Aziende e regioni

Gioco d'azzardo in Piemonte: 5 miliardi di spesa e 1.256 i casi di dipendenza

di Emiliano Calabrese

Che il gioco d'azzardo sia un settore che non conosce crisi è cosa nota, ma sapere che la raccolta complessiva in Italia, in crescita, è poco meno di 90 milardi desta un certo sgomento: in pratica è come se ogni italiano, neonati inclusi, spendesse 1.400 euro all'anno per tentare la fortuna.
«In Piemonte - spiegano il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta - la spesa per il gioco supera i 5 miliardi di euro e purtroppo negli ultimi anni i pazienti affetti in forma grave da gioco d'azzardo patologico sono più che quadruplicati».

L'ultima finanziaria regionale, approvata nel febbraio scorso dal Consiglio regionale, prevede all'art.7 una serie di misure per la prevenzione ed il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d'azzardo lecito. Da qui, l'accelerazione a seguire con priorità ed attenzione questa tematica. La legge prevede che «la Giunta regionale definisca linee di indirizzo e presenti al Consiglio regionale un piano triennale per prevenire e ridurre il rischio dal gioco d'azzardo patologico (GAP) ed il contrasto alla dipendenza. I nostri interlocutori dovranno essere prioritariamente i commercianti, perché la normativa regionale approvata prevede che dal 1° gennaio 2015 per tre anni l'aliquota Irap sia ridotta dello 0,92% per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92% a carico di quegli esercizi nei quali le micidiali macchinette resteranno installate».

Se in Italia la stima dei giocatori d'azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati Ministero della Salute), in Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Asl e Aso si occupano delle dipendenze sono stati lo scorso anno 1.256, in prevalenza si tratta di uomini con età inferiore a 50 anni con una media di soggetti a rischio che in Piemonte è più alta di quella nazionale. «Se pensiamo che mediamente un paziente in carico ai SerD costa oltre 2.000 euro l'anno con un costo stimato che non tiene conto di eventuali costi aggiuntivi per ricoveri in strutture residenziali specialistiche - aggiunge Saitta - e che in un anno i nuovi utenti sono stati 578, ci rendiamo conto di quanto sia urgente intervenire per impedire il più possibile il diffondersi del fenomeno, aggravato certamente anche dalla crisi economica».

Tutte le Asl del Piemonte hanno servizi per il trattamento del GAP all'interno dei Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze, la maggior parte come servizi strutturati specificatamente, una parte minore come gruppi di operatori che si interessano dell'area specifica. Gli ambulatori che offrono un servizio GAP sono 38, poco meno le equipe di lavoro 33. Complessivamente il personale pubblico dedicato al GAP ammonta a 207 operatori (quasi tutti a tempo parziale), di cui 40 medici, 62 psicologi, 45 educatori, 22 infermieri, 29 assistenti sociali.
Un dato di cui tenere conto è anche quello legato al coinvolgimento giovanile: oltre il 40% dei giovani tra i 14 e i 19 anni dichiara di aver provato a giocare almeno una volta. Sarà dunque una sfida per la Regione riuscire ad implementare un piano sui rischi provienti dal gioco d'azzardo da presentare nelle scuole per cercare di prevenire la diffusione di nuovi casi. In proposito non va dimenticato che nel recente passato era stata attivata una campagna specifica che aveva coinvolto 8.000 studenti.