Sentenze

Tar Piemonte: sì all’avviso pubblico su base nazionale per la scelta dei direttori di distretti

di Emiliano Calabrese

Ad Asti vince la trasparenza e così per il conferimento di uno degli incarichi più strategici per un'azienda sanitaria locale, quello di direttore di distretto, si effettuerà una selezione pubblica aperta a livello nazionale come previsto nel bando pubblicato sul Bollettino Ufficiale della regione Piemonte lo scorso 8 febbraio.
A sancirlo è la sentenza emessa dalla sezione seconda del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte a seguito del ricorso, effettuato da uno degli attuali direttori di distretto, contro l'avviso pubblico di selezione. In particolare il ricorrente riteneva illegittimo l'atto dell'Asl di Asti, diretta da Ida Grossi, in quanto la scelta avrebbe dovuto compiersi all'interno della cerchia degli attuali direttori di distretto, nel frattempo accorparti in uno solo dal nuovo atto aziendale.
Nella sentenza i togati amministrativi hanno respinto la richiesta in quanto tra gli atti della Giunta Regionale non vi è «alcuno specifico riferimento rispetto alla necessità di effettuare una preventiva selezione interna tra i direttori uscenti: vero è, all'esatto opposto, che proprio nella nota n. 21.822 del 18 novembre 2015 della Direzione Sanità della Regione Piemonte, si legge di affidare l'incarico di direzione di struttura complessa, a seguito di revisione dell'assetto organizzativo, nel rispetto della normativa legislativa e contrattuale vigente e secondo criteri di selezione predeterminati, in modo da assicurare la massima trasparenza e la massima partecipazione di tutti gli interessati».
Si potrebbe dire che i principi individuati dalla cosiddetta legge Madia per la nomina delle figure apicali delle aziende (lettera p, comma 1, articolo 11 legge 124/2015) e successivamente dallo schema di decreto sulla dirigenza sanitaria, sono stati di fatto traslati - e anticipati - in Piemonte per la ricerca del direttore di distretto ambito, quest'ultimo, cruciale nella governance dell'assistenza territoriale.
Insomma, sempre meno nomine a forte rischio di discrezionalità e sempre più scelte basate sulla trasparenza e l'evidenza pubblica in un settore, come quello della sanità, non certo privo di rischi corruttivi nella sfera degli incarichi come dimostra anche l'aggiornamento al Piano nazionale anticorruzione (Determina Anac 28 ottobre 2015 n. 12) che dedica in proposito un intero capitolo con relativo approfondimento proprio sugli aspetti di attribuzione degli incarichi ivi incluse le strutture complesse come nel caso astigiano.


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