Aziende e regioni

Corruzione, illeciti segnalati in un’Asl su quattro. Il piano Fiaso contro l’illegalità.Alla presidenza confermato Ripa di Meana

di Rosanna Magnano

Se la «verità» è il passo iniziale per sconfiggere il fenomeno della corruzione in sanità, il primo dato certo è che un’azienda sanitaria su quattro ha ricevuto nel 2014 almeno una segnalazione di illecito nell’ambito dei controlli interni previsti dalla normativa : le maggiori criticità sono nell'area delle libera professione intramuraria (13% dei casi), mentre qualche problema è emerso anche nell'attività di ricerca (9%) e nelle aree del personale dipendente e della gestione economico-finanziaria (entrambe con l'8% dei casi). Lo comunica Fiaso, che ha condotto un’indagine su un campione di 78 aziende: tutte hanno investito in trasparenza e l'88% ha messo in piedi un meccanismo di monitoraggio del Piano anticorruzione ma una su due percepisce l’applicazione della legge 190/2012 come “parzialmente adempitiva-burocratica” pur giudicandola efficace. I dati sono stati presentati oggi a Roma nell’ambito della presentazione del “Piano anticorruzione in sanità” sottoscritto con un protocollo di collaborazione da Fiaso , la Federazione di Asl e Ospedali, e Illuminiamo la Salute, la “Rete nazionale per l'integrità”, promossa da Libera, Avviso Pubblico, Coripe Piemonte e Gruppo Abele. Obiettivi dell’iniziativa: costituire una “Rete di integrità” formata da tutti i responsabili anti-corruzione di Asl e Ospedali; programmi di formazione del personale per diffondere legalità e trasparenza; audit nelle Aziende sanitarie; diffusione delle buone pratiche che valorizzano l'integrità; adozione capillare dei codici di comportamento aziendale.

«Vogliamo allontanare con ogni mezzo - spiega il presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana - il mal sottile della corruzione che ogni anno in sanità fa dissipare 6 miliardi di risorse, minando la fiducia dei cittadini nel nostro sistema salute, che resta pur sempre, è bene ricordarlo, tra i più efficienti ed economici del mondo occidentale. Il contrasto all'illegalità nel settore sociale e sanitario deve costituire un impegno prioritario sia per i responsabili delle politiche pubbliche che per i professionisti della salute, tanto più in un momento di grave crisi economica».

«Spesso le parole che appaiono più innovative sono qualità o efficienza. Vorrei – ha invece sottolineato la senatrice, nonché Presidente del Coripe Piemonte, Nerina Dirindin – che si parlasse di integrità. Integrità indica pienezza, interezza, un oggetto che non ha subito danni o lesioni. Noi sappiamo – ha concluso – che il Ssn ha subito delle lesioni, ma vogliamo potenziarlo e preservarlo da contaminazioni».

«Illuminiamo la salute»
Il progetto «illuminiamo la salute», sottolinea Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e fondatore del Gruppo Abele, «nasce dalla necessità di contribuire al bene comune. La sanità è una realtà troppo cruciale per non richiedere a tutti, non solo agli addetti ai lavori, un contributo di attenzione e impegno. In gioco ci sono i bisogni e le speranze di tante persone, le loro fragilità fisiche e psicologiche, l’apprensione e l’angoscia di tante famiglie. E’ una questione sociale che non ammette l’indifferenza, la rassegnazione, tantomeno il cinismo».

Dal lavoro condotto dal pool di associazioni che promuovono la «Rete nazionale per l’integrità» emergono anche buone notizie: «Sotto il profilo della documentazione - spiega Don Ciotti - c’è stata una risposta positiva per quel che riguarda la pubblicazione sui siti delle Asl di documenti di bilancio, bandi di gara e concorso, rapporti con i privati e liste d’attesa, ma non possiamo nasconderci che c’è ancora tanta strada da fare».

Tra i nodi irrisolti: cattiva amministrazione, opacità e abusi. Corruzione e illegalità toccano alcuni segmenti della sanità con costi non solo economici. L’impatto, come sottolineato dal presidente di Libera, si misura infatti anche in termini di perdita di fiducia da parte dei cittadini, demotivazione dei professionisti, danno d’immagine della sanità pubblica e ulteriore esclusione delle fasce sociali più deboli. Sprechi e abusi sono quindi una «ferita al diritto alla salute», ma anche una porta aperta agli interessi illegali e a volte criminali. «La sanità - ribadisce Luigi Ciotti - è un settore particolarmente esposto alle infiltrazioni criminali e mafiose, perché gestisce grandi risorse economiche, perché le mafie hanno sempre cercato strutture sanitarie in grado di fornire assistenza riservata e anonima ai loro affliati e perché cercano, attraverso la sanità, agganci con il potere politico».

Altri punti «caldi», le «esternalizzazioni» nate per ridurre i costi, che «non solo non li hanno ridotti ma reso più difficile gestione e controlli». E la relazione con i privati: «A volte c’è una vicinanza troppo disinvolta - sottolinea Ciotti - con alcune realtà del mondo farmaceutico, magari non proprio integerrime dal punto di vista del rispetto per la concorrenza».

