Sentenze

Asl, meritocrazia e trasparenza: «No a influenze politiche e spoil system. Apportare correzioni al testo». Arriva il parere del Consiglio di Stato sul decreto nomine Dg

di Lucilla Vazza

S
24 Esclusivo per Sanità24

Anteprima. «La designazione dei vertici delle Aziende sanitarie locali deve avvenire secondo criteri di meritocrazia, pur nella riaffermata natura fiduciaria della nomina, ma mai ispirata a ragioni di convenienza politica». Arriva oggi il parere della Commissione speciale del Consiglio di Stato sul decreto delegato in materia di riorganizzazione della Pa che interessa direttamente le nomine dei vertici Asl.
Il parere procede a una minuziosa analisi della nuova disciplina e ne evidenzia, da un lato, i molti pregi e, dall'altro, alcune criticità nella disciplina dello schema di decreto legislativo. I giudici di Palazzo Spada riaffermano con vigore la natura meritocratica delle nomine, l'inammissibilità di scelte dettate da influenze politiche, così come la possibilità di revoca dei direttori generali solo in base al giusto procedimento, finalizzata a evitare ogni forma, anche surrettizia, di spoils system.

Le note critiche al decreto
Il parere si sofferma anzitutto, e in particolare, sulla mancanza di una preventiva e approfondita consultazione delle associazioni rappresentative degli utenti del Servizio sanitario e di quelle degli operatori del settore, sottolineando il deficit conoscitivo di una riforma che mira, in ultima analisi, a ridurre le inefficienze dello stesso Servizio sanitario.
Il Consiglio di Stato ha inoltre evidenziato il problematico rapporto tra l'elenco nazionale dei direttori generali, con assegnazione di un punteggio tra 75 e 100, e la valutazione da parte delle singole Commissioni regionali e la delicatezza della scelta del direttore generale, che pure resta di natura fiduciaria, affidata all'ampia discrezionalità dell'organo politico regionale.
Anche l'obbligatoria frequenza dei corsi regionali quale requisito di ammissione all'elenco nazionale dei direttori generali è parso un aspetto non esente da criticità, limitando l'ingresso del management privato alla dirigenza pubblica sanitaria, che pure la riforma ha inteso favorire.
Il parere non ha mancato di evidenziare la genericità di criteri quali le «manifeste violazioni di legge o di regolamenti» per valutare l'operato dei direttori generali e per disporne la revoca e l'assenza, nella disciplina attuativa della legge di delega, di una disciplina relativa alla revoca delle altre figure dirigenziali analoga a quella del direttore generale.
Anche l’insufficiente valorizzazione dei Livelli essenziali di assistenza quali fondamentali obiettivi che devono orientare la più efficiente gestione imprenditoriale dei direttori generali è parso un aspetto critico dello schema di decreto legislativo esaminato, che proprio sul piano della proiezione esterna dell'organizzazione sanitaria verso gli utenti, nella prospettiva di una moderna amministrazione di risultato, mostra un limite di fondo.
Il Consiglio di Stato, nell'auspicare, comunque, una rapida e completa attuazione della riforma, raccomanda un attento monitoraggio affidato a una “cabina di regia” composta dagli attori istituzionali – Stato, Regioni, soggetti pubblici indipendenti coinvolti nell'attuazione della riforma – per la la realizzazione dei fondamentali obiettivi, di breve, medio e lungo periodo, perseguiti con l'intervento normativo.

I pregi della riforma
Tra gli aspetti particolarmente positivi della nuova disciplina il Consiglio di Stato individua, in particolare:

- la trasparenza delle nuove procedure selettive dei futuri dirigenti sanitari secondo un modello bifasico, articolato nella formazione dell'elenco nazionale, che assicura imparzialità e omogeneità di valutazione, e nella procedure di scelta a livello locale; la formazione degli elenchi regionali per la nomina delle altre figure dirigenziali;
- i criteri meritocratici che contraddistinguono tutte le nuove procedure;
- la marcata procedimentalizzazione della revoca dei direttori generali, ispirata al principio del giusto procedimento e finalizzata ad evitare ogni forma, anche surrettizia, di spoils system;
- la valorizzazione degli obblighi di trasparenza nella gestione aziendale sanitaria;
- la più attenta codificazione delle cause di risoluzione del rapporto di lavoro del direttore generale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA