Aziende e regioni

Ipoacusia: colpiti 7 milioni di italiani ma il 75% non porta protesi. Anifa: «Con le gare pubbliche ancora più problemi»

Sono oltre 7 milioni le persone che soffrono di sordità in Italia dei quali il 75% non porta una protesi acustica. Ad essere colpiti sono maggiormente gli uomini e gli over 65 che, tuttavia, impiegano tra i 5 e i 7 anni per accettare i propri problemi di udito e decidere di andare da uno specialista per mettere un apparecchio acustico. I dati sono stati diffusi da Anifa, l’Associazione di Assobiomedica che rappresenta imprese, importatori e fabbricanti di audioprotesi, che in occasione della giornata mondiale dell’udito ha lanciato un allarme sulla riorganizzazione nella fornitura di protesi acustiche tramite gare pubbliche con i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea). «Il rischio - ha dichiarato Mirella Bistocchi, presidente Anifa - è che il cittadino sia ancor meno incentivato a intraprendere un percorso terapeutico: non avrà più la possibilità di scegliere, grazie alla consulenza e all’assistenza di un professionista specializzato, il dispositivo e la terapia più adatti alle sue specifiche e personali esigenze. L’acquisizione del dispositivo tramite gare pubbliche, come ventilato nella bozza dei nuovi Lea, farà sì che un ipoacusico per ottenere una protesi rimborsata dal Ssn non potrà più scegliere lo specialista di sua fiducia, ma dovrà rivolgersi ad uno dei fornitori aggiudicatari dell'appalto. Si tratta di modalità di individuazione ed erogazione delle protesi acustiche che non garantirebbero né l’appropriatezza né la qualità della prestazione, generando un’assistenza non soddisfacente, sprechi e mancato accesso alle innovazioni tecnologiche».

Insomma, per Anifa il nuovo sistema sarebbe «poco flessibile, garantendo scarsa personalizzazione del dispositivo e prestando il fianco a ricorsi da parte degli aventi diritto per ottenere il dispositivo più adatto al rimedio del proprio deficit uditivo, con ingenti sprechi di apparecchi acustici non appropriati alle esigenze di correzione uditiva dei singoli cittadini». Il rischio, poi, è che le gare pluriennali impedirebbe roagli assistiti di accedere all'innovazione tecnologica che l'industria aggiorna costantemente. «Questo cambiamento - ha sottolineato Bistocchi - provocherebbe gravi danni al sistema, alle imprese e al trattamento dei soggetti che soffrono di sordità».

Sono cinque le proposte che Anifa ha presentato al ministero della Salute in vista dell’aggiornamento dei Lea. Aggiornamento delle caratteristiche dei dispositivi erogati in linea con il progresso tecnologico, individuando due griglie di classificazione e salvaguardando la riconducibilità sulla base delle esigenze del soggetto; una tariffa nazionale, come stabilito dal Decreto attualmente in vigore, che garantisce omogeneità territoriale, minori costi di gestione, certezza della spesa, percorsi terapeutici e riabilitativi idonei e personalizzati dalla prestazione professionale dell'audioprotesista; snellimento della procedura di collaudo con verifiche a campione sul fornito, per evitare all'assistito inutili percorsi burocratici e alleggerire il sistema; valutazione ex-post dell'efficacia protesica, necessaria per valutare la validità del percorso assistenziale utilizzando la griglia di classificazione della sordità dell’Organizzazione mondiale della sanità; un percorso assistenziale peculiare e differenziato per i minori di 18 anni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA