobilità attiva, mentre si parla di mobilità passiva quando la tendenza dei pazienti e di emigrare fuori regione. Per la Campania questo indicatore mostra che la regione ha una capacità attrattiva per acuti in regime di ricovero ordinario del 2,6%, una percentuale di fuga dell'8,2% e un saldo negativo di 5,6 punti percentuali. Significa che la Campania attira meno pazienti da altre regioni di quanti residenti in regione escono dai confini regionali per ricevere assistenza sanitaria.
CONCLUSIONI
Gli indicatori di salute in Campania, anche quest'anno, presentano poche novità rispetto agli anni precedenti.
La Campania è sempre la Regione d'Italia con la popolazione più giovane. Infatti la percentuale di cittadini con età compresa tra 65 e 74 anni è dell'8,7% contro una media nazionale del 10,5% e lo stesso accade per quelli con età compresa tra 75 e 84 anni (5,9 vs 7,5).
La nostra Regione resta quella con il dato peggiore per quanto riguarda la mortalità complessiva. La mortalità totale (per tutte le cause) è di 118,3 per 10.000 abitanti tra i maschi - rispetto a una media nazionale di 105,9 - e di 77,9 per 10.000 tra le donne, rispetto ad una media nazionale di 66,8 (dati 2010); entrambi sono i valori peggiori d'Italia anche se in lieve miglioramento per entrambi i sessi rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda i tassi di mortalità per alcune cause, la Campania presenta una mortalità per tumore tra i maschi (classe di età 19-64 anni) dell'8,2 per 10.000 contro una media nazionale pari a 10,2, e un dato di mortalità per tumori tra le femmine pari a 6,6 per 10.000 mentre la media nazionale è di 7,7 per 10.000.
Dato positivo quello relativo al consumo di alcool che risulta essere i tra più bassi in Italia sia per quanto riguarda la percentuale dei consumatori totali (60,4% contro un valore medio nazionale del 65%), sia per alcune categorie a rischio come le femmine tra gli 11 e 18 anni.
Al solito preoccupante invece la percentuale di individui sovrappeso, tra le maggiori in Italia (41,1% vs 35,6% di media nazionale), e obesi con l'11% dei cittadini - in aumento rispetto allo scorso anno - contro una media nazionale del 10,4%.
Indagando tra i minori di 18 anni, si rilevano dati ben più alti della media nazionale ed in particolare, tra i bambini di 8-9 anni, sono in condizione di obesità il 21,5%, contro un valore nazionale di poco superiore al 10%.
Per quanto riguarda i dati sul fumo, i fumatori con più di 14 anni sono più numerosi della media nazionale (24.6 vs 21.9), anche qui dato peggiore in Italia, così come si evidenzia una minor tendenza a voler smettere (18,7 vs 22,6). Per contro, il valore sui non fumatori viene segnalato come superiore al valore medio nazionale (56,7 vs 54,2).
Si conferma, infine, come la Campania sia la Regione dove si pratica meno sport: coloro che non svolgono alcuna attività sportiva sono il 57,3% contro la media nazionale del 39,2%. Il dato è in ulteriore peggioramento rispetto allo scorso anno anche se va sottolineata l'oggettiva carenza di strutture dedicate, nonostante la realizzazione di alcune nuove piste ciclabili nel territorio del comune di Napoli.
Passando poi ad analizzare le performance economico-finanziarie del Sistema Sanitario Regionale, si evidenzia che, nel 2012, il rapporto spesa sanitaria/PIL è stato del 10,31% rispetto al valore medio italiano del 7,04%; anche in questo caso si tratta della percentuale maggiore in Italia.
Per quanto riguarda gli indicatori correlati all'assistenza, si conferma che il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN risulta più elevato della media nazionale unitamente al tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo che è in assoluto il più alto in Italia.
Come negli anni precedenti, una menzione particolare in negativo merita la percentuale di parti con taglio cesareo che, anche se in lievissimo miglioramento rispetto all'anno precedente, è di gran lunga la peggiore in Italia con il 61,15% contro una media nazionale del 38,71%.
Tra i pochi primati positivi si segnala il consumo di farmaci antidepressivi che è pari a 29,1 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2012, dato migliore in Italia; confortante anche il dato relativo ai suicidi che è pari al 4,82 per 100.000, contro un valore medio nazionale di 7,21 per 100.000 fra i soggetti con più di 14 anni.
Da sottolineare che in Campania il 43% delle ASL utilizzano almeno un canale web (Twitter, Facebook, ecc.) per comunicare con il cittadino contro una media nazionale del 34%.
Analizzando poi la mobilità ospedaliera, cioè gli spostamenti dei pazienti tra regioni per cure che richiedono un ricovero, si evidenzia un saldo negativo del 5,6%; questo significa che la Campania attira meno pazienti da altre regioni di quanti residenti escano dai confini regionali per farsi curare.
Interessanti sono i dati relativi alla gestione delle fratture del collo del femore; questo evento, frequente tra gli anziani, viene utilizzato come indicatore per valutare la qualità dell'assistenza ospedaliera. Diversi studi hanno dimostrato che lunghe attese determinano un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente. In Campania le fratture del femore vengono operate entro due giorni solo nel 16,9% dei casi (dati 2012) contro un valore medio italiano del 44,7%.
Per concludere, nel Rapporto di quest'anno, si confermano alcuni degli indicatori che pongono la Campania agli ultimi posti del panorama nazionale per quel che riguarda sia la salute e gli stili di vita (mortalità generale, percentuale di soggetti sovrappeso-obesi, pratica di attività sportiva), sia legati all'assistenza (parti cesarei, tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere per ricovero ordinario, consumo totale di farmaci).
Dalla lettura dei dati sui ricoveri e sulla mortalità si ribadisce la necessità di imprimere un ulteriore impulso all'organizzazione dell'assistenza domiciliare integrata e di una rete socio-assistenziale efficiente per ridurre i ricoveri ospedalieri, offrendo così un'assistenza più vicina ai bisogni sanitari e sociali del cittadino e coinvolgendo attivamente i medici delle cure primarie.
Infine, è auspicabile nel breve periodo un miglioramento delle attività di prevenzione e di cura con l'attuazione del Decreto Regionale n°14 del 14-03-2014 che ha dato nuovo impulso alla realizzazione degli screening per la prevenzione del cancro della mammella, della cervice uterina e del colon-retto, ridisegnando il modello organizzativo sia a livello della Direzione Generale Regionale per la tutela della salute sia a livello di ciascuna ASL, e fissando i macro-obiettivi per ciascuno screening.