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Riforma del Sistema sociosanitario in Lombardia, Maroni: «Tempi rapidi per una formulazione condivisa»

E' all'esame della Commissione Sanità del Consiglio regionale il disegno di legge sulla Riforma del Sistema socio-sanitario lombardo. «Le nuove regole di sistema approvate - ha spiegato nei giorni scorsi il presidente Roberto Maroni - certificano l'eccellenza del Sistema socio-sanitario lombardo e rendono più efficienti i servizi, parallelamente all'obiettivo di contenimento e riduzione della spesa, perché noi siamo virtuosi».

Ma il progetto ha già scatenato le polemiche con la ministra della Salute Beatrice Lorenzin che ieri sottolineava la necessità di una riflessione attenta. «Accetto contributi da parte del ministro della Salute - ha risposto oggi Maroni - ma noi partiamo dalla nostra proposta, per definire la riforma del Sistema socio-sanitario lombardo. La prossima settimana, quando alcuni partiti della Maggioranza avranno presentato le loro proposte, riunirò di nuovo il Tavolo di Maggioranza e arriveremo in tempi rapidi a una formulazione condivisa anche dal partito del ministro Lorenzin».

Le osservazioni della ministra Lorenzin. «La riforma della sanità lombarda - ha sottolineato ieri la ministra della Salute - merita una riflessione attenta. Non si tratta di fare ostruzionismo, ma un dibattito costruttivo per fare in modo che se la Lombardia fa una riforma, sia migliorativa del suo sistema. Ci sono aspetti che a livello nazionale ci lasciano perplessi. Innanzitutto quelli che vanno contro la legge nazionale».

Fra i nodi che, secondo il ministro, cozzano con le norme nazionali, «tutta la parte contrattuale, la riforma della governance, la superagenzia regionale ipotizzata sul farmaco e i device, che va esattamente contro quello che è la sfida del Patto per la salute, cioè riorganizzare una politica del farmaco a livello nazionale». «Invece sono molto favorevole - ha aggiunto - all'integrazione socio-sanitaria e all'unione di questi due mondi. Il fatto che la salute e l'assistenza socio-sanitaria non si parlano è fonte di danno. E' importante che il socio-sanitario abbia le stesse regole del sanitario: un fondo ben vincolato, un sistema di contabilizzazione della spesa, di misurazione delle performance e della qualità». Dobbiamo «scongiurare quello che avveniva in passato e cioè che i fondi salute venivano distolti per
essere immessi in un modo che non ha mai dato risultati positivi nel fondo sociale».

Un altro aspetto di criticità che ha lasciato perplessa la ministra è che paradossalmente «sembra quasi che l'ospedale riacquisti una centralizzazione nella presa in carico del paziente. Stiamo lavorando da anni per l'opposto, per deospedalizzare e valorizzare il sistema dei comuni» per una rete integrata. «Non do un voto alla riforma, non voglio fare la maestrina dalla penna rossa: diciamo che è ancora da completare».

Lorenzin ha fatto notare come «ci deve essere la quantificazione economica, quanto impattano le misure ipotizzate. Non abbiamo gli elementi per fare una valutazione».