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Israelitico: Russo rinuncia all’incarico da amministratore

Un «passo indietro» per «tutelare la mia storia umana e professionale». Così il magistrato Massimo Russo, con una lettera inviata al Csm, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, annuncia la revoca del proprio assenso al collocamento fuori ruolo per assumere l'incarico di amministratore straordinario dell'Ospedale Israelitico di Roma. A chiedere al Csm il collocamento fuori ruolo del giudice - che oggi svolge le funzioni di magistrato di sorveglianza a Napoli ma è stato in passato ex pm antimafia a Palermo ed ex assessore alla Sanità della Regione Sicilia - era stato il ministro della Giustizia, facendo propria l'istanza del prefetto Gabrielli. Proprio oggi il plenum avrebbe dovuto decidere sulla questione: due le proposte da esaminare, pervenute dalla Terza Commissione; quella di maggioranza negava l'autorizzazione al collocamento fuori ruolo, autorizzato invece da quella di minoranza. Con la decisione di Russo di revocare il suo assenso, comunicata dal plenum dal vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha letto integralmente la missiva firmata dal magistrato, viene meno l'interesse della pratica che sarà quindi archiviata.
Nel motivare la sua decisione, Russo fa riferimento a «circostanze destituite di fondamento» riportate in alcuni articoli di stampa, «ma idonee - ha spiegato nella sua lettera - ad ingenerare nell'opinione pubblica il convincimento che nella mia scelta non ci fosse alcuna valenza istituzionale e nessun interesse professionale, ma soltanto il (meschino) perseguimento di meri interessi economici (fuori ruolo per il doppio stipendio!), ledendo in tal modo la mia immagine e la mia dignità». Dunque, anche «per tutelare la mia storia umana e professionale - ha concluso il magistrato, che auspica anche «regole chiare e certe» sui fuori ruolo - faccio un passo indietro, non essendo bastevole, a questo punto, nemmeno la rinuncia a qualsivoglia forma di compenso connesso all'incarico, peraltro non ancora determinato ne' allo stato determinabile».

Anmirs: e ora subito nuova nomina
Dopo la rinuncia di Russo, l'Anmirs, Associazione nazionale medici istituti religiosi spedalieri ha chiesto che «si nomini subito un nuovo commissario».
Il commissario nominato dalla Comunità ebraica, Alfonso Celotto, ha comunicato, infatti - ha spiegato L'Anmirs - con una lettera inviata ai dipendenti dell`ospedale Israelitico di Roma, la decisione del magistrato di rinunciare all`incarico di commissario straordinario dell`Ente. «Non entriamo nel merito della scelta fatta dal magistrato Massimo Russo - ha spiegato Donato Menichella, segretario nazionale Anmirs - ma a questo punto non possiamo che appellarci al prefetto di Roma Gabrielli, al ministro Lorenzin, e a tutte le altre istituzioni coinvolte affinché si provveda a nominare quanto prima un nuovo commissario prefettizio».
«Da quasi quattro mesi ormai l’Israelitico è fuori dal Servizio sanitario regionale», ha ricordato Menichella, spiegando: «Come è noto l`ospedale al momento può erogare solamente prestazioni private le quali sono però insufficienti a garantire la tenuta dei livelli occupazionali e certamente non bastano a soddisfare la domanda di assistenza di un`utenza vasta e variegata. In pratica - ha aggiunto - ad oggi migliaia di pazienti non possono ricevere prestazioni sanitarie con rischi a volte molto gravi per la loro salute mentre 800 dipendenti sono costretti da mesi a convivere con lo spettro della perdita del posto di lavoro tra promesse e rimpalli di responsabilità istituzionali che hanno avuto come unico risultato quello di far passare del tempo inutilmente».
«È necessario - ha sottolineato il segretario nazionale Anmirs - che sin dai prossimi giorni, se non dalle prossime ore, si provveda a indicare un nuovo commissario che prenda il posto del dottor Russo ma soprattutto che sia nell`immediata possibilità di insediarsi. Solo così sarà possibile finalmente far ripartire l`Israelitico e riattivare la convenzione con la Regione, salvaguardando lavoratori e pazienti». «Diversamente - ha concluso - ribadiamo ancora una volta la ferma intenzione dei dipendenti di agire con ogni strumento che la legge permette per far valere i propri diritti e superare l`attuale stato di emergenza occupazionale».


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