Aziende e regioni

Irccs Maugeri best practice anti cadute

di Claudio Garbelli (direttore sanitario centraleIrccs Fondazione Salvatore Maugeri)

Una struttura ospedaliera riabilitativa come quella di Fondazione Maugeri ha come compito istituzionale quello di portare il paziente alla massima autonomia possibile con percorsi riabilitativi intensivi e multidisciplinari che valorizzano la ripresa funzionale, il reinserimento socio-lavorativo e la qualità complessiva della sua vita. Nel fare ciò l'evento caduta è quanto mai reale, variegato e fisiologicamente presente, con esito incerto per la ripresa del paziente. Richiede un approccio articolato, tenendo conto che coinvolge spesso persone fragili, con patologie anche neurologiche e degenerative, e porta a una degenza prolungata e a costi aggiuntivi ospedalieri e sociali.
Nell'ambito degli obiettivi di qualità e appropriatezza delle cure erogate come Ufficio Qualità centrale e accreditamento abbiamo voluto approcciare il problema cadute in maniera sistematica, coinvolgendo tutto il personale, con risvolti nell'intervento assistenziale-riabilitativo complessivo. Il percorso inizia nel 2008, entra a regime nel 2010 e con il supporto e il coinvolgimento dei referenti qualità presenti in ciascun Istituto dal 2010 al 2014 permette di monitorare complessivamente 150mila ricoveri (30mila/anno) afferenti alle varie strutture dislocate in Piemonte, Lombardia, Liguria, Campania, Puglia, Sicilia (15 fino al 2013 e 17 dal 2014) che operano con i medesimi standard assistenziali.
I dati hanno registrato una media di 1.600 cadute complessive all'anno ovvero il 5,6% su tutti i ricoveri, un dato molto positivo quasi sovrapponibile a quelli delle strutture per acuti dove il rischio cadute è inferiore. Ecco perché abbiamo voluto condividere non solo i risultati, ma soprattutto il metodo presentando la casistica 2010-2013 nel progetto "Monitoraggio delle cadute" poi riconosciuto all'ultimo Premio Qualità del Network Joint Commission International 2015.
Consapevoli che il rischio caduta, pur presente, può essere entro certi limiti evitato, abbiamo affrontato il problema coinvolgendo figure strategiche per favorire, anche attraverso la standardizzazione del dato raccolto, un cambiamento strutturale. Si è quindi partiti da una valutazione oggettiva del rischio ambientale con il supporto del Servizio di prevenzione e protezione per eliminare/ridurre tutti gli elementi causa di caduta nei locali frequentati dai pazienti; il passo successivo è stato valutare le condizioni cliniche del paziente per stimarne il rischio individuale tramite scale validate (Morse e poi in caso di positività al rischio, la scala Stratify); poi si è richiesto di procedere alle rilevazioni e registrazioni obbligatorie delle cadute secondo un unico protocollo e in questo passaggio l'informatizzazione della cartella clinica infermieristica, unica per tutti i reparti di riabilitazione, ha assicurato una tempestiva e corretta raccolta dei dati.

Questa modalità ci ha permesso di individuare i nostri punti deboli da cui siamo partiti per realizzare strategie concrete coinvolgendo il personale, sempre molto motivato. Per fare qualche esempio, tenendo conto della casistica delicata e complessa dei nostri degenti, abbiamo rilevato che alla base della caduta spesso ci sono condizioni cliniche particolari (26%), o la mancata osservazione delle indicazioni date dal personale circa le modalità di movimento (39%). Da qui deriva, nello specifico, l'incremento delle azioni educazionali (dall'11% del 2010 al 32% del 2014) per favorire la compliance delle istruzioni. Significativo è anche il dato sulle cadute ripetute in capo allo stesso paziente: la pronta rilevazione di questo evento, a esempio, permette di agire rapidamente con modalità efficaci e, infatti, il trend 2010-2014 è in calo dal 20,4% al 18,3. Ma l'evento caduta, oltre alle implicazioni per il paziente (30% esito contusioni, 29% escoriazioni, 13% ferite, 12% trauma cranico) va valutato anche in termini di costo per la struttura per la gestione degli accertamenti: in questo caso l'esborso nel 2013 si attesta intorno ai 70mila euro riferiti soprattutto a interventi per osservazione del paziente (20mila euro circa), Tc encefalo (15mila euro circa), medicazioni (15mila euro circa), senza contare eventuali giornate di degenza aggiuntive. Infine, ma non meno rilevante, è il dato sull'ammontare dei contenziosi: su quest'ultimo fronte vale la pena evidenziare il numero minimo di eventi che in Fondazione Maugeri hanno portato a una richiesta di risarcimento: 3 casi dal 2010 al 2013 per un esborso complessivo di 16mila euro.