Aziende e regioni

Appalti&sanità, Lombardia: Pd e M5S chiedono la testa dell'assessore Mantovani e dei dg coinvolti

Città della Salute come l'Expo. Sotto l'ombra di speculazione e corruzione. Per questo Pd e Movimento 5 stelle chiedono un gesto netto al governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sui presunti appalti truccati per Expo e la sanità. Fuori i dg coinvolti, quindi, ma anche l'assessore regionale alla salute Mario Mantovani. Ma già nei giorni scorsi Maroni aveva preso tempo: «C'e' una commissione d'inchiesta perché voglio verificare i comportamenti di tutti i direttori generali delle aziende ospedaliere».

Il movimento 5 stelle chiede lo stop ai lavori. "Stop alla Città della Salute e alle opere coinvolte nello scandalo" aperto dalle inchieste sui presunti appalti truccati per Expo e la sanità lombarda. Lo chiede M5S Lombardia che ha depositato un'interrogazione e due mozioni sull'argomento e, con il consigliere Giampietro Maccabiani, torna a ribadire la necessità che il governatore Roberto Maroni non si fermi all'eventuale revoca dei manager della sanità indagati, ma "mandi a casa anche l'assessore regionale alla Salute Mario Mantovani che li ha confermati e legittimati".

I grillini lombardi si preparano così a dare battaglia in Consiglio regionale. In una mozione a firma Stefano Buffagni chiedono lo "stop definitivo" al progetto del maxi polo che dovrebbe sorgere nell'ex area Falck di Sesto San Giovanni. E con un secondo documento firmato da Silvana Carcano invocano la "sospensione del finanziamento alle opere e alle infrastrutture in ambito sanitario al centro del sistema tangentistico emerso nelle inchieste giudiziarie di questi giorni".

La Città della Salute "va fermata", dichiara il consigliere regionale M5S Buffagni: "Con un'interrogazione all'assessore alla Salute e una mozione al Consiglio chiediamo alla Regione di annullare il progetto. Su quell'area inquinata non deve essere costruito un presidio sanitario, il piano va rivisto dalle sue fondamenta: il bando di gara è viziato e sarebbe necessario procedere alla nomina della nuova commissione giudicatrice del bando, considerati i rischi potenziali sin da ora evidenti per probabili ricorsi da parte delle aziende escluse dall'appalto. Città della Salute è esattamente come Expo, sinonimo di speculazione e mai come ora è necessario liberare la Lombardia dall'abbraccio mortale tra politica e imprenditoria corrotta".

L'appello del Pd. - "Maroni non attenda l'esito del Tribunale del riesame: i direttori generali coinvolti nell'inchiesta della procura di Milano" sui presunti appalti truccati per Expo e la sanità "devono essere revocati immediatamente". Anche il Pd lombardo rinnova il suo appello al presidente della Regione Maroni. A ribadire la richiesta di revoca immediata degli incarichi ai manager della sanità finiti nell'occhio del ciclone sono Alessandro Alfieri, segretario del Pd Lombardia ed Enrico Brambilla, capogruppo in Regione, che già da giorni insistono perché questa misura venga adottata.

"Dal governatore attendiamo, finora invano - incalzano - scelte di vera discontinuità. I vertici di Asl e aziende ospedaliere sono oggi legati a doppio filo ai partiti e alle correnti del centrodestra. I pranzi elettorali e i braccialetti verdi ne sono una prova lampante. Ora basta, occorre cambiare finalmente sistema, a partire dall'allontanamento di chi ha sbagliato", concludono i due
esponenti del Pd.

Già nei giorni scorsi il Pd aveva da un lato condiviso con il governatore Maroni la necessità di «dare discontinuità al sistema che da 20 anni governa la sanità lombarda». Accusando tuttavia Maroni di non trarne le conseguenze: «i direttori generali avvicinati dalla cosiddetta cupola - dichiarava Brambilla - sono ancora al loro posto, non c'è alcuna volontà di cambiare il meccanismo delle nomine e l'assessore regionale alla Salute Mario Mantovani, seppure sempre più ridimensionato nei fatti, rimane titolare delle deleghe della sanità. Per noi non è sufficiente». Pd e Patto Civico avevano infatti lanciato una sorta di ultimatum, annunciando che avrebbero concesso a Maroni una settimana di tempo per rimuovere i dirigenti delle strutture sanitarie coinvolti nell'inchiesta, per annunciare la riforma del sistema delle nomine e per togliere le deleghe della sanità dalle mani del vicepresidente Mantovani. In caso contrario, sarebbe scattata una mozione per sfiduciare il governatore.

E a proposito della super riforma della sanità regionale, il Pd si è dichiarato disponibile al confronto. «Maroni - conclude Brambilla - intende finalmente porre mano alla riforma della sanità. Bene, le nostre proposte sono già sul tavolo. Se vuole il confronto il Pd è disponibile, purché finalmente si faccia sul serio».

Maroni però già da giorni getta acqua sul fuoco e nega che in Lombardia sia in atto un «commissariamento» dell'assessore alla Salute. «Che il governatore si occupi personalmente della riforma più importante della Regione - ha detto - è una cosa normale, ovvia. E' mia intenzione coinvolgere tutti, ma visto che si tratta della riforma più importante della Regione - ha ribadito - è ovvio che sia io a dirigere i lavori. Non c'e' alcun commissariamento di nessuno".

"Le cose che stanno uscendo sulla sanità - ha spiegato ancora Maroni - mi hanno indotto a prendere delle decisioni. C'è una commissione d'inchiesta perché voglio verificare i comportamenti di tutti i direttori generali delle aziende ospedaliere. Se hanno violato il Codice penale lo accerterà la magistratura, ma se hanno violato il Codice etico e i doveri di lealtà e correttezza nei confronti della Regione, interverrò io". Intanto M5S e Pd mordono il freno.