L’indagine Fiaso sull’applicazione delle norme anticorruzione in sanità
Alla domanda sulla capacità di incidere in futuro sul fenomeno corruttivo il 47% delle aziende sanitarie ha risposto “sufficientemente”, il 35% “abbastanza” e il 5% “molto”. L'adozione di una specifica procedura di rilevazione frodi è stata dichiarata dal 73% delle aziende, anche se molte hanno optato per procedure informatiche “fatte in casa” e solo 3 sono ricorse a un sistema criptato in linea con i criteri della delibera Cipe numero 6 di quest'anno. Nel 58% dei casi è stata prevista una procedura per segnalare miglioramenti organizzativi in funzione della trasparenza e delle legalità. Procedura che nel 60% del campione ha coinvolto i cittadini tramite gli Urp e nel 18% dei casi i dipendenti.

Di difficile applicazione viene giudicato l'obbligo di rotazione del personale addetto a “funzioni sensibili”, «vuoi per oggettive carenze di personale - spiega Fiaso - ma, soprattutto, per il venir meno di professionalità non facili da sostituire».

La figura del “coordinatore dei controlli” è prevista invece solo nel 17% delle Aziende, mentre un “Bilancio sociale” o di missione è stato adottato dal 32% del campione.
Specifiche attività di controllo sono previste per un po' tutte le aree, con percentuali tra l'81 e il 93%, fatta eccezione dell'attività di ricerca dove tarli procedure sono state comunque avviate dal 78% delle Aziende.

Più complessa la situazione nei controlli esterni, dove un 17% di criticità si è rilevato per quelli sulle strutture convenzionate, il 13% nella vigilanza sulle farmacie private, l'11% nell'attività di sanità pubblica.

Rispetto all'attuazione delle misure per la trasparenza le maggiori criticità sono state rilevate per la scarsa informatizzazione e i tempi troppo lunghi dei procedimenti, mentre rispetto al Piano anticorruzione le difficoltà maggiori sono state riscontrate nell'applicazione delle rotazione del personale addetto a funzioni sensibili, che per le Aziende deve essere comunque prevista nel “medio-lungo” periodo.

L’aggiornamento del Codice etico Fiaso
«Una stretta sui conflitti di interesse, massima trasparenza soprattutto verso i cittadini, piena applicazione dell'istituto della segnalazione illeciti e rotazione del personale addetto alle funzioni più “sensibili”, ma con un occhio attento alla salvaguardia delle professionalità». Sono alune delle novità introdotte da Fiaso nel proprio Codice etico approvato oggi nel corso dell’assemblea nazionale, che ha anche confermato Francesco Ripa di Meana alla presidenza. Un lavoro preparato anche dal confronto con l'esperienza di “Avviso pubblico”, l'Associazione di Enti locali per la promozione della legalità nella Pubblica amministrazione.

Il nuovo Codice prevede tra l'altro l'adozione di appositi strumenti, come i bilanci sociali e che le Direzioni generali incoraggino “l'adozione di ogni misura che favorisca la diffusione presso i mezzi di comunicazione di informazioni sul funzionamento dei servizi aziendali”.
Dg e quanti sono chiamati a funzioni di direzione dovranno poi rendere note “situazioni di conflitto di interesse anche potenziale”, astenendosi dal prendere decisioni o svolgere attività che in qualche misura configurino situazioni di conflitto di interesse. Situazioni che sono poi quelle previste dal vigente codice di comportamento dei pubblici dipendenti e “l'appartenenza a categorie, associazioni o gruppi, in virtù della quale il soggetto possa acquisire un vantaggio personale da decisioni cui egli partecipa”. E questo anche nei casi in cui tale appartenenza non generi quelle incompatibilità previste della normativa vigente.

Direzioni, dipendenti e collaboratori dovranno anche rendere pubbliche l'appartenenza ad associazioni e organizzazioni che operano in ambiti di competenza delle Aziende sanitarie. Fatta eccezione per partiti e sindacati.

Via libera anche all'istituto della segnalazione degli illeciti de parte dei dipendenti. Una forma di contrasto alla corruzione che sarà promossa dai Direttori generali di Asl e Ospedali.

Stop a regali “e altre utilità” per dirigenti, dipendenti e collaboratori, a eccezione di quelli dal valore modico, “disciplinato dai codici decentrati di ogni singola amministrazione”.

Ripa di Meana confermato alla presidenza di Fiaso
L'Assemblea nazionale della Fiaso ha anche confermato alla sua presidenza Francesco Ripa di Meana, Direttore generale dell'Istituto ortopedico “Rizzoli” di Bologna. Ripa di Meana era tornato alla guida delle Federazione a luglio dello scorso anno, dopo aver già ricoperto l'incarico di Presidente dal 2006 al 2009.

L'Assemblea ha anche rinnovato il Comitato di Presidenza, sostituendo i vicepresidenti decaduti dall'incarico di direzione generale con i coordinatori regionali della Federazione. Così Giovanni Migliore, Dg dell'Azienda Ospedaliera “Civico di Palermo” subentra a Giuseppe Pecoraro, già Dg del Policlinico di Messina; Pierluigi Tosi, Dg dell'Azienda ospedaliero-universitaria senese entra al posto di Fausto Mariotti, ex Dg della Asl di Grosseto; Rocco Maglietta, Dg dell'Azienda ospedaliera regionale “San Carlo” di Potenza sostituisce Giampiero Maruggi, ex Dg della stessa Azienda. Restano confermati nel ruolo di Vicepresidenti: Walter Locatelli, Dg della Asl di Milano; Paolo Cavagnaro, Dg della Asl 4 chiavarese; Maria Paola Corradi, direttrice dell'Ares 118 Lazio; Fausto Nicolini, Dg dell'Ausl di Reggio Emilia; Annamaria Minicucci, Dg dell'Azienda ospedaliera “Santobono Pausilipon”di Napoli


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