Aziende e regioni

Ripa di Meana (Fiaso): «Il middle manager governerà il Ssn»

di Rosanna Magnano

Il presidente di Fiaso, Francesco Ripa di Meana, di ritorno da una missione in Cina, racconta di aver incassato i complimenti della dirigenza cinese per l’efficienza del sistema sanitario italiano. E il commento diventa subito agrodolce: «Quello che non riusciamo a far vedere in Italia si vede bene all’estero». La sanità made in Italy ha infatti il fiato sul collo ormai da anni e con la manovra in itinere si intravedono margini ancora molto stretti, oltre che incerti.

Presidente, basteranno 111 miliardi per gli ospedali, le Asl, i Lea, i contratti, i farmaci innovativi...?

Non si sa se alle aziende arriverà mai questo lieve aumento. Perché tra farmaci da finanziare col fondo e i nuovi Lea, c’è anche la possibilità che alcune regioni diminuiscano la loro compartecipazione attiva, che hanno da anni. Ora si trovano in difficoltà e potrebbero tirarsi indietro.

Ci sono anche i contratti...

Questo è un problema nazionale che stanno affrontando i sindacati nazionali. Certo chiedere continui sforzi alle persone, con la precarizzazione del personale e i blocchi del turnover, senza un momento motivazionale per il personale non è semplice. Se qualcosa la tirassero fuori sarebbe meglio. Interessante il ragionamento nazionale sull’Hta, se non viene visto solo come un modo per togliere al potere dei direttori generali l’Health technology assessment. Va vista come un’idea di pianificazione ampia che è necessario fare sui farmaci, sui dispositivi e anche sulle attrezzature. Se però viene visto come un impianto punitivo verso le aziende, sempre e comunque colpevoli...

A proposito dei piani di rientro per gli ospedali in rosso: anche lì il ruolo del dg è centrale e anche le conseguenze...

Le responsabilità sono delle Regioni. Abbiamo dimostrato con una nostra ricerca Fiaso che i modi in cui le regioni finanziano le aziende opedaliere sono i più svariati. Quindi sarà interessante vedere il lavoro di questa commissione che dovrebbe elaborare gli standard degli scostamenti. Poi questa idea che se il manager non rispetta il piano di rientro in tre anni deve andare via, ma che vada via per carità... solo che il problema resterà, non mi sembra che trovare il capro espiatorio anticipato serva a risolvere il problema. Cerchiamo invece di capire perché le aziende di Ancona o di Perugia sono in pareggio.

Quindi bisogna mettere sotto la lente la gestione più in generale e non i dg?

Certamente questo è stato fatto e quando è stato fatto è stato utile. Tanto che l’Ocse ci riconosce che siamo i più virtuosi al momento. Lasciare spazio all’innovazione organizzativa e alla semplificazione e non solo all’accorpamento e all’economia di scala ha dato i suoi frutti in questi anni e credo che le aziende hanno contribuito molto. L’importante è che ci sia una voglia di capire come funziona la complessità del sistema e di non vedere tutti i gatti grigi.

Le norme sulla centralizzazione degli acquisti riusciranno a rendere tutto più virtuoso?

Sono vent’anni che si dice che accorpando gli acquisti si risparmiano risorse. Sicuramente in parte è vero. Ma non è vero che le aziende produttrici accettano di tagliare i contratti di fornitura senza fare causa a noi. È facile dire che posso passare alla "gara del vicino": ma deve essere perfettamente uguale quello che compro io e quello che comprava il vicino, altrimenti è illegale. Insomma, lasciamo perdere gli slogan. Il lungo processo di aggregazione della domanda - che noi abbiamo sempre criticato quando diventa troppo grande perché non riesce a coprire la qualità - ha portato i suoi effetti. E non lo contrastiamo. Però aspettarci risultati così arditi significa che se poi non si centra l’obiettivo si scaricheranno sulle aziende ulteriori tagli.

E c’è la responsabilità contabile e amministrativa...

A me sembra che la Corte dei Conti nella sua relazione abbia detto che la Sanità è quella che più ha fatto passi avanti. Quindi probabilmente sono altri i settori della Pa che vanno tartassati. Questa narrazione che vede nel management il suo falso bersaglio secondo me ha le gambe corte. Quanti manager sono stati mandati via secondo le previsioni delle finanziarie? Riusciamo a contarli? No. E allora vuol dire che non è questo il modo giusto, altrimenti sarebbe stato utilizzato.

Che cosa pensa della ricetta dei costi standard? È applicabile alla sanità?

Sicuramente sempre di più. È però un processo che va condotto con tantissima attenzione per non cadere nelle banalità delle siringhe. Bisogna entrare nella vita delle aziende.

E le aziende uniche?

Noi siamo laici. Se la politica pensa che si debbano fare gli accorpamenti noi dobbiamo capire quali siano i manager più adatti. Certo il discorso delle economie di scala ha un limite. Quando cozza con la complessità e si banalizzano i processi. Se i servizi cominciano a funzionare peggio perché lo standard è troppo generalizzato e non c’è più la personalizzazione, allora lì si sarà raggiunto il limite critico. Quello che ci preoccupa è la trasparenza di queste grosse aziende, in cui il direttore generale assomiglia di più a un vice-assessore. Lì il vero manager non sarà più il direttore generale. È banale dire che si fa questo solo per eliminare qualche dg. Perché dovremo prevedere un management più diffuso. Come Fiaso ci stiamo assumendo in pieno la responsabilità di fare delle proproste, che saranno pronte all’inizio del 2016.

Insomma i dg sono una specie in via di estinzione?

Io sto cercando di cambiare Fiaso, perché guardi al middle management. Questo drappello di persone che dal 1995 è cresciuto nelle aziende ha prodotto una cultura che deve rimanere all’interno del Paese. Non è importante mantenere le sedie dei dg. L’importante è che non si pensi di governare questa complessità senza il management.

Del concorso nazionale si sono perse le tracce?

Credo sia un punto di partenza interessante. Lo abbiamo sempre detto. Le esperienze di selezione dei manager che si sono fatte in alcune regioni come il Piemonte, il Lazio, la Sicilia, hanno dato dei risultati. Perché poi si è scelto nell’ambito di una lista di persone che avevano i requisiti. Se questo significa albo nazionale, noi siamo sempre stati d’accordo. Non credo che sia disperso. Sarà una delle prime priorità dopo questa legge di stabilità. Almeno spero.


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