Aziende e regioni

Veneto: firmato il contratto di esercizio per le medicine di gruppo integrate. Per l'attivazione 25 mln l'anno per 4 anni

A pochi giorni dall'intesa per la variazione dell'atto di indirizzo da parte del Comitato di Settore Sanità, raggiunta mercoledì sera, il Veneto volta pagina sulle cure territoriali con la firma del contratto di esercizio per la costituzione delle medicine di gruppo integrate. Per l'attivazione sono previsti 25 milioni di euro annui per quattro anni. Ne da notizia lo Smi. Per il segretario generale Pina Onotri si tratta di «un buon accordo che anticipa i cambiamenti nella sanità Italiana prevedendo risorse aggiuntive per le cure primarie, una medicina di gruppo funzionale, centralità dei medici: un modello per l'italia».

Lo Smi esprime soddisfazione per la gestione delle trattative da parte della segreteria regionale del sindacato in Veneto e mette in rilievo, «nonostante l'ostruzionismo di altre sigle sindacali» i risultati ottenuti.

«Nonostante le resistenze – continua Onotri – forti delle nostre idee e della nostra determinazione abbiamo sconfitto chi spingeva per la conservazione. E la Regione ha colto da che parte stava la voglia di rinnovamento. Pieno il coinvolgimento dei medici in questa trattativa, determinante il protagonismo dello Smi».

Entrando nel merito dell'accordo (vedi documento correlato), Franco Ferrigato, dirigente regionale Smi, sottolinea, la necessità di un «percorso preciso per la riorganizzazione delle cure territoriali, saldamente ancorato alla costituzione di gruppi non strutturali, ma basati su modelli funzionali, così da consentire, quindi, una risposta adeguata alla mutata domanda di salute. I pilastri portanti saranno: l'informatizzazione, l'integrazione e adeguate risorse».

«Fin dall'inizio abbiamo proposto la Medicina di Gruppo Integrate come unico modello riconosciuto a regime – spiega Ferrigato - abbiamo stimolato, condiviso e ottenuto un primo contratto per l'informatizzazione, quindi iniziato il percorso dell'integrazione per costruire modelli funzionali che rispondano ai bisogni reali del territorio, sempre più caricato di compiti e sempre più oberato di pastocchie burocratiche. Per mettere un argine a questo problema, l'unica via possibile l'abbiamo identificata nella dotazione di personale di studio, 1 ogni 2.400 assistiti e infermieristico, 1 ogni 3.600 assistiti, totalmente a carico della regione, assunto da noi (tramite cooperativa) e rimborsato. Abbiamo ottenuto il riconoscimento di Pip prestazioni aggiuntive pagate per i Pdta e il riconoscimento degli obiettivi di appropriatezza (auto pesando i dati)».