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Veneto: sì Consiglio Stato a ricorso su Avastin-Lucentis

Nuova vittoria della Regione Veneto sulla questione Avastin-Lucentis: con ordinanza del 15 maggio il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso proposto dalla Regione contro l'ordinanza del Tar del Veneto che aveva accolto la richiesta di sospensiva degli atti regionali per l'uso dell'Avastin. I giudici di Palazzo Spada hanno sospeso l'esecutività del pronunciamento del Tar e rinvianto la trattazione nel merito al 17 luglio.

Reazioni soddisfatte dai vertici della Regione. «Emerge sempre più chiaramente chiaro che avevamo visto giusto sin dal 2011 quando, sulla base dei pareri della Commissione farmaceutica regionale e di autorevoli società scientifiche, decidemmo di usare l'Avastin, che dava gli stessi risultati dell'altro farmaco, ma con una spesa di 15-20 volte inferiore» -commenta il presidente Luca Zaia, sottolinenado che il successivo obbligo di usare il più costoso Lucentis si è tradotto in un «aggravio di costi quantificato in 15,2 milioni di euro , per i quali chiederemo il risarcimento non appena la Procura generale della Corte dei Conti si saràespressa sull'ipotesi, che noi condividiamo, dell'esistenza di un pesante danno erariale».

Nel frattempo spiega l'assessore alla Salità, Luca Coletto, «La Regione sta valutando la possibilità - in base all'Ordinanza - di reintrodurre immediatamente la somministrazione dell'Avastin, interrompendo così gli enormi maggiori costi che stiamo sostenendo e migliorando l'assistenza ai pazienti». Coletto conclude citando una frase dell'Ordinanza: «La Sezione Terza scrive tra l'altro che "...la prestazione di un servizio pubblico inteso a tutelare la salute quale fondamentale diritto dell'individuo e, insieme, fondamentale interesse della collettività (art. 32 Cost.) non può prescindere (se non in un'astratta, irrealistica e ormai inattuale considerazione dei valori costituzionali in gioco), dai costi che quella collettività, statale o regionale, è tenuta a sostenere». «Non credo - conclude l'assessore - che servano altre parole pe rdire che, fin dal 2011 il Veneto non ha fatto altro che tutelare i diritti dei propri cittadini, sia come contribuenti che come pazienti».