Aziende e regioni

Piemonte: il riparto del Fsn individua i fabbisogni standard per le prestazioni ospedaliere

di Emiliano Calabrese

La Giunta regionale il 22 dicembre scorso ha varato la deliberazione per l'assegnazione delle risorse da attribuire, per il 2014, agli enti che compongono il Ssr. Ma l'atto si pone anche l'obiettivo, almeno in parte, di superare il meccanismo di riparto secondo i criteri consolidati della spesa storica, individuando il fabbisogno standard per l'erogazione delle prestazioni ospedaliere per un valore complessivo di 2,169 miliardi di euro. Ma andiamo con ordine.

I vari enti regionali si spartiranno i 7,978 miliardi di euro provenienti dal riparto del Fondo sanitario nazionale (109,928 miliardi), a cui andranno aggiunti alcuni specifici contributi a carico della Regione. Si tratta di 9.278.000 di euro per l'erogazione degli indennizzi a soggetti danneggiati da vaccinazioni e trasfusioni; 18.197.839,47 per la copertura extra fondo regionale della rata di mutuo relativo ai debiti sanitari anteriori all'anno 2000; 32.000.000 che le case farmaceutiche hanno versato al Piemonte quale quota del payback per il superamento del tetto della spesa farmaceutica. In realtà la cifra che spetta ai vari enti dovrà tener conto anche della quota relativa alla mobilità (passiva), extraregionale e internazionale, che ammonta a 33.671.101 euro.

Dato che dimostra un certo scetticismo da parte di alcuni cittadini piemontesi che, evidentemente, preferiscono farsi curare, come dimostrano le analisi della mobilità, al di fuori della propria regione.
Vale però la pena soffermarsi sugli elementi di novità presenti nel riparto che puntano al superamento della spesa storica. In particolare, per la prima volta in modo così articolato, l'assessorato alla sanità piemontese ha previsto il fabbisogno standard per soddisfare le prestazioni ospedaliere, attraverso un collegamento diretto ed esplicito ai ricoveri, articolati per area e specialità.

Il calcolo, che rappresenta ben il 28,20% della quota del Fsn di spettanza al Piemonte, si avvale anche di uno speciale indicatore che rappresenta l'effettivo valore delle prestazioni sanitarie ospedaliere, tenendo conto sia delle fasce di età che delle diversità di genere. In definitiva, attraverso la moltiplicazione dell'indicatore sopracitato sia per il valore medio regionale dei ricoveri (488,7978 euro per abitante) che per la popolazione pesata residente (suddivisa per Asl), si ottengono i singoli fabbisogni.

Il Piemonte, dunque, ha effettuato un primo passo verso l'adozione dei fabbisogni standard in sanità che la recente Legge di Stabilità presuppone siano pronti entro il 30 aprile di quest'anno. In proposito va ricordato come il comma 601, inserito al Senato, prevede che i metodi per la definizione dei pesi, da considerare per la determinazione dei fabbisogni sanitari regionali, non siano più esclusivamente in relazione alle classi di età della popolazione ma tengano conto: dei criteri di cui all'art. 1, co. 34, della L. 662/1996 (vale a dire popolazione residente, frequenza dei consumi sanitari per età e per sesso, tassi di mortalità della popolazione, indicatori relativi a particolari situazioni territoriali ritenuti utili al fine di definire i bisogni sanitari delle regioni ed indicatori epidemiologici territoriali); dei costi sostenuti dalle regioni in relazione al fabbisogno standard; dell'eventuale miglioramento registrato a livello regionale nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza sulla base di appositi indicatori.

Vedremo se il prossimo primo maggio, oltre ai lavoratori, festeggeranno anche tutte le regioni.