Aziende e regioni

Friuli Venezia Giulia: fecondazione eterologa a carico del Ssr

In attesa che Governo e Parlamento inseriscano la procreazione medicalmente assistita tra i livelli essenziali di assistenza (Lea), come previsto dal Patto per la Salute, il Friuli Venezia Giulia ribadisce che sia quella omologa che quella eterologa sono a carico del Servizio sanitario regionale. E lo fa con una delibera proposta dall'assessore Maria Sandra Telesca, che definisce le modalità di accesso alle tecniche di procreazione, stabilendo il limite massimo di 43 anni, e parallelamente ne determina le tariffe, di fatto definendo anche la compartecipazione, ovvero il ticket, a carico delle pazienti.

Un ticket che, spiega Telesca, «non sarà come a suo tempo ipotizzato, unico, ma a fasi». Fin dallo scorso settembre, quando la Giunta aveva recepito il documento delle Regioni e delle Province autonome che aveva spianato la strada in tutta Italia alla fecondazione eterologa, era stato ipotizzato un ticket unico, compreso tra i 400 e i 600 euro.

«Ci potremmo orientare su una compartecipazione intorno ai 500 euro», aveva indicato allora l'assessore. «Abbiamo previsto tariffe, e quindi compartecipazioni, per le singole attività. Di fatto - spiega Telesca - si potrà raggiungere una spesa massima per i cittadini comunque inferiore ai 500 euro solo ed esclusivamente se la procreazione, come ci auguriamo, andrà a buon fine. Qualora invece il tentativo di avere un figlio purtroppo non riesca, almeno sotto il profilo economico non vi sarà una penalizzazione».