Aziende e regioni

La Toscana ha deciso: rivoluzione Asl, da 12 a 3. Marroni: «Si volta pagina»

di Lucilla Vazza

La Toscana ha deciso: si volta pagina. Dopo quasi tre settimane di gestazione e di rivisitazione, rispetto al testo base approvato il 22 dicembre dall'assessore alla Salute Luigi Marroni e fortemente voluto dal presidente Enrico Rossi, la delibera che ridisegna la mappa delle aziende sanitarie è stata inviata per il via libera definitivo al Consiglio regionale. La riforma sarà attuata dal 1° gennaio 2016. Data cruciale entro cui tutto dovrà essere pronto, «pienamente operativo», come ha ribadito l'assessore Marroni, oggi alla presentazione del sistema informatizzato per il pagamento dei ticket.

«In questi anni la sanità toscana ha affrontato con decisione la crisi, riorganizzando, razionalizzando, eliminando sprechi e doppioni - ha osservato Marroni - E ottenendo, sia detto per inciso, risultati che l'hanno posta ai vertici delle classifiche nazionali. Pensavamo di non dover intervenire ulteriormente, invece no, il governo ci chiede nuovi sforzi, nuovi sacrifici. E siccome non vogliamo ridurre i servizi né aggiungere nuove tasse, dobbiamo fare altre scelte. Per questo abbiamo messo mano a una grande riforma del servizio sanitario toscano, un processo di riordino complessivo, che nell'arco di un anno porterà alla riduzione delle attuali 12 aziende sanitarie locali a 3, una per Area vasta. Un processo che era già cominciato con l'unificazione dei tre Estav (Enti per i servizi tecnico amministrativi di Area vasta) in un unico Estar regionale. L'obiettivo non è solo quello del risparmio, ma anche, e direi prima di tutto, quello di un miglioramento della qualità dei servizi».

In un anno dovrà insomma cambiare tutto per gasrantire la sostenibilità del sistema sanitario regionale.
Le nuove aziende Usl saranno tre:
a) azienda USL Toscana centro
, istituita mediante la fusione delle aziende USL 10 di Firenze, USL 4 di Prato, USL 3 Pistoia e USL 11 Empoli;
b) azienda USL Toscana nord-ovest , istituita mediante la fusione delle aziende USL 2 di Lucca, USL 1 di Massa e Carrara, USL 12 Versilia, USL 5 di Pisa e USL 6 Livorno;
c) azienda USL Toscana sud-est , istituita mediante la fusione delle aziende USL 7 di Siena, USL 8 di Arezzo, e USL 9 di Grosseto.

Le idi di marzo. La prima data che segna l'avvio della riorganizzazione è il 1° marzo 2015. Dopo di cui ci sarà la decadenza dei comitati di area vasta (art. 8) e le relative funzioni sono assunte da un commissario in ciascuna area vasta, nominato direttamente dal presidente della Regione. Sempre a marzo decadono i direttori generali, i direttori amministrativi, i direttori sanitari, i direttori dei servizi sociali delle aziende unità sanitarie locali (art. 9). Mentre, restano in carica gli altri organi aziendali e i titolari degli ulteriori incarichi la cui durata è connessa all'incarico del direttore generale.
Di fondamentale importanza l'articolo 3 che contiene le linee di indirizzo su cui si basa il processo di riordino, tra cui si evidenzia la necessità di valorizzare, anche attraverso modelli convenzionali tra l'azienda unità sanitaria locale e l'azienda ospedaliero-universitaria, la formazione, la didattica e la ricerca, nei diversi ambiti delle attività aziendali e il ruolo fondamentale dei dipartimenti interaziendali di area vasta, quale modello di programmazione coordinata. Mentre, l'articolo 4 è interamente dedicato alla programmazione di area vasta, che assume un ruolo fondamentale per garantire l'omogeneità dei modelli organizzativi regionali.

Il funzionamento delle Ausl è definito all'articolo. 5. Tra i compiti, la creazione presso ogni azienda di un dipartimento dedicato alla medicina generale.

Le linee di indirizzo dei dipartimenti interaziendali di area vasta, che saranno il nucleo organizzativo per la programmazione, sono illusttrate nell'articolo 6.

«Quella che abbiamo intrapreso e porteremo avanti nei prossimi mesi - dice infine l'assessore Marroni - è una vera e propria "rivoluzione della qualità". Una grande riforma strutturale che guarda avanti per molti anni futuri. Vogliamo assicurare la sostenibilità e il carattere pubblico e universale del sistema sanitario, a fronte del mutato quadro epidemiologico, dei costi crescenti dei processi di cura e diagnosi e della consistente riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni. Con questa riforma - chiarisce ancora l'assessore - noi vogliamo indurre comportamenti virtuosi, ridurre sprechi e ridondanze, contrastare il consumismo sanitario. Come sempre accade, i cambiamenti provocano timori e dubbi. Sarà un'impresa difficile, per questo chiediamo l'aiuto di tutti i 55mila operatori del servizio sanitario toscano. Abbiamo sempre saputo di poter contare sulla loro competenza, professionalità, spirito etico. Sappiamo di poterlo fare anche in questa occasione, davvero epocale per la nostra sanità».