Aziende e regioni

Veneto: riparte (con 200 milioni) la riforma dell'assistenza territoriale

In Veneto riparte il progetto della riforma assistenza territoriale, dopo le proteste della Fimmg che lamentava la mancanza di copertura economica.

Si è conclusa ieri a Venezia la lunga trattativa con l'accordo con la Regione che prevede da parte della giunta Zaia un finanziamento di 200 milioni di euro in tre anni. Fondi destinati a coprire attrezzature e personale dei previsti 164 ambulatori in cui opereranno medici di famiglia, specialisti, guardie mediche (dalle 20 alle 8) e infermieri.

E' il passaggio centrale della riforma territoriale voluta dal nuovo Piano sociosanitario. «Abbiamo assestato il quadro – ha spiegato l'assessore alla Sanità, Luca Coletto - i soldi ci sono e la prossima settimana metteremo nero su bianco il programma e le relative voci economiche. Poi porterò la delibera in giunta. Gli ambulatori h24 sorgeranno per lo più all'interno di strutture già esistenti, cioè ospedali riconvertiti, case di riposo e ospedali di comunità. Questi ultimi, previsti dal Piano sociosanitario, saranno seguiti dai medici di famiglia e ospiteranno pazienti in fase post-acuta, bisognosi di riabilitazione».

Soddisfatto Domenico Crisarà, segretario provinciale della Fimmg di Padova e vicepresidente regionale: «Sarà un cambiamento graduale. Partiremo con un gruppo di medicine di gruppo semplici, cioè ambulatori di soli medici di famiglia operativi 8/10 ore al giorno, e uno di medicine di gruppo integrate, comprensive di specialisti e aperte 12 ore su 24, per arrivare in tre anni agli ambulatori h24. Fatta eccezione per le zone più impervie della montagna, dove resisteranno i singoli studi, ma collegati tra loro in rete».