Aziende e regioni

Diabete, Italia in ritardo sull’opzione dei microinfusori di insulina

Secondo l’Istat sarebbe affetto da diabete il 4,9% della popolazione (2,9 milioni di individui) mentre sarebbero un milione le persone con diabete non diagnosticato. Si tratta, dunque, di una patologia di grande rilevanza sociale ed economica, per l’impatto sulla quotidianità e per le debilitanti complicanze cui va incontro la persona affetta se non adeguatamente controllata dal punto di vista terapeutico. Con evidenti conseguenze in termini di salute e qualità della vita per il paziente ed economiche per il Servizio sanitario nazionale.
«Ma nonostante i vantaggi clinici dimostrati e consolidati da numerosi studi clinici - sottolinea un report di Assobiomedica - l’adozione di microinfusori di insulina e i sensori per il monitoraggio in continuo della glicemia, presidi ad elevato contenuto tecnologico, è ancora insufficiente rispetto a quanto previsto e richiesto dalle linee guida nazionali e internazionali, nonché fortemente eterogenea tra le diverse regioni».

Infatti, secondo Assobiomedica, sul piano della concedibilità e del rimborso dei dispositivi, ogni regione ha stabilito proprie regole, «rischiando così di ostacolare sia la diffusione di queste terapie, sia l'accesso a prodotti tecnologicamente avanzati in grado di migliorare la cura e l'assistenza alle persone con diabete». Un ulteriore ostacolo all’adozione di queste tecnologie «è rappresentato dall’assenza di adeguati codici/tariffe che appunto codifichino e remunerino correttamente l’attività dei centri di diabetologia in ambito di microinfusione
e monitoraggio continuo della glicemia».

In ogni caso, in un contesto “giovane” come quello della terapia con microinfusori e monitoraggio continuo della glicemia per il quale l’addestramento del paziente nel centro di diabetologia rappresenta un elemento fondamentale ai fini dell’aderenza alla terapia, occorrono approcci omogenei e condivisi sul territorio, sia in termini di modelli gestionali della patologia cronica piuttosto che nei processi di acquisizione dei device.

In questa direzione Assobiomedica lancia un pacchetto di proposte:
• rendere omogenea la concedibilità dei dispositivi su tutto il territorio nazionale, garantendo equità d’accesso a tali prestazioni;
• snellire le procedure burocratiche di autorizzazione per l’acquisto dei dispositivi
medici da parte delle strutture sanitarie;
• regolamentare la ripartizione dei costi delle nuove installazioni nelle fasi di avvio della terapia, costi oggi totalmente a carico delle Imprese fornitrici per periodi lunghi 2-3 mesi (talvolta 6 mesi) prima che si arrivi alla delibera di approvazione dell'acquisto dei dispositivi in questione;
• superare, ove adottato, il modello organizzativo riconducibile ai centri di riferimento regionali - eventualmente ipotizzando per questi ultimi compiti di formazione professionale dei team diabetologici (compresa quella tecnica riferita all’uso dei vari dispositivi) e di raccolta di dati sulla popolazione diabetica - e riconoscere responsabilità e libertà prescrittiva a tutti i centri di diabetologia in virtù della presa in carico del paziente;
• definire e attribuire adeguati codici/tariffe che codifichino e remunerino correttamente l'attività diabetologica dedicata a questi presidi;
• superare il requisito della reperibilità 24h24 da parte dello specialista diabetologo che impianti il microinfusore;
• riconoscere il valore dei servizi e delle attività ulteriori richieste alle imprese nell’ambito delle forniture di device, anche attraverso un’appropriata valorizzazione economica.


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