Aziende e regioni

Associazione Dossetti, farmaci: ecco la ricetta

di Claudio Giustozzi (segretario nazionale Ass. “G. Dossetti: i Valori”)

Si esce dalla crisi seguendo nuove strade, identificando nuovi modelli, percorrendo ipotesi di sostenibilità e di gestione precedentemente inesistenti o non praticate: questi presupposti stanno accompagnando a livello mondiale ogni assennata revisione dei sistemi di welfare, soprattutto per quanto essi impattano sui sistemi sanitari, visto che la coincidenza tra aumento delle cronicità e allungamento della vita media sta (almeno nei paesi occidentali) facendo “saltare” gli equilibri che hanno governato i sistemi di assistenza nei decenni che vanno dal 1970 al 2000.
In questo scenario, che riguarda Europa e Stati Uniti, a che punto è la definizione di un nuovo modello di sanità italiana?
Questo interrogativo, che dovrebbe spingere la politica nazionale a progettare strade impegnative ed innovative, è da alcune parti istituzionali ridotto ad una pura analisi economicistica, prospettiva di spaventosa miopia. Al proposito in queste settimane circolano documenti più o meno ufficiali di provenienza regionale – e gran merito ha avuto Il Sole 24 Ore nell'anticiparli - riguardanti la definizione della nuova governance della sanità italiana e delle linee guida per un nuovo rapporto tra farmaceutica e politiche territoriali. Purtroppo questi documenti manifestano ancora una volta che l'unico ragionamento attivo in alcuni ambiti è quello di proseguire nelle alchimie sempre più minute del conto economico, che viene sezionato, limato, ridotto allo spasimo, come fosse l'ancora di salvezza di prospettive politiche colpevolmente deboli.

La sanità non è il bancomat delle Regioni
Ma la sanità – come ormai ricordato in tutte le sedi più autorevoli – non può essere considerato un “bancomat regionale”. Il Paese riparte se la sanità trova un modello di governance nuovo, differente, autorevole, rivolto al futuro, invece che ancorato a logiche passatiste. Su queste domande l'Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori- Sviluppo e Tutela dei Diritti” Onlus, sta sviluppando dal mese di marzo una discussione sotto forma di “Tavolo di Lavoro Indipendente”, un percorso di audit autorevole a porte chiuse che vuole raccogliere stimoli e spunti per contribuire ad una nuova governance della sanità del nostro Paese.
Il percorso del “Tavolo di Lavoro Indipendente” proposto dall'Associazione culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori- Sviluppo e Tutela dei Diritti” Onlus è destinato a produrre per settembre 2016 un documento finale, frutto di contributi provenienti da ambiti e settori diversi, tutti coinvolti nel miglioramento del Ssn. Al Tavolo – che si sta riunendo alternativamente a Roma e a Milano – stanno partecipando rappresentanti ed esperti delle società scientifiche, delle associazioni dei pazienti, delle aziende farmaceutiche e di medical-device, delle istituzioni sanitarie e delle agenzie nazionali, delle realtà del Ssn e degli ordini professionali. L'obiettivo di questo lavoro è arrivare a presentare un documento in dieci punti al premier Matteo Renzi nella prima metà del mese di settembre.

I risultati emersi dal «tavolo indipendente»
A seguito delle prime sedute ed anche alla luce dei documenti di provenienza regionale pubblicati da Il Sole 24 Ore, i partecipanti al “tavolo indipendente”, vogliono già oggi richiamare l'attenzione su questi aspetti prioritari: si tratta dei primi punti imprescindibili che l'Associazione Dossetti vuole proporre al dibattito attuale. Eccoli:
1. Occorre un cambiamento di direzione prima di tutto culturale e politico: è necessario infatti sviluppare, affermare e condividere il valore della salute e della qualità della vita come valore intoccabile per la società italiana; il ruolo di terapie, farmaci, dispositivi medici, vaccini, percorsi terapeutici e cure all'interno di questo valore deve essere assicurato, garantito e non continuamente ridotto e penalizzato;
2. Ne consegue che è necessario assicurare trasparenza e certezza delle regole, anche attraverso un reale dialogo strategico tra: Ministero dell'Economia, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni;
3. È necessario avviare una chiara politica di prevenzione, con stanziamento di fondi certi e superiori agli attuali (l'Italia è oggi ultima in Europa nella “classifica” degli investimenti di settore), in grado di diffondere, radicare ed assicurare una cultura della salute che generi benessere in ogni età della popolazione, prevenendo patologie e cronicità; in questo modo si generano, come evidente, risparmi cospicui nel medio-lungo periodo;
4. È necessario avviare un reale sistema di controllo e verifica della spesa sanitaria nel suo complesso; per questo si propone:
 viene dato l'avvio di un sistema nazionale di Hta, unico, interconnesso, complessivo e trasparente;
 occorre creare un meccanismo trasparente che indichi con chiarezza agli stakeholder e ai cittadini dove vengono indirizzate le cifre che vengono risparmiate con i tagli alla sanità;
 la spesa socio-sanitaria e la spesa farmaceutica non possono più essere insiemi distanti e non integrati;
 deve essere superato lo stesso concetto di tetto di spesa per farmaceutica ospedaliera, con il trasferimento dei prodotti di ClasseH nella spesa ospedaliera;
 viene dato un impulso deciso e definitivo alla creazione di un sistema unico digitale di dialogo di tutti i sistemi informatici e delle varie cartelle cliniche, affinché i dati sanitari siano disponibili, interconnessi, leggibili e coerenti per tutte le realtà del SSN;
 viene dato un impulso deciso a stroncare il fenomeno degli sprechi e della corruzione in sanità, buco nero capace di far scomparire annualmente oltre 1 miliardo di euro dalla bilancia delle cure ai pazienti;
5. È necessario riconoscere un sistema di finanziamento indipendente del “fondo innovazione”; il “fondo innovazione” non deve essere coinvolto in altri ragionamenti economici, evitando così di fungere da “tesoretto” per spese non coerenti.


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