Aziende e regioni

Porto Torres e Sassari: falde compromesse, tumori e patologie respiratorie in eccesso

di Vincenzo Migaleddu (Isde-Medici per l’ambiente Sardegna)

Una diffusa contaminazione delle acque di falda, con presenza di metalli, solventi e idrocarburi (benzene fino a 150mila volte la soglia consentita, Vcm fino a 500mila e dicloroetano fino a 28 milioni di volte). Oltre 1.800 ettari di terra e 2.762 ettari di mare gravemente compromessi. Sono queste le criticità ambientali nel Sin di Porto Torres e Sassari, che si evincono dalla «Relazione sulle bonifiche dei siti contaminati in Italia» del 2012 della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Una devastazione connessa soprattutto alla presenza di attività industriali in esercizio, tra cui quelle iniziali della cosiddetta chimica verde, nonché di discariche non controllate di rifiuti tossico-nocivi e industriali speciali (Minciaredda).

A tutt'oggi nessuna efficace bonifica è stata realizzata e nessuna area risulta restituita agli usi legittimi; notevoli quantitativi di inquinanti, particolarmente benzene, continuano a essere sversati a mare. I cittadini coinvolti sono circa 142mila e il sito è stato compreso nell'aggiornamento 2014 dello Studio Sentieri dell'Iss perché servito da un Registro tumori (Airtum). Il prezzo in termini di salute si paga in un eccesso di mortalità per tutti i tumori e le malattie dell'apparato respiratorio.

Per la mortalità l'aggiornamento riguarda il periodo di sei anni, 2003-2010, secondo i dati Istat disponibili e quindi escludendo il biennio 2004-2005. Il rapporto standardizzato di mortalità (Srm) corretto per deprivazione per tutte le patologie correlabili a condizioni ambientali ha un valore di 106 in entrambi i sessi (6% in più nel numero dei decessi osservati rispetto a quelli attesi); 406 decessi complessivi in più per tutte le patologie; 68 in più all'anno, equamente divisi tra maschi e femmine. Per l'insieme dei tumori si stimano 174 decessi in entrambi i sessi; 28 all'anno complessivamente. Tra le patologie, per le quali vi è evidenziata a priori (sufficiente o limitata) un'associazione con le esposizioni ambientali nel Sin, si registra Srm particolarmente elevato (149) nel sesso femminile per i tumori dell' apparato respiratorio: la differenza tra Osservati e Attesi è di 27 nel sesso M e 41 nel sesso F; per le malattie del sistema respiratorio la differenza è di 52 e 51 rispettivamente nel sesso M e F; la mortalità per i tumori delle vie respiratorie nel sesso femminile supera il Smr rilevati a Taranto nello stesso genere.

L'incidenza oncologica abbraccia un arco di tempo di 10 anni (1996-2006): in entrambi i sessi per tutti i tumori (esclusa cute) è in eccesso rispetto all'attesa, complessivamente con 1.110 casi in più in entrambi i sessi. Per quanto riguarda i tumori maligni del polmone (+144 complessivi), quelli maschili risultano ancora superiori a quelli femminili: 83 v/s 61, ma il rapporto standardizzato di incidenza è superiore nelle donne (Sir 116 v/s 159 rispettivamente nei M e nelle F). Per il tumore maligno del colon-retto (+48 complessivi) c'è un'equa distribuzione nei due sessi, così anche per i tumori maligni del sistema linfatico ed emopoietico (+119 complessivi).

L'aggiornamento dei dati conferma la criticità sanitaria nella popolazione inclusa nel Sin con eccessi di mortalità e di incidenza per tutte le malattie correlabili a fattori ambientali. Appare rilevante l'elevata mortalità e l'incidenza nel sesso femminile per i tumori dell'apparato respiratorio con un quasi +50 e +60 per cento. Anche per il Sin PT-SS il pericolo è che il trittico normativo (Destinazione Italia, Ambiente protetto e lo Sblocca Italia) crei le basi per l'innalzamento dei valori di soglia di rischio e che le “semplificazioni” possano favorire la deresponsabilizzazione per le bonifiche; l'avvio di processi di “reindustrializzazione” sommerebbero ulteriori impatti ambientali e sanitari, alimentando inoltre forme di assistenzialismo finanziario alle grande imprese.


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