Aziende e regioni

Tagli: Lombardia e Veneto pronte allo sciopero fiscale. Ma il ministro invita alla calma

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Veneto e Lombardia, entrambe a guida leghista, sono pronte allo sciopero fiscale contro i tagli alla sanità: lo hanno annunciato oggi i governatori Luca Zaia e Roberto Maroni, a completare una settimana di feroci polemiche e rassicurazioni del Governo. «Siamo pronti a non pagare le tasse» esplode Zaia «Se il governo pensa di tagliare anche un solo euro di spesa sanitaria al
Veneto noi facciamo lo sciopero fiscale».
E la mette giù dura con il premier: «A Renzi voglio dire una cosa: se ha le palle approfitti della situazione, obblighi tutti ad applicare i costi standard.
La siringa, lo stent, il pasto in ospedale devono costare ovunque la stessa cifra» e dice ancora il governatore, secondo il quale «il governo è ostaggio degli spreconi, della mala gestione» e «Renzi non applicherà mai i costi standard perchè provocherebbe la ribellione del Sud. Non dei cittadini, ma della classe dirigente». E spara a zero contro gli spreconi del Sud: «Il riferimento è alle quattro regioni meridionali che hanno un buco sanitario di 5 miliardi, sono quelle che spendono di più e curano peggio, tanto che i loro pazienti scappano».

L'appoggio di Maroni. E in punta di tweet risponde anche il governatore Maroni: «Bene Zaia, anche la Lombardia è pronta». Già ieri Maroni aveva avvertito: «il Governo vuole fare tagli sulla sanità, è una follia: deve intervenire piuttosto sui costi standard».

Il ministro della Salute: «Sciopero non è la strada giusta». Da Bruxelles, interviene il ministro Lorenzin a sedare gli animi, «Lo sciopero fiscale delle Regioni contro i tagli alla sanità non è la strada. Tutte le Regioni, anche quelle con i conti in regola, devono fare la loro parte su quello che si può ancora toccare» e anzi, ha spiegato di non aver subito dal Governo pressioni o comunicazioni specifiche per tagliare i budget alle Regioni. Rispondendo nel merito agli strali padani contro le regioni sprecone, Lorenzin ha sottolineato che «non è vero che ci sono 5 miliardi di disavanzo nelle regioni del Sud», le quali invece «sono in pieno rientro finanziario.C'é invece, in molte Regioni, un problema di qualità dei servizi, di investimenti, di ricerca e innovazione». Comunque, ha rivendicato il ministro, «i costi standard sono già legge», ci sono «le centrali uniche d'acquisto regionali« e «noi paghiamo i prezzi minori nell'Ue sui farmaci».
Quanto al Fondo sanitario nazionale, «se anche qui si devono fare tagli, allora dobbiamo essere consapevoli che serve sederci attorno a un tavolo per cambiare il modello», ha concluso